Monkey King: Hero Is Back, film di animazione cinese

Irene Pepe Commenta! 16

Dopo tre anni dalla sua uscita, finalmente 西游记之大圣归来, ossia Monkey King, il cartone animato di Xiao Peng Tian arriva anche in Italia. Una favola nella quale uomini e animali si alleano per sconfiggere i mostri.

Stanno arrivando in Italia i cartoni animati cinesi; pochi giorni fa avevamo annunciato l’uscita nelle sale italiane di Big fish e Begonia, prodotto due anni fa.

Adesso arriva un altro lungometraggio animato, con una storia che unisce sempre il mondo animale, quello umano e quello fantastico.

Il Re Scimmia, che viveva libero e poteva fare qualsiasi cosa volesse in cielo e in terra, un giorno fa arrabbiare gli Dei e viene imprigionato in una cella di ghiaccio nascosta sotto le montagne. Passano 500 anni e i mostri attaccano un villaggio; un bambino fugge verso le montagne e libera, senza saperlo, il Re Scimmia. I due si sosterranno a vicenda e riusciranno così a sconfiggere i mostri e salvare il villaggio.

Monkeyking

Il film è in 3D, quindi esce dal canone iconografico delle anime giapponesi che, invece, hanno influenzato enormemente Big fish e Begonia. Altra cosa degna di nota è che i personaggi cinesi hanno, finalmente, gli occhi a mandorla. Nelle anime, e quindi anche in Big Fish, gli asiatici hanno gli occhi più rotondi di Mary Feldman. Anche i movimenti della bocca sono più realistici e non sembra, come spesso accade nelle anime, che parlino come le marionette, semplicemente aprendo e chiudendo la bocca. La matrice cinese del film è messa in evidenza anche dai volti dei cattivi, che sono simili a quelli delle maschere dell’opera Opera di Sichuan.

Comunque, i film di animazione cinesi non sono certo finiti.

Ce ne sono a decine che sono arrivati già da alcuni anni negli Stati Uniti e stanno avendo un discreto successo, tanto da far pensare che potrebbero sbarcare presto anche in Europa. Le storie sia di Big Fish che di Monkey King sembrano avere come protagonisti la natura, il mito e il loro rapporto con l’uomo. Una cultura, dunque, tutta da scoprire che non può che insegnarci qualcosa.

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