Old (Id.)
Regia: M. Night Shyamalan; soggetto: liberamente tratto dalla graphic novel Castello di sabbia di Pierre-Oscar Levy e Frederick Peeters; sceneggiatura: M. Night Shyamalan; fotografia (colore): Mike Gioulakis; scenografia: Naaman Marshall; costumi: Caroline Duncan; colonna sonora: Trevor Gureckis; montaggio: Brett M. Reed; interpreti: Gael García Bernal (Guy Cappa), Vicky Krieps (Prisca Cappa), Nolan River (Trent a 6 anni), Alexa Swinton (Maddox a 11 anni), Rufus Sewell (Charles), Ken Leung (Jarin), Nikki Amuka-Bird (Patricia), Abbey Lee (Chrystal), Eliza Scanlen (Kara a 15 anni), Mikaya Fisher (Kara a 11 anni), Kyle Bailey (Kara a 6 anni), Kathleen Chalfant (Agnes), Aaron Pierre (‘Mid size’ Sedan), Alex Wolff (Trent a 15 anni), Luca Faustino Rodriguez (Trent a 11 anni), Thomasin McKenzie (Maddox a 16 anni), Gustaf Hammarsten (direttore del resort), Kailen Jude (Idlib), Daniel Ison (Gret Mitchel), Jeffrey Holsman (sig. Brody), M. Night Shyamalan (autista dell’hotel), Emun Elliott (Trent adulto), Embeth Davidtz (Maddox adulta); produzione: M. Night Shyamalan, Marc Bienstock, Ashwin Rajan per Blinding Edge Pictures e Universal Pictures; origine: USA – 2021; durata: 108′.
Trama
Su un isola tropicale arriva in un esclusivo resort la famiglia composta dai genitori Guy (Gael Garcia Bernal) e Prisca (Vicky Krieps) e i figli Maddox (Thomasin McKenzie, di JoJo Rabbit) e Trent (Alex Wolff, fratello di Nat) in vacanza per stemperare la tensione domestica dovuta ad un problema di cui i ragazzi sono all’oscuro. La famigliola giunge in questo albergo accogliente e lussuoso e un giorno si ritrova in una gita “speciale” su una spiaggia appartata ed esclusiva con altri ospiti.
L’atmosfera inizia fin da subito a farsi strana fino a trasformare il soggiorno in un vero e proprio incubo. Dietro l’apparente perfezione, infatti, si cela un oscuro segreto che determina in coloro che si trovano sulla spiaggia un invecchiamento repentino e irreversibile: un anno ogni 30 minuti. Ciò fa anche progredire le patologie da cui molti dei partecipanti alla gita sembrano affetti. Vorrebbero lasciare questo luogo, ma ogni tentativo di allontanarsi, a nuoto o via terra, si rivela infruttuoso, portando alla morte chi tenta l’impresa. Cosa accadrà? Riusciranno a a salvarsi prima che il giorno finisca?
Il cinema di Shyamalan
Dopo lo straordinario successo di film come Il sesto senso (1999) e Unbreakable (2000) il regista indiano è diventato un vero e proprio marchio: i suoi film, a metà fra l’horror psicologico e il thriller, sono in grado di inquietare lo spettatore, stupendolo spesso con colpi di scena finali (a volte deludenti: penso a Signs con Mel Gibson). Egli riesce ad alzare la tensione nel pubblico senza esibire l’orrore, limitandosi spesso a suggerirlo, grazie ad inquadrature particolari, sghembe o deformate che gli permettono di giocare con le percezioni dello spettatore. Non disdegna di apparire nei suoi film in piccoli ruoli. Ogni sua opera affronta un diverso tipo di paura dell’uomo, che poi si traduce spesso in quella più comune: la paura della morte. In Old l’antagonista è lo scorrere del tempo, che con la sua velocità condanna il gruppo di persone a vivere nell’arco di un giorno esperienze che di solito vengono affrontate in una vita intera. L’epilogo di questa disavventura può essere solo uno, a meno che non trovino una via d’uscita.
Il commento del redattore
Un thriller/horror con pretese da dramma familiare, Old è nè più nè meno questo. lo stesso regista ha ammesso di aver in un certo senso dedicato l’opera al padre scomparso, la cui personalità si ritrova in Guy, sempre pronto a proteggere la sua famiglia:quest’ultimo è messicano, il padre di Shyamalan era indiano, ma entrambi sono immigrati che hanno cercato fortuna in America, la terra delle opportunità ma anche delle discriminazioni. L’inevitabile riconciliazione della coppia in crisi, che arriva in punto di morte, pone fine a questa linea narrativa: ora i fratelli rimasti in vita dovranno farsi forza l’un l’altro per cercare la salvezza.