Modern Love è la serie antologica Amazon Original tratta dall’omonima rubrica del New York Times (che puoi leggere, ovviamente in inglese, cliccando qui); nell’attesa della seconda stagione, in arrivo il 13 agosto (trovi più informazioni in merito in questo articolo), ecco la recensione della prima, uscita su Prime Video a ottobre del 2019.
Modern Love – Modern Love (2019)
Regia: John Carney (4 episodi), Tom Hall (2 episodi), Sharon Horgan (1 episodio), Emmy Rossum (1 episodio); sceneggiatura: John Carney (5 episodi), Tom Hall (2 episodi), Sharon Horgan (1 episodio), Audrey Wells (1 episodio); fotografia: Yaron Orbach; scenografia: Jennifer Greenberg; costumi: Lucy W. Corrigan; musiche: Gary Clark, Brian Byrne;
interpreti: Anne Hathaway, Andy Garcia, Dev Patel, Sofia Boutella, Olivia Cooke, Tina Fey, Julia Garner, Catherine Keener, Cristin Milioti, Andrew Scott, John Slattery; produzione: John Carney, Trish Hofmann (co-produttori esecutivi) Sean Fogel (1 episodio) Caitlin Roper (1 episodio) Choire Sicha (1 episodio); Compagnia di produzione: Amazon Studios, Storied Media Group; paese di produzione: Stati Uniti d’America-2019
Com’è strutturata Modern Love
Modern Love è una serie antologica, per cui in ogni puntata lo spettatore segue storie differenti e indipendenti tra loro. Le uniche cose che hanno in comune sono il fatto di essere tutte ambientate nello stato di New York e di essere tutte storie che parlano d’amore, in tante delle sue forme. Ogni episodio dura circa trenta minuti ed è autoconclusivo; in questa prima stagione si è scelto di ricucire alcuni degli avvenimenti nell’ultima puntata per mostrare cos’ha portato i vari protagonisti delle singole storie a incontrarsi o come sono andate le loro vite dopo la fine del loro episodio.
Trattandosi di una serie a capitoli, di seguito troverai la trama di ogni episodio (senza spoiler, cosicché tu possa decidere se guardare l’episodio o meno) e la mia votazione per ciascuno: la valutazione finale sarà dunque una media tra i singoli voti. Ma prima ecco il trailer della stagione.
Episodio 1 – Quando il portiere è il tuo migliore amico – When the Doorman Is Your Main Man
Scritto e diretto da John Carney, in questo episodio i protagonisti Maggie e Guzmin sono rispettivamente interpretati da Cristin Milioti (l’adorabile Tracy di How I met your mother di cui è in lavorazione uno spin off con Hilary Duff, clicca qui per saperne di più) e Laurentiu Possa che ha preso parte a produzioni importanti quali Killng Eve e Sherlock Holmes – Gioco di ombre.
Maggie vive da sola in un appartamento a New York in cui Guzmin lavora come portiere; l’uomo (pur mantenendo la compostezza e il distacco imposti dal suo ruolo) si affeziona alla ragazza quasi come fosse sua figlia, per questo si preoccupa per lei se pensa che i ragazzi che lei frequenta non siano alla sua altezza.
Una storia che parla di un’amicizia profonda, ben raccontata e ben recitata: voto 7.
Episodio 2 – Quando Cupido è una giornalista indiscreta – When Cupid Is a Prying Journalist
Questo episodio, scritto e diretto da John Carney, ha nel suo cast Dev Patel, famosissimo per una lista infinita di film (tra cui ad esempio La vita straordinaria di David Copperfield, di cui puoi leggere la nostra recensione cliccando qui), ma la cui toccante interpretazione in Attacco a Mumbai – Una vera storia di coraggio mi rimarrà per sempre nel cuore.
Con lui c’è Catherine Keener (nominata agli Oscar per il suo ruolo in Essere John Malkovich) e Andy Garcia (che solo per il 2021 / 2022 ha ben 9 titoli all’attivo tra in uscita, in lavorazione e annunciati). Joshua (Patel) è un giovane imprenditore a colloquio con Julie (Keener) che sta scrivendo un articolo sul suo nuovo progetto per un’app d’incontri. Ma dopo le domande di rito la giornalista non può che notare che il velo di tristezza negli occhi del giovane nasconde una storia da raccontare.
E così Joshua parla a Julie del suo vero amore, finito bruscamente anni prima; dopo aver parlato con lui Julie decide di provare a ricucire i rapporti con quello che fu il suo grande amore di gioventù, Michael (Garcia): le vite di tutte queste persone cambieranno radicalmente dopo questo incontro.
Una bella storia, con molteplici personaggi, che non porta ad un forzato lieto fine: voto 7.
Episodio 3 – Prendimi come sono, chiunque io sia – Take Me as I Am, Whoever I Am
Anche questo episodio è scritto e diretto da John Carney, basato sulla storia originale scritta da Terri Cheney, e vanta nel cast la strepitosa interpretazione di Anne Hathaway che nel ruolo di Lexi risulta straordinaria. Il suo personaggio racconta, durante la stesura della sua biografia per un sito d’incontri, com’è vivere quando si è effetti dal disturbo bipolare; l’alternarsi delle sue due opposte personalità, se così vogliamo chiamarle, è paragonato alla vita di Rita Hayworth dopo aver interpretato Gilda (puoi leggere un nostro approfondimento su questa attrice cliccando qui).
Il tema è affrontato con delicatezza ed eleganza, ma senza retorica: questo singolo episodio è da vedere anche indipendentemente dal resto della serie; voto 10 pieno.
Episodio 4 – Riunirsi per tenere vivo il gioco – Rallying to Keep the Game Alive
Questo episodio è scritto e diretto da Sharon Horgan, e nel cast c’è una coppia di attori brillanti: l’impareggiabile Tina Fey, i cui tempi comici così naturali sono invidiabili, e John Slattery, l’inossidabile Roger Sterling di Mad Men (di cui trovi la nostra recensione a questo link).
I due interpretano una coppia che comincia a rendersi conto di essersi allontanata: i loro figli sono ormai grandi e il fatto che Dennis, il marito, abbia sempre tenuto sua moglie Sarah a distanza dal proprio lavoro attoriale comincia ad essere pesante per lei. L’episodio racconta il loro viaggio per sistemare il loro rapporto.
Con due ottimi attori era difficile fallire, e infatti anche questo episodio funziona ed è facile identificarsi con i personaggi: voto 7.
Episodio 5 – In ospedale, una parentesi di lucidità – At the Hospital, an Interlude of Clarity
In questo caso è la storia a risultare forse poco credibile e quasi forzata (per quanto in teoria tratta dagli eventi realmente accaduti e raccontati dall’autore dell’articolo, Brian Gittis): voto 4.
Episodio 6 – E così sembrava, papà. Ma era solo una cena, giusto? – So He Looked Like Dad. It Was Just Dinner, Right?
trovi la recensione qui), che ha sempre sofferto la mancanza di una figura paterna nella sua vita, e si trova a cercarla in Peter, interpretato da Shea Whigham (al momento impegnato con le riprese per Mission Impossible).
Emmy Rossum e scritto da Audrey Wells, e racconta la storia di Maddy, interpretata da Julia Garner (Ruth Langmore in Ozark, di cuiLa storia è plausibile, ma purtroppo l’episodio non regge: le intenzioni di Maddy sono confuse (così come la trama nel suo complesso) ed è difficile per lo spettatore capire le sue scelte; l’interpretazione in generale è piatta e la puntata risulta poco interessante: voto 4.
Episodio 7 – Il suo era un mondo per una – Hers Was a World of One
L’episodio è scritto e diretto di nuovo da John Carney e nel suo cast ha Olivia
Tobin e Andy sono decisi ad adottare un bambino, perciò si trovano ad incontrare Karla, una clochard incinta intenzionata a dare la propria bimba in adozione perché il suo stile di vita non si adeguerebbe alla maternità. Ma prima di lasciare sua figlia con la coppia vuole accertarsi che loro possano crescerla con l’amore che merita.
Di nuovo, un tema importante come l’adozione ma trattato con eleganza e senza cadere in facili stereotipi; voto 7.
Episodio 8 – La corsa diventa più dolce vicino all’ultimo giro – The Race Grows Sweeter Near Its Final Lap
Voto per l’episodio: 6.
Per chi gradisce la favola per adulti a lieto fine. In realtà la banalizzazione di un mondo emotivo psichicamente/psichiatricamente devastante. Ritratti inoffensivi solo per chi non ha vissuto o vive la realtà di esperienze che spesso non lasciano scampo. Una serie che conferma una superficialità generalizzata in stile “andrà tutto bene”.