Nope
Regia: Jordan Peele; Sceneggiatura: Jordan Peele; Fotografia: Hoyte van Hoytema; Montaggio: Nicholas Monsour; Musiche: Michael Abels; Scenografia: Ruth De Jong; Costumi: Alex Bovaird; Produzione: Monkeypaw Productions; Distribuzione: Universal Pictures; Cast: Daniel Kaluuya, Keke Palmer, Steven Yeun, Michael Wincott, Brandon Perea, Wrenn Schmidt, Keith David, Terry Notary;
Sinossi di Nope
Dopo la misteriosa scomparsa del padre, i due fratelli Haywood: OJ (Oscar Kaluuya) ed Emerald (Keke Palmer) ereditano il ranch. La loro famiglia addestra cavalli per i film di Hollywood e loro affermano di essere i discendenti di quel fantino di colore famoso per essere comparso nel 1878 in sella ad un equino nella prima sequenza fotografica messa insieme da Eadward Muybridge. Nel frattempo nel ranch di famiglia hanno luogo eventi anomali e inquietanti, sotto una nuvola immutabile.
La recensione
Nope è uno di quei film definibili come sparti acque e quindi capaci di dividere il pubblico: da una parte possiamo trovare quelli che l’hanno adorato, ed elevato a capolavoro dell’horror contemporaneo, dall’altra parte invece troviamo quelli che l’hanno aspramente criticato, accusandolo di essere un film senza senso e di non fare per niente paura. E come nella maggior parte dei casi, la verità sta nel mezzo.
L’ultima fatica di Jordan Peele è sicuramente un film controverso, tecnicamente molto elevato e con una regia molto ispirata, ma dalla scrittura un po’ dubbia. Una sceneggiatura che ha molto da dire e da mostrare, ma che allo stesso tempo fatica a centrare il punto.
Se da un lato abbiamo dei personaggi interessanti che rimangono coinvolti all’interno di una vicenda curiosa e intrigante (e che in realtà già solo questa ripagherebbe il prezzo del biglietto del cinema), dall’altro lato abbiamo anche tutta una serie di temi di fondo e una critica sociale che, a differenza dei due lungometraggi precedenti del regista, sono un po’ più nascosti, portandoli a essere allo stesso tempo molto meno incisivi e non riuscendo sempre ad arrivare allo spettatore con efficacia, questo perché inseriti in una sceneggiatura che, nonostante la grande metafora presente, non va ad affrontare realmente la questione.
Quindi da un punto di vista contenutistico il film non sembra riuscire a pieno, ciononostante da un lato prettamente tecnico è stato fatto un lavoro magistrale.
Una menzione d’onore va sicuramente al cast, tutti svolgono un lavoro eccellente con interpretazioni super convincenti, anche se nessuna di queste è così memorabile da essere ricordata.
La seconda menzione d’onore va data alla fotografia di Hoyte van Hoytema e al comparto sonoro, entrambi molto capaci di riempie la pellicola di scene magnifiche in grado di tenerci sempre incollati allo schermo e di farci percepire a pieno ogni singolo momento d’ansia che la cinepresa ci mostra, nonostante io non me la senta di inserire Nope all’interno del genere horror vista la quasi completa mancanza (se non per qualche sequenza) di scene di vera tensione e di vero orrore.