Nella NBA, quando uno sportivo entra nell’immaginario collettivo, quasi come un supereroe, è inevitabile coniargli un soprannome, che il diretto interessato gradisca o meno. Spesso è la stampa ad avere l’idea, a volte i tifosi e in alcuni casi sono i giocatori stessi a inventarseli. Accade spesso che una caratteristica, fisica o tecnica dell’atleta tragga ispirazione dalla fantasia dei fumettisti o da quella che è per definizione la ‘fabbrica dei sogni’, quindi il Cinema . Di seguito troverai alcuni dei ‘nicknames’ più popolari, passati da un mondo all’altro seguendo la fantasia del pubblico.
1. Ray Allen – “He got game“
Partiamo con quello che è probabilmente il caso più noto. Nel 1998 il regista Spike Lee ha in mente un film che metta in luce l’ipocrisia del college basket e le pressioni subite dai giovani talenti per entrare in questa o in quell’altra università. Per interpretare il protagonista Jesus Shuttlesworth Lee vuole un vero cestista, ma la sua pretesa di girare per otto settimane scoraggia molti pretendenti finchè il giovane Ray Allen, in quel momento in forza ai Milwaukee Bucks, accetta. Accanto a lui un mostro sacro come Denzel Washington, padre del ragazzo cui viene concessa la libertà vigilata e promessa la grazia purchè convinca il figlio ad accettare l’offerta della squadra per cui tifa in governatore. Il film ha successo e la carriera di Allen pure: il ragazzo si dimostrerà una stella della Nba e uno dei tiratori da 3 punti più forti della storia. Da quel momento Allen diventa per tutti “He got game”, titolo del film ed espressione gergale che indica un cestista così forte da controllare il gioco. Nel 2018 è stato inserito fra i membri del Naismith Memorial Basketball Hall of Fame.
2. Shawn Marion – “The Matrix”
Nel 1999 Il giovane Shawn Marion viene scelto dai Phoenix Suns, squadra NBA della Western Conference. Con 201 centimetri di altezza ha un tipo di gioco molto particolare, che gli consente di essere pericoloso in attacco e versatile in difesa. Riesce a saltare e restare sospeso in aria così a lungo ed è dotato di una velocità di esecuzione straordinaria, al punto da essere soprannominato The Matrix dal compagno di squadra Kenny Smith, fan sfegatato dell’opera dei Wachowski. Nel film Keanu Reeves – Neo compie evoluzioni spettacolari e acrobazie mirabolanti muovendosi nell’aria a velocità vertiginose, anche grazie a cavi che lo tengono sospeso, poi cancellati nel montaggio grazie alla CGI. Le doti di Shawn Marion, la sua velocità nel ribaltare l’azione, l’elevazione e la capacità di salto però sono vere, come puoi vedere dal video qui sotto. Ha vinto il titolo NBA con i Dallas Mavericks ed è stato convocato 4 volte all’All Star Game.
3. Dwight Howard – “Superman”
In principio fu Shaquille O’Neal. Se c’è un giocatore che dal 2000 in poi è stato dominante nella NBA è proprio lui. Alto 216 centimetri per 147 chili, è dotato di una personalità giocosa e sopra le righe che lo porta a creare, soprattutto per se stesso, soprannomi altisonanti come The Big Aristotle (Il grande Aristotele) o The Diesel. Trai tanti forse il più banale è quello di Superman che tuttavia non ha mai abbandonato. Almeno fino a quando un altro centro, Dwight Howard, ha indossato il mantello di Superman durante la gara delle schiacciate del 2008 (lo Slam Dunk Contest, vedi foto in alto), vincendola a mani basse. In carriera Howard non ha mantenuto le attese ma il soprannome gli è rimasto. Con buona pace di Shaq.
4. Nate Robinson – “Kryptonate”
Cosa si può fare per battere Superman? Saltargli sopra, per esempio. Questa dev’essere stata l’idea di Nate Robinson, 175 centimetri di puro orgoglio, quando venne selezionato per lo Slam Dunk Contest 2009. Per vincere la gara il piccolo Nate (che salta come un grillo, come faccia a schiacciare a oltre 3 metri di altezza resta un mistero) chiede al vincitore dell’anno precedente Dwight Howard di piazzarsi in piedi davanti al canestro, con tanto di mantello da Superman indosso. Quello che succede è storia: Nate schiaccia a canestro superando in salto i 212 centimetri del centro degli Orlando Magic, che si china appena. Da quel momento Robinson diventa per tutti “Kryptonate”.
5. Dwayne Wade – “The Flash”
Questo è un soprannome che probabilmente è da considerarsi riduttivo, se paragonato all’atletismo, al cuore e alla varietà di mezzi di uno dei più forti giocatori della sua generazione: parliamo di Dwayne Wade, stella dei Miami Heat. Nel 2006 la sua velocità che si traduceva in esaltanti coast to coast da un canestro all’altro, accoppiata alla fisicità del già citato Shaquille O’Neal, condusse i suoi Miami Heat fino alle Finali NBA, nelle quali le sue prestazioni determinarono una rimonta sui Dallas Mavericks, sconfitti per 4-3 dopo essere stati in vantaggio per 3-1 nella serie. Altri due titoli li conquistò come membro dei ‘Big Three’ degli Heat composti da lui, Chris Bosh e LeBron James.