Nel tempo di Cesare è il nuovo film di Angelo Loy, presentato e prodotto da La Sarraz Pictures e Rai Cinema, Alessandro Borrelli e con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte – Piemonte Doc Film Fund.
Nel tempo di Cesare, diretto da Angelo Loy e presentato alla 19ª edizione della Festa del cinema di Roma, arriverà nelle sale italiane a partire dal 27 gennaio con eventi alla presenza del regista. Il documentario narra le vicende che si svolgono sui barconi di due famiglie di pescatori di anguille a partire dal 1999 nell’arco temporale di vent’anni.
Nel tempo di Cesare. Una storia antica sempre moderna
Nel tempo di Cesare inizia dove solitamente vengono collocate le millenarie e antiche origini buona parte del mondo contemporaneo, oggi conosciuto ed evolutosi da quelle celeberrime radici. Siamo su un tratto urbano del Tevere (GRA, Sud), dove anche qui, come nell’antica leggenda di Romolo e Remo, si sviluppa la storia principale. Cambiano i protagonisti ovviamente, qui abbiamo Cesare e Alfredo, detti Rosci, i quali come gli antichissimi progenitori da cui è nata la futura capitale d’Italia, si fanno la guerra per il controllo del fiume con Nando e Franco, detti Ciccioni, i quali vivono con la madre, Sor Irene.
Con il passare del tempo la faida attenuerà decisamente i suoi toni e, alla morte dei figli di Sor Irene, saranno proprio i Rosci a prendersi cura dell’anziana signora rimasta sola. In seguito poi, l’arrivo di Anwar dal Bangladesh ,porterà a un nuovo Dio del fiume e al rinnovamento di un ciclo che produce memoria ed eredità.
Nella città di Roma, luogo dove si svolge la vicenda, il documentario sarà presentato al Cinema Troisi il 29 gennaio alle 21 alla presenza di Angelo Loy e del protagonista Cesare Bergamini.
Nel tempo di Cesare. Le parole di Angelo Loy
Queste sono le parole di Angelo Loy, grande documentarista romano, sul suo film-documentario che racconta questa Roma segreta, tra leggenda, dura realtà e note registiche di assoluto pregio, molto utili per avere uno sguardo d’insieme direttamente da colui che, Nel tempo di Cesare, lo ha sapientemente costruito:
Fin dall’inizio ho subìto il fascino di personaggi diversi tra loro, i Rosci dai Ciccioni, ma entrambi riusciti a creare delle piccole comunità in cui si esprimeva al meglio una certa cultura romana che sembrava scomparsa, o quantomeno diluita e indebolita in altre parti della città. Oltre a quella tipica di chi ostinatamente frequenta il Tevere di Roma, la cultura “fiumarola”.
Ho subìto il fascino del fiume e del modo in cui i protagonisti mi facevano dimenticare che in quel tratto era la fogna di Roma. Ho subìto il fascino del conflitto, delle storie di coltello. Tutto questo ha guidato le riprese iniziali e motivato lo sforzo di volerle realizzare in 16mm. Mi sono reso conto però che tutto questo non bastava, che sarebbe stato necessario fare un lavoro sul tempo, per evitare di rimanere confinato a un racconto antropologico, per quanto interessante.
Per capire come andare avanti ho impiegato alcuni anni in cui ero consapevole di non voler indulgere nella malinconia dell’estinzione, nell’orazione funebre per una cultura che scompare. In effetti nel corso delle riprese alcuni dei protagonisti sono morti: ma la vita sul fiume continuava e ho capito che quei dolorosi passaggi dovevano diventare gli snodi funzionali alla narrazione di un processo. L’ elemento nuovo che si è aggiunto e poi sviluppato nella storia è il sogno migratorio di Anwar, la sua inesauribile energia nel volerlo realizzare, il suo sforzo per mantenere una dignità nelle difficoltà, il desiderio di ricongiungersi ai familiari.
La presenza di Sor Irene mi faceva sperare nell’integrazione delle due esperienze: quella antica fiumarola, in estinzione, dei Rosci, e quella moderna, orientale e migratoria, di Anwar. La sfida che piuttosto ossessivamente ho deciso di affrontare è stata quella di riuscire a lavorare sul tempo e rendere emblematica una storia ventennale di gente invisibile, che vive ai margini, e la cui azione si svolge in una singola unità di luogo. Uno sguardo interno, empatico, su una cultura che scompare e una nuova che emerge.
Il rapporto di fiducia sviluppato in tanti anni di frequentazione e l’abitudine alla presenza della macchina da presa ha permesso ai protagonisti di sentirsi sempre a proprio agio. Considerandomi il depositario della loro storia (dei Rosci, dei Ciccioni, di Anwar) mi hanno permesso di dirigerli quando necessario.Il parallelo può essere posto come segue: nel corso del tempo noi esseri umani cerchiamo di liberarci di tutto ciò che è predeterminato o deciso da altri, di trovare la nostra strada. E magari ci riusciamo anche. Poi, a un certo punto, per quanto lontani possiamo essere, ci accorgiamo, come l’anguilla, che è il momento per tornare verso il punto di origine.
Riprendere è per me l’esperienza di essere in quel luogo e in quel momento: nelle mie riprese cerco di mettere quelli che sono i miei principi e quello che mi propongo di fare, le emozioni che intendo esprimere e tirare fuori dalla scena. Cerco di metterci il senso di quello che sono e di quello che vedo. Ci metto la mia identità attraverso la scelta dell’inquadratura, dei tempi in cui la trattengo sui protagonisti e sui dettagli. Per fare del mio meglio nel cogliere la tensione narrativa di quel un momento.”
Nel tempo di Cesare. Elenco proiezioni fine gennaio-inizio febbraio
Questi è l’elenco delle proiezioni di Nel tempo di Cesare dei prossimi giorni in tutta Italia:
27/01 Milano – Anteo Citylife ore 19:30 alla presenza di Angelo Loy e del critico cinematografico Matteo Marelli
28/01 Torino Cinema Massimo ore 20:30 alla presenza di Angelo Loy
29/01 Brescia Cinema Nuovo Eden
29/01 Roma Cinema Troisi ore 21 alla presenza di Angelo Loy e Cesare Bergamini
dal 31/01 al 03/02 Dogliani (CN) Cinema Multilanghe
Buona visione!