Dopo ogni trasposizione tratta dai suoi romanzi, sono sempre più affascinata dalla fantasia di Neil Gaiman e dal suo modo di mostrarci delle realtà con una prospettiva diversa e ogni volta originale. Se in Good Omens ci aveva divertito con l’angelo Azraphel e il demone Crowley e la loro lotta per evitare l’apocalisse, questa volta Gaiman riporta alla luce le antiche credenze religiose e i loro protagonisti divini, miti e leggende che rivivono nelle terre americane. Divinità moderne che utilizzano i media o meglio, impersonano i media, manipolano l’informazione, le opinioni e che hanno intenzione di schiacciare definitivamente gli antichi Dèi, ancora in possesso della magia e di armi poderose, in una guerra per la conquista di ancor più devozione e adorazione. Divinità egoiste e violente che non esitano ad usare gli altri e che non si fanno remore di abusare del proprio potere, alla continua ricerca di segueaci che possano aumentare la loro forza e la loro influenza.
Disponibile su Amazon Video con due stagioni, American Gods è una serie basata sul’omonimo romanzo di Neil Gaiman ed è ideata da Bryan Fuller e Michael Green; nel cast tra gli altri: Ricky Wittle/ Shadow Moon, Ian McShane/ Mr. Wednesday, Emily Browning /Laura Moon, Peter Stormare/ Czernobog, Cloris Leachman/ Zorya Vechernaya, Orlando Jones/ Mr.Nancy, Pablo Schreiber/ Mad Sweeney, Crispin Glover/ Mr.World e Gillian Anderson/ Media nella prima stagione.
Trama
Shadow ha pagato il suo debito e finalmente i suoi tre anni di prigione sono finiti; ora può finalmente tornare a casa dalla sua amata moglie Laura e ricostruirsi un futuro ma, appena poco prima del suo rilascio, la donna muore in un incidente stradale. L’uomo è schiacciato dal dolore ma non solo, una grande inquietudine turba il suo essere, acuito da alcune strane visioni che Shadow ha iniziato ad avere da qualche giorno e l’incontro di un misterioso uomo che si fa chiamare Mr. Wednesday, il quale sembra conoscere molto del suo passato, non fa che aumentare questa sua sensazione di disagio. Inoltre lo strano personaggio offre a Shadow un lavoro ben retribuito: fargli da guardia del corpo e autista, proposta che l’uomo accetta spinto dalla necessità, anche quella di allontanarsi dalla sua città ma soprattutto dai ricordi della moglie Laura che lo ha tradito anche il giorno della sua morte. Fin dal primo giorno di lavoro con il suo stravagante capo, Shadow inizierà un viaggio che lo porterà alla scoperta di miti, leggende e divinità che si pensava perdute ma che invece convivono ancor oggi insieme a noi, chi ancora ancorato ad antichi riti e chi invece al passo con i tempi, ma alla continua ricerca di più adepti e più adorazione.
“Gli dèi muoiono. E quando muoiono davvero nessuno li piange o li ricorda.”
La prima stagione è un susseguirsi di scene visionarie che spesso sembrano slegate dalla trama principale ma, insieme a Shadow che come noi si muove per la prima volta in quell’irreale mondo parallelo, proseguendo la visione tutto diventa più chiaro e ogni personaggio “divino” assume la sua verà identità fino ad allora celata, ma soprattutto ci racconta anche il suo passato, la sua origine, le motivazioni e il viaggio che l’ha condotto in America. Non ti nascondo di aver quasi rinunciato a proseguire American Gods dopo i primi due episodi, ma ero troppo curiosa di capire dove ci avrebbe portato la storia, cosa ci avrebbe svelato, cosa avrebbe voluto raccontarci e sinceramente Mr. Wednesday mi ha fatto innamorare fin da subito e, nonostante non sia proprio benevolo e retto, sono diventata una sua fedele seguace! Un’altro personaggio che ho particolarmente gradito è Mad Sweeney, interpretato dal gigantesco Pablo Schreiber, il quale compie un imprevedibile evoluzione personale; se nella prima stagione è solamente uno sbruffone violento e volgare, nella seconda, forse anche spinto da un amore impossibile, scopriamo il suo passato e con esso rivalutiamo le azioni da lui compiute, fino all’estremo tentativo che compie per liberarsi dal giogo di Mr.Wednesday. A convincermi inoltre a continuare la visione una serie di gustosi momenti splatter (aaah la mazza di Czernobog!) arricchiti da effetti sonori realistici, le varie e simpatiche “imitazioni” di celebrità di cui Media indossa i panni e una serie di affascinanti nudi maschili, molto superiori a quelli femminili nel corso della stagione…
Probabilmente la serie ha risentito del cambio degli sceneggiatori, a quanto pare sia per l’alto costo dei primi otto episodi, sia per divergenze creative nello sviluppo della trama per la seconda stagione, i quali hanno ricevuto anche le critiche di Gaiman che avrebbe voluto una trasposizione più fedele del suo libro, ma se la prima riesce a mantenere vivo l’interesse dello spettatore, purtroppo la seconda stagione è un pò deludente. La storia sembra rallentare, tutte le rivelazioni sono già state fatte, i personaggi svelati e restiamo in attesa di una battaglia totale tra divinità che ancora non arriva, le visioni di Shadow calano e con esse le scene utopiche che le avevano accompagnate per tutta la prima stagione, ci sono lunghi e noiosi dialoghi che spesso appaiono privi di significato all’interno della storia e sono ben pochi gli avvenimenti “memorabili”. Seppur Shadow sia un protagonista principale e la sua vera identità evochi ricordi di forza, coraggio e potenza, durante questi otto episodi appare privo di significato, in balia degli eventi da cui lui si lascia trascinare senza compiere azioni rilevanti e Ian McShane, nella grandezza del suo talento nella recitazione, appare ora sprecato nel ruolo di Mr. Wednesday che ha perso gran parte della sua epicità.
La terza stagione di American Gods dovrebbe debuttare a metà 2020, arricchita di nuovi personaggi ma con qualche abbandono e un nuovo sceneggiatore...vedremo dove ci porterà questa storia. Personalmente seguirò anche la terza, ormai sono troppo curiosa di capire come andrà a finire, se chi ci ha lasciato tornerà, se finalmente Shadow prenderà in mano il suo destino e che intenzione hanno le divinità riguardo al futuro di noi futili essere umani, con la speranza che non mi provochi ben più di uno sbadiglio com’è già successo con la seconda stagione.