Prime Video ci regala un altro film a tema natalizio: Natale senza Babbo. Difficile immaginare la notte del 24 dicembre senza il caro amico dalla folta barba bianca sulla sua slitta trainata dalle renne. Eppure, Alessandro Gassmann è riuscito a trasportare lo spettatore in un’altra dimensione, apparentemente triste. Quest’anno non c’è Santa Claus, ma qualcun altro, molto vicino a lui.
Natale senza Babbo, sinossi
Nicola e Margaret, coppia indaffarata. Due figli a carico, Stella e Lampo, una vita ordinaria. Ebbene, non lo è. Solo i ragazzi conoscono il loro segreto, tuttavia devono nascondersi dal resto del mondo. Alessandro Gassmann interpreta un Babbo Natale in piena crisi di mezza età: ha perso lo spirito natalizio e, affranto, sostiene quanto le Festività siano diventate mero business.
Sua moglie Margaret (Luisa Ranieri) lo vorrebbe più attivo: Natale si avvicina, non può venir meno al suo ruolo – si creerebbe così un effetto domino devastante, la Festa cancellata e, conseguentemente, i bambini di tutto il mondo colti da una profonda tristezza. Nonostante i rischi, Nicola sparisce, lasciando Margaret nei guai. Come se non bastasse, si aggiungono persino Befana e Santa Lucia.
Natale senza Babbo, la tradizione si spezza
Dopo Oh. What. Fun., ormai è assodato: il Natale non è più prerogativa maschile. Entrambi i film manifestano questa intenzione, dare spazio alla figura femminile. Michelle Pfeiffer casalinga maniaca della perfezione, Luisa Ranieri è la signora Claus altrettanto disperata. Tuttavia, quando le donne si uniscono, possono cambiare il mondo – o distruggerlo, quando vedrai Natale senza Babbo, capirai.
Consiglierei Natale senza Babbo? Sì, per la storia che racconta. Piacevole, insolita, divertente. Senza lacune e scorrevole, vorresti scoprire la fine – soprattutto sapere se Claus XVI si ravvede e torna in sé. Inizialmente lascia perplessi il rifugio ove si è nascosto, in particolare le uniche persone con le quali ha contatti poiché non si svelano subito. Ma poi diventa una sorpresa per lo spettatore.
Nel cast, due attrici spiccano tra tutti. Valentina Romani interpreta Santa Lucia ed è perfetta nel ruolo, tra l’accento siciliano e l’apprezzata ironia. Anche Caterina Murino, nei panni della Befana, non scherza. Ma dimentica la simpatica vecchietta: sprigiona sensualità e può trasformarsi in una donna malvagia, arrivista, spietata – lo sguardo e l’intensità dell’attrice dipingono bene il personaggio.
Sebbene i ruoli siano stati adeguatamente assegnati, tuttora sfugge l’utilità della presenza di una giovane che accompagna Diego Abatantuono. Naturalmente, serve un po’ di magia – altro elemento gradito, soprattutto in questo periodo. Difatti, nel film Natale senza Babbo si ravvisano sprazzi di effetti speciali, dall’uso dell’ascensore che trasporta fino al Polo Nord ai poteri di Santa Lucia.
Non invasivi, piacevoli da vedere, conferiscono quel tocco incantevole alla storia – per non parlare della presenza degli elfi, fondamentali quando si parla di Babbo Natale. Tuttavia, due momenti focali del film ne richiamano un altro, imbattibile: Santa Clause del 1994. Trattasi della trasformazione di Nicola, da uomo comune a Babbo Natale, infine le ultime scene in slitta, sfrecciante nel cielo.
Film diversi, ma l’uno evoca l’altro, seppur in modo differente – quando Tim Allen nota costantemente qualcosa di nuovo nel suo aspetto e il finale in slitta, per l’appunto. Non è la prima volta che si notano rimandi a film di Natale iconici americani da parte di produzioni italiane – esempio, Elf Me con Lillo Petrolo e Anna Foglietta. Un tentativo, magari positivo, ma può rivelarsi fallimentare.
