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Montparnasse-Femminile Singolare, ovvero la crisi in Francia

Irene Pepe 7 anni fa Commenta! 3
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Presentato al Festival di Cannes 2017 e vincitore del premio Camera d’Or come miglior opera prima, esce Montparnasse – Femminile Singolare. Nelle sale italiane la prossima settimana

La crisi colpisce anche la Grande Nation e lo racconta la regista Léonor Séraille in Montparnasse – Femminile Singolare con la storia di Paula, interpretata da Laetitia Dosch. Un altro film su quanto sia difficile per un giovane inserirsi nella società e, in particolare, nel mondo del lavoro.

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Il compito degli artisti è quello di vedere un po’ più oltre rispetto agli altriPoi il film non sarà eccezionale, ci saranno luoghi comuni, mancheranno altre cose che a un regista esperto non sarebbero sfuggite, ma l’ostinazione con la quale Paula vuol rimanere se stessa è un messaggio diretto al quel mondo escludente.

Paula torna a Parigi, dopo essere rimasta a lungo in Messico, e si trova completamente spaesata. Viene lasciata dal fidanzato, buttata fuori di casa dalla madre. Non riesce a trovare un lavoro, non trova nemmeno un amico, anzi, sente la città totalmente ostile, non solo con lei, ma con tutti. È completamente sola, senza un soldo, in più non sa fare niente, passa il tempo nei vagoni della metro e nei centri commerciali. A dire la verità proprio sola non è, perché ha un gatto che la segue ovunque. A offrirle uno spiraglio di luce, e ogni volta a seguito di un equivoco, sono dei perfetti sconosciuti.

Il compito degli artisti è quello di vedere un po’ più oltre rispetto agli altri

Il fatto di poter far arrivare il loro punto di vista a tante persone assieme e non solo all’amico o allo sconosciuto col quale si scambia la propria opinione in un bar, in un certo senso, li vincola al loro dovere. Perciò è interessante vedere il punto di vista di Léonor Séraille, regista giovanissima alla sua prima opera. A poco più di trent’anni si dà per scontato che uno abbia l’urgenza di dire qualcosa. Un regista scafato può anche sacrificare la sua arte occhieggiando al botteghino, ma all’inizio non hai nulla da perdere e dici quello che pensi. Se questa equazione funziona, l’immagine del mondo che, incidentalmente, è Francia, ma potrebbe essere ogni luogo, è ben triste. Tout le mond est pays.

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Vero è che, alla fine, Paula trova la forza per rinascere, ma non ci si dimentica il suo scontro con una società che non la vuole. Questo, dunque, è il messaggio che manda il mondo a una Jeune Femme, che poi sarebbe il titolo originale del film: il mondo non ti vuole. Punto.

Detto con le parole dei Green Day: “And there’s nothing wrong with me, this is how I’m supposed to be in a land of make believe that don’t believe in me“.

Poi il film non sarà eccezionale, ci saranno luoghi comuni, mancheranno altre cose che a un regista esperto non sarebbero sfuggite, ma l’ostinazione con la quale Paula vuol rimanere se stessa è un messaggio diretto al quel mondo escludente.
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