Piacevolmente circondati dai film di Natale, anche Prime Video non è da meno, proponendo la sua offerta. In proposito, alcuni giorni fa, è uscito sulla piattaforma Oh. What. Fun. di Michael Showalter, con una Michelle Pfeiffer particolarmente esaurita. Risaputo quanto il periodo delle Festività possa rivelarsi impegnativo per una famiglia ma, in questo caso, non è Babbo Natale a creare problemi.
Sinossi di Oh. What. Fun.
Per cominciare, ti racconto la trama di Oh. What. Fun. Claire Clauster, mamma dedita alla famiglia. Un marito che l’adora e tre figli. Anche una brava suocera e nonna. Estremamente organizzata, si prepara al Natale con largo anticipo. Ogni anno, l’arrivo dei suoi figli: Channing, con marito e prole al seguito, Sammy, l’unico figlio maschio, Taylor, accompagnata puntualmente da una fidanzata diversa.
Una matriarca che lavora in silenzio, dall’allestimento degli addobbi natalizi alla cucina, regali inclusi – addirittura, un presente per la vicina di casa, sebbene Claire sia animata da un sentimento di competizione nei suoi confronti. Ha solo un desiderio: partecipare al contest di Mamma delle Feste di Zazzy Tims. La realtà è un’altra, tra fatiche e spiccato senso del controllo per ogni dettaglio.
Un giorno, tutta la famiglia si prepara per un evento speciale. Pronti ad uscire, si chiude la porta e si sale in macchina. Manca qualcuno all’appello, però: si sono dimenticati Claire. Un senso di tristezza e frustrazione prende il sopravvento, perciò la protagonista decide di andare via, sparendo dalla circolazione (o quasi). Famiglia allo sbando. Come sopravvivere senza di lei? Non sarà facile.
Oh. What. Fun. Quando la perfezione diventa una prigione
Partiamo dalla fine. Oh. What. Fun. è piacevole per una serata in compagnia ma, personalmente, non lo rivedrei. Ti spiego subito il perché. Innanzitutto, trattasi di un film sviluppato da una prospettiva diversa dal consueto – questo è lodevole, cambiamento è sinonimo di apertura e viceversa. La figura femminile è posta in primo piano, tutta la storia ruota intorno al personaggio di Claire Clauster.
D’altro canto anche quest’ultima, durante le prime scene, constata quanto i film di Natale manchino nell’attribuire uno spazio di rilievo anche alle donne – infatti è sempre Babbo Natale il protagonista mentre la moglie rimane sullo sfondo. Ma non si vuole aprire un dibattito inerente al genere, semplicemente puntare a una visione insolita dall’abitudine, che può stimolare curiosità di molti.
Michelle Pfeiffer è la matriarca, colei che comanda, soprattutto a Natale. Come cucina e decora lei, nessuno è in grado di farlo. Un’organizzazione perfetta a incastro, sempre, ogni anno. Non chiede mai aiuto, sostenuta dall’amore incondizionato che prova per il marito e i figli, anche se qualcosa scricchiola. Tutti contano su di lei, collante della famiglia – difatti, quando scompare, il nido crolla.
La famiglia stessa diventa una gabbia, anche se, alla fine, trattasi di una mera costruzione rituale solo della protagonista. Volere i figli a casa per le Feste, sebbene siano grandi – la maggiore, per esempio, gradirebbe cambiare piani qualche volta, ma teme che sua madre possa reagire male – sentirsi ancora utile, nonostante il tempo passi inesorabilmente. Claire è un personaggio incompreso.
Nessuno coglie il suo grido d’aiuto silente, tuttavia la signora Clauster non vuole nemmeno che ciò avvenga, fino a un certo punto. Desiderare maggior considerazione perché nulla è scontato. Come poc’anzi accennato, un nuovo punto di vista che affronta tali tematiche con un pizzico di ironia. Tuttavia, la trama è sviluppata in modo un po’ forzato, sfiorando persino l’assurdo, in alcune scene.
A titolo di esempio, la rivalità con il vicinato e il rito dello scambio di un ‘pensierino’ – come dice Michelle Pfeiffer in una battuta di Oh. What. Fun. – trasformandosi, però, in una competizione del tipo ‘chi dona il regalo più grosso’. Inoltre la narrazione potrebbe avere una sua logica, benché irrealistica, ma presenta piccole lacune che non spiegano determinati retroscena, forse utili alla comprensione.
Anche fosse solo per completezza narrativa – ti propongo l’esempio del forte astio tra Taylor e Doug, rispettivamente sorella e marito di Channing, senza approfondire i motivi originari della loro antipatia di lunga data – che esploderà nel corso del film, fino a raggiungere l’apice durante una cena in famiglia. Dunque, come già accennato, Oh. What. Fun. è piacevole per una sola serata, niente di più.
Non colpisce neanche la recitazione. Spicca Michelle Pfeiffer per la sua esperienza – se guardiamo la filmografia, anche Denis Leary non scherza (il marito Nick) – tuttavia Felicity Jones (Channing), Dominic Sessa (Sammy) e Chloë Grace Moretz (Taylor), non lasciano il segno. Magari, Eva Longoria (Zazzy Tims) risulta tra i personaggi meglio studiati poiché la sua energia scuote la famiglia Clauster.
Una tipica commedia natalizia, senza pretese. Tuttavia, Oh. What. Fun. lancia un duplice messaggio che potrebbe risollevare le sorti di questo film: la perfezione non esiste e nulla è scontato. La ricerca del dettaglio perfetto porta ad ammalarsi, meglio lasciare andare, anche perché niente è dovuto – Oh. What. Fun. illustra bene tale aspetto: le azioni quotidiane devono basarsi sul piacere e volontarietà.
