Dopo una chiusura forzata durata mesi e di cui non si vedeva la fine, le sale cinematografiche stanno piano piano riaprendo e con loro tornano anche i nostri amati film.
Per quanto riguarda le offerte proposte dalla Vision Distribution Morrison vuole proprio essere quel prodotto di punta per il cinema commerciale di questo periodo. La notizia è stata data proprio durante la conferenza stampa tenutasi lo scorso lunedì a Roma e che ha visto la presenza del nuovo amministratore delegato della casa di distribuzione oltre naturalmente al regista e al cast.
Morrison è il nuovo lavoro di Federico Zampaglione, regista e frontman dei Tiromancino ed è la trasposizione di un suo romanzo scritto a quattro mani insieme a Giacomo Gensini: Dove tutto è a metà.
Il libro era stato pubblicato all’epoca dalla Mondadori.
Al centro del racconto c’è la musica ma anche una storia di amicizia: protagonista è Lodo (Lorenzo Zurzolo), un ragazzo con una forte passione per la musica che cerca il successo con i suoi amici della band. Altro personaggio importante è Libero (Giovanni Calcagno), una rockstar, diventata famosa più che altro per un solo titolo, alla ricerca del grande rilancio.
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La conferenza stampa di Morrison
D: Come è nato questo progetto?
R. Zampaglione: “Credo che questo sia uno di quei progetti che è nato un pò perché voleva nascere, come alcune canzoni, non le scrivi quando decidi di scriverle ma ti arrivano nel momento in cui meno te lo aspetti. Questa storia qui era un libro e per me poteva finire anche così, ero contento di com’era il libro e di com’era andato ma devo ammettere che durante le presentazioni tutti ci facevano notare come potesse essere interessante vedere questi personaggi al cinema. Era una cosa rimasta lì per aria, poi però le produttrici hanno comprato questo libro. All’inizio ero molto dubbioso sulla riuscita però mi sono detta che questo film vuole nascere bisogna che nasca. Il giorno che abbiamo iniziato a girare era quello dopo che l’Italia si è chiusa per il covid. Nei giorni prima c’era il presentimento che questo sarebbe avvenuto ma sapevamo che dovevamo comunque fare il film. Abbiamo iniziato le riprese in un clima per certi versi assurdo (anzi per tutti i versi).
Quest’atmosfera poteva distruggere tutto non potendo fare nemmeno un programma per due giorni dopo. Sempre per questa situazione si è creato un clima di unità, una voglia di reagire a questa situazione. Partendo da una posizione di svantaggio alla fine il film si è acceso di questa voglia di reagire, di non smettere di creare, di essere vivi.”
D: Ilaria insieme a Marta avete comprato i diritti di questo libro, quale parte di esso vi è sembrata più cinematografica?
R: “A noi è piaciuto il rapporto tra Lodo e Libero e da lì abbiamo sviluppato il tutto. Sono due personaggi completamente diversi sia per generazione e quindi proprio per questo abbiamo dato credito a quel rapporto.”
D: Federico con questo film hai voluto fare i conti con la tua musica?
R Zampaglione: “L’obiettivo principale del film è quello di parlare delle persone quindi si c’è la musica con i suoi fumi , la sua atmosfera, i suoi rischi e pericoli ma è certamente una caratteristica più universale. Di mio c’è la volontà di andare avanti e continuare, quella cosa che ha segnato anche la mia carriera come musicista.
Anche l’incoscienza di sognare cose che all’apparenza possano sembrare strampalate. Morrison è stato un film, a differenza dei precedenti horror, dove ho avuto l’occasione di raccontare pezzi della mia vita. E’ stato bello inoltre condurre queste persone che non facevano musica dentro questo viaggio.
D: Vorrei sapere che rapporto avrai adesso con la musica? (Lorenzo Zurzulo)
R Lorenzo Zurzulo: “Per me è stata un’esperienza unica questo lavoro è bellissimo anche per questo: ti porta a confrontarti con cose che mai avresti pensato di dover fare.
Io suonavo pianoforte da bambino, sapevo quindi leggere le note, poi quando Federico mi regalò questa chitarra (proprio durante il momento di lockdown totale) ho iniziato ad imparare da autodidatta e una sere dopo una birra è uscita fuori questa canzone che era pensata per me, non per finire dentro a questo film. Devo dire che mi sono appassionato moltissimo e ancora oggi ogni tanto riprendo la chitarra in mano.
D: Vi siete ispirati a qualche Musicista reale?
R Zampaglione: “A nessuno in particolare, ci sono degli stralci di decadimento perché è lì che si misura il rapporto vero che c’è tra l’uomo ed il successo. Noi abbiamo pensato ad un personaggio che ha fatto veramente poche canzoni e che vive all’ombra di quei successi ora molto lontani nel tempo.
D: E’ stato difficile raccontare una storia completamente diversa alle precedenti?
E’ stato un pò diverso perché nell’horror/thriller tu stabilisci un’atmosfera ad inizio film e l’unica cosa che ti interessa è che il tuo spettatore si senta a disagio. L’horror è quella classificazione di film che rimane con la stessa atmosfera . Questo film invece naviga a 360 gradi spaziando da momenti comici ad altri più riflessivi.
Non ho voluto che il film finisse con il successo di uno dei due protagonisti. non ho mai fatto musica con la spinta di voler raggiungere l’apice. So molto bene che il successo è gestito dalla fortuna e non si basa solo ed unicamente sui propri talenti.
D: Come sono nate queste collaborazioni all’interno del film?
R Zampaglione: “Essendo un film che parla di musica servivano anche di volti per dare credibilità alla cosa. Hanno entrambi accettato subito ed è bello quando dei tuoi colleghi illustri accetti una tua proposta con fare così accondiscendente. Per il film hanno dato sicuramente un grosso incentivo alla musica che vi è dentro”.