Oltre il confine – la storia di Ettore Castiglioni
Regia: Andrea Azzetti e Federico Massa; soggetto: documentario ispirato all’opera omonima di Marco Alberto Ferrari e ai diari di Ettore Castiglioni; sceneggiatura: Gerassimos Valentis, Villi Hermann, Andrea Azzetti e Federico Massa; fotografia: Andrea Azzetti; scenografia: Maria Ida Clementel
costumi: Miriam Rossi; trucco: Lucia Santorscola; sound design: Marco Zambrano musiche: Zeno Gabaglio; montaggio: Benni Atria; interpreti: Stefano Scandaletti (Ettore Castiglioni), con la partecipazione di Marco Alberto Ferrari e Alessandro Tutino; produzione: Giuliano Torghele, Villi Hermann e Federico Massa per Giuma Produzioni, Imago Film Lugano, Gooliver Associazione Culturale; origine: Italia/Svizzera – 2017; durata: 66′.
Trama
Ettore Castiglioni (1908 – 1944) è stato il più noto alpinista a cavallo tra le due guerre, medaglia d’oro al merito alpinistico e riconosciuto ‘giusto tra le nazioni’. Il documentario, dopo più di settant’anni dalla sua scomparsa ne ripercorre la storia a partire dai suoi diari, allo scopo di far luce sui suoi ultimi giorni da partigiano, sotto-tenente del CLN e indispensabile aiuto per i perseguitati e gli ebrei nella loro fuga verso la Svizzera, grazie alle sue doti di scalatore. Originario della Val di Non e rampollo di una famiglia milanese in vista è stato un uomo che aveva eletto la solitudine quasi a forma d’arte e che fin dai quindici anni mal sopportava a Milano le invidie e le attenzioni di un regime che lo voleva come uno dei suoi simboli. Amava le montagne e proprio lì trovò la morte, dopo essere stato arrestato in Svizzera dove agiva per autofinanziare le sue spedizioni salvavita a cavallo del confine italiano, come contrabbandiere. Dopo essere stato privato degli scarponi e degli indumenti adatti, decise lo stesso di tentare una fuga disperata: qual era la sua missione e quali le ragioni di tanto sprezzo del pericolo?
I registi di Oltre il confine – la storia di Ettore Castiglioni Andrea Azzetti e Federico Massa tracciano un profilo di Ettore Castiglioni (interpretato dall’ottimo Stefano Scandaletti) intervistando coloro che lo hanno conosciuto e sono stati da lui salvati, insieme con storici e scrittori – in particolare Marco Alberto Ferrari, alla cui opera letteraria si sono ispirati- per conoscerne il carattere. Risulta dal film un sognatore introverso, incapace di aprirsi all’altro da sè. La sua storia è quella di un’evoluzione personale, raggiungibile solo attraverso una sfida con se stessi e le proprie paure, in un’incessante crescita in cui gli umani imparano dai loro stessi limiti. L’operazione riesce anche grazie alle sue parole, tratte dai diari che ha lasciato, che si fermano però al marzo del 1944. Ciò che accadde in seguito e lo spinse a rischiare la vita è avvolto dal mistero;sappiamo dalle cronache che fu arrestato e tentò una fuga disperata attraverso le montagne, solo per morire assiderato: sopravvalutò le proprie forze o aveva una missione irrinunciabile?
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Dal punto divista tecnico la realizzazione di questa co-produzione fra Italia e Svizzera è molto ben riuscita, grazie all’equilibrio tra narrazione diretta (fornita dai diari dell’eroe partigiano, interpretato da Stefano Scandaletti) e indiretta. Il tentativo di far luce sugli ultimi giorni di Castiglioni è ammirevole e degno di nota, Bellissima la fotografia e appropriate – senza essere invadenti – le musiche scritte dal compositore e violoncellista Zeno Gabaglio. Caratteritiche che hanno permesso al film di ottenere un buon successo e vincere numerosi premi italiani ed internazionali e la candiatura ai Globi d’Oro come miglior documentario. Riconosciuto come miglior film italiano al Festival di Trento, il Premio della Giuria al Milano Mountain Film Festival e Award of Excellence al Doc without Borders Film Festival.
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