La cerimonia si apre subito con la musica: Janelle Monae e Billy Porter esaltano il pubblico in sala con uno show scatenato in perfetto stile -musical. La cantante che scende dal palco improvvisa un siparietto con il divertito Tom Hanks in prima fila, chiudendo la performance con le parole: “Sono orgogliosa di essere qui, donna nera e queer”. Usciti i cantanti, sul palco salgono due ex conduttori della notte degli Oscar (per il secondo anno consecutivo infatti la cerimonia non ha un presentatore a dirigere il traffico), Steve Martin e Chris Rock, i quali iniziano a sparare battute a raffica sugli ospiti in sala (Chris Rock:“C’è Mahersahala Ali tra il pubblico, lui ha due Oscar a casa. Sai a cosa gli servono quando la polizia lo ferma? A niente.” Il comico ne ha anche per Martin Scorsese, ironizzando sulla lunghezza spropositata del film: “Bella la prima stagione di The Irishman.”) I due affrontano con il sorriso anche i temi scottanti che hanno tenuto banco, dopo l’annuncio delle nomination: la presenza di una sola attrice afroamericana tra i candidati ai premi per la recitazione (Martin: “Certo che dal 1928 gli Oscar sono cambiati. Pensa che all’epoca non c’era nemmeno un uomo di colore candidato. E oggi, nel 2020 ce ne sono…una…ci siamo proprio evoluti”.), l’esclusione di Greta Gerwig (Piccole Donne vince solo per gli splendidi costumi) e di tutte le altre registe donne dalla cinquina dei migliori registi. In segno di protesta contro la scelta, Natalie Portman indossa una cappa con ricamati sopra i nomi delle registe ignorate. Già l’anno scorso l’attrice aveva fatto una battuta prima di premiare il miglior regista: “Here Are the All-Male Nominees, ecco qui i candidati tutti maschi”, aveva detto.
Il primo Oscar consegnato è quello, tanto atteso e pronosticato a Brad Pitt, come attore non protagonista per C’era una volta a Hollywood. Compìto, il bel Brad, accompagnato dalla madre alla serata, ringrazia il suo partner sul grande schermo, Leonardo DiCaprio e il regista Quentin Tarantino (“Anche se dalle persone ti aspetti sempre il peggio, non smetti mai di tirare fuori da loro il meglio”) e termina dedicando l’Oscar ai figli (filmato in basso), non prima di aver lanciato l’unico riferimento politico della serata, indirizzato al senatore John Bolton. I premi per gli interpreti sono i più prevedibili:: Laura Dern – terrea in volto per il timore di perdere – ritira l’Oscar da attrice non protagonista per Storia di un matrimonio. Dopo un imprevisto intermezzo musicale da parte di Eminem, che risveglia la platea del Dolby Theater facendo ballare tutti con Lose Yourself e poi uno programmato da parte di Randy Newman che suona al piano e canta il suo brano in Toy Story 4, i riconoscimenti agli attori protagonisti vanno ai favoriti della vigilia. Renée Zellweger, dedica la vittoria a Judy Garland, che questa gioia non l’ha mai assaporata (vincitrice di un Oscar speciale da adolescente per Il Mago di Oz, Judy fu candidata altre tre volte senza successo: soprattutto la sconfitta nel 1955, quando l’Academy le preferì Grace Kelly la fece molto soffrire) e Joaquin Phoenix che al quinto tentativo fa centro con Joker e commuove la sala citando le parole di suo fratello River, tragicamente scomparso, concludendo con un discorso ambientalista nel quale elogia la dieta vegana.
Sul palco vestiti da gatti (“nessuno più di noi conosce il bisogno di buoni effetti speciali”) James Corden e Rebel Wilson hanno annunciato l’Oscar per i migliori effetti speciali a Guillaume Rochereon, Greg Butler e Dominic Tuohy per 1917 mentre il miglior trucco e parrucco è andato al film Bombshell. I truccatori e parrucchieri, Kazu Hiro, Anne Morgan e Vivian Baker, hanno voluto ringraziare “l’attrice e produttrice straordinaria Charlize Theron per aver alzato l’asticella di questo mestiere”.
Bye bye #Oscar2020 ,hello Saoirse Ronan pic.twitter.com/9sOdKPCZsr
— Agustín Almodóvar (@AgustinAlmo) February 10, 2020
L’Oscar alla canzone premia Elton John (è il secondo oscar per lui dopo quello vinto per Il Re Leone con la splendida Can you feel the Love tonight) costretto a risalire di corsa sul palco dopo essersi esibito. Tocca poi a Penelope Cruz proclamare il miglior film internazionale che è, con buona pace del suo amico Pedro Almodovàr, (nel tweet in alto si consola presentandosi a Saoirse Ronan) Parasite del sudcoreano Bong Joon Ho, che a sorpresa soffia il premio per la sceneggiatura al favorito Quentin Tarantino e il trofeo per la regia a Sam Mendes – dal palco chiede sportivamente un applauso al maestro Martin Scorsese,a bocca asciutta questa sera, sui cui film ha studiato e si è formato – chiudendo in bellezza la serata con la storica, clamorosa vittoria dell’Oscar per il miglior film: mai questo onore era stato tributato a un film in lingua straniera, così come mai era accaduto che i trofei per il miglior film internazionale e il miglior film in assoluto coincidessero. Commovente l’omaggio ai defunti, tributato sulle note di Yesterday, cantata dalla stellina Billie Eilish, su tutti quello a Kirk Douglas e Kobe Bryant, che solo l’anno scorso ritirava il premio al miglior documentario proprio sul palco del Dolby Theater. Almeno idealmente il testimone del grande cestista viene raccolto da American Factory, il primo lavoro della Higher Ground, la società di produzione dell’ex presidente Obama e della moglie Michelle, vincitore nella stessa categoria, narrando le vicende di una fabbrica della General Motors a Dayton che chiuse nel 2010 lasciando oltre duemila operai senza lavoro. Di seguito trovi l’elenco completo di nominati e vincitori. Questi ultimi sono in grassetto.
Miglior film
• Le Mans 66. La grande sfida
• The Irishman
• Jojo Rabbit
• Joker
• Piccole donne
• Storia di un matrimonio
• 1917
• C’era una volta…a Hollywood
• Parasite
Miglior regia
• Bong Joon-ho (Parasite)
• Sam Mendes (1917)
• Todd Phillips (Joker)
• Martin Scorsese (The Irishman)
• Quentin Tarantino (C’era una volta…a Hollywood)
• Antonio Banderas (Dolor y gloria),
• Leonardo DiCaprio (C’era una volta…a Hollywood)
• Joaquin Phoenix (Joker)
• Jonathan Pryce (I due papi),
• Adam Driver (Storia di un matrimonio)
• Scarlett Johansson (Storia di un matrimonio)
• Saoirse Ronan (Piccole donne)
• Charlize Theron (Bombshell)
• Renee Zellweger (Judy)
• Cynthia Erivo (Harriet)
Miglior attore non protagonista
• Brad Pitt (C’era una volta a Hollywood)
• Tom Hanks (A Beautiful Day in the Neighborhood)
• Anthony Hopkins (I due papi)
• Al Pacino (The Irishman)
• Joe Pesci (The Irishman)
Miglior attrice non protagonista
• Laura Dern (Storia di un matrimonio)
• Kathy Bates (Richard Jewell)
• Margot Robbie (Bombshell)
• Scarlett Johansson (Jojo rabbit)
• Florence Pugh (Piccole donne)
Miglior sceneggiatura originale
• Rian Johnson (Knives Out)
• Sam Mendes e Krysty Wilson-Cairns (1917)
• Noah Baumbach (Storia di un matrimonio)
• Quentin Tarantino (C’era una volta …a Hollywood)
• Bong Joon-ho (Parasite)
Miglior sceneggiatura non originale
• Steven Zaillian (The Irishman)
• Todd Phillips e Scott Silver (Joker)
• Taika Waititi (Jojo Rabbit)
• Greta Gerwig (Piccole donne)
• Anthony McCarten (I due papi)
Miglior film internazionale
• Corpus Christi (Polonia)
• Honeyland (Macedonia)
• Les Misérables (Francia)
• Dolor y gloria (Spagna)
• Parasite (Corea del sud)
Miglior colonna sonora
• Hildur Guðnadottir (Joker)
• Alexandre Desplat (Piccole donne)
• Randy Newman (Storia di un matrimonio)
• Thomas Newman (1917)
• John Williams (Star Wars: The Rise of Skywalker)
Miglior canzone originale
• «I Can’t Let You Throw Yourself Away» (Toy Story 4)
• «I’m Standing With You» (Breakthrough)
• «Into the Unknown» (Frozen 2)
• «(I’m Gonna) Love Me Again» (Rocketman)
• «Stand Up» (Harriet)
Miglior film d’animazione
• How to Train Your Dragon: The Hidden World
• Dov’è il mio corpo?
• Klaus
• Missing Link
• Toy Story 4
Miglior fotografia
- Roger Deakins (1917)
- Jarin Blaschke (The Lighthouse)
- Rodrigo Prieto (The Irishman)
- Lawrence Sher (Joker)
- Robert Richardson (C’era una volta…a Hollywood)
Miglior montaggio
- Andrew Buckland e Michael McCusker – Le Mans ’66 – La grande sfida
- Tom Eagles – Jojo Rabbit
- Jeff Groth – Joker
- Thelma Schoonmaker –The Irishman
- Yang Jin-mo – Parasite
Miglior trucco e acconciatura
• Vivian Baker, Anne Morgan e Kazuhiro Tsuji – Bombshell
• Rebecca Cole, Naomi Donne e Tristan Versluis – 1917
• Paul Gooch, Arjen Tuiten e David White – Maleficent – Signora del male
• Jeremy Woodhead – Judy
• Kay Georgiou e Nicki Ledermann – Joker
Migliori costumi
• Sandy Powell (The Irishman)
• Jacqueline Durran (Piccole donne)
• Mayes C. Rubeo (Jojo Rabbit)
• Mark Bridges (Joker)
• Arianne Phillips (C’era una volta…a Hollywood)
Miglior scenografia
• Bob Shaw e Regina Graves – The Irishman
• Ra Vincent e Nora Sopková – Jojo Rabbit
• Dennis Gassner e Lee Sandales – 1917
• Barbara Ling e Nancy Haigh – C’era una volta a…Hollywood
• Lee Ha-jun e Cho Won-woo – Parasite
Migliori effetti visivi
• Matt Aitken, Dan DeLeeuw, Russell Earl e Daniel Sudick – Avengers: Endgame
• Leandro Estebecorena, Nelson Sepulveda-Fauser e Stephane Grabli e Pablo Helman – The Irishman
• Andrew R. Jones, Robert Legato, Elliot Newman e Adam Valdez – The Lion King
• Greg Butler, Dominic Tuohy e Guillaume Rocheron – 1917
• Roger Guyett, Neal Scanlan, Patrick Tubach e Dominic Tuohy – Star Wars: L’ascesa di Skywalker
Miglior sonoro
• Tom Johnson, Gary Rydstrom e Mark Ulano – Ad Astra
• David Giammarco, Paul Massey e Steven A. Morrow – Le Mans ’66 – La grande sfida
• Todd Maitland, Tom Ozanich e Dean Zupancic – Joker
• Mark Taylor e Stuart Wilson – 1917
• Christian P. Minkler, Michael Minkler e Mark Ulano – C’era una volta a…Hollywood
Miglior montaggio sonoro
• Donald Sylvester – Le Mans ’66 – La grande sfida
• Alan Robert Murray – Joker
• Oliver Tarney e Rachael Tate – 1917
• Wylie Stateman – C’era una volta a…Hollywood
• David Acord e Matthew Wood – Star Wars: L’ascesa di Skywalker
Miglior documentario
• American Factory, regia di Steven Bognar e Julia Reichert
• The Cave, regia di Feras Fayyad
• The Edge of Democracy, regia di Petra Costa
• For Sama, regia di Waad al-Kateab ed Edward Watts
• Honeyland, regia di Tamara Kotevska e Ljubomir Stefanov
Cortometraggio animato
• Dcera (Daughter), regia di Daria Kashcheeva
• Hair Love, regia di Bruce W. Smith, Matthew A. Cherry e Everett Downing Jr.
• Kitbull, regia di Rosana Sullivan
• Memorable, regia di Bruno Collet
• Sister, regia di Siqi Song
Cortometraggio live action
• Brotherhood, regia di Meryam Joobeur
• Nefta Football Club, regia di Yves Piat
• The Neighbors’ Window, regia di Marshall Curry
• Saria, regia di Bryan Buckley
• A Sister, regia di Delphine Girard
Cortometraggio documentario
• In the Absence, regia di Yi Seung-jun
• Learning to Skateboard in a Warzone (If You’re a Girl), regia di Carol Dysinger
• Life Overtakes Me, regia di Kristine Samuelson e John Haptas
• St. Louis Superman, regia di Smriti Mundhra e Sami Khan
• Walk Run Cha-Cha, regia di Laura Nix
Oscar onorario
- David Lynch
- Wes Studi
- Lina Wertmüller
Premio umanitario Jean Hersholt
- Geena Davis