Da pochi minuti si sono concluse il primo, il secondo ed il terzo episodio della seconda stagione di Manifest, intitolate Allacciate le cinture, Il ritrovamento e Orizzonte artificiale
Ma dove eravamo rimasti? Dopo un breve e veloce riassunto della prima stagione, uno dei misteri che da mesi attanaglia i fans è presto svelato.
A dire il vero, non so perchè, ma non è stata per me una grande sorpresa scoprire che quello sparo, in realtà, avrebbe colpito l’oggetto del contendere, ovvero Michaela, e infatti è stato proprio così, quello che invece mai mi sarei aspettata è che Michaela incitasse Zeke a fuggire e scaricasse tutta la colpa sull’amato Jard, tanto da non volerlo vedere per mesi.
“Tutto è collegato”
però, così scopriamo anche, finalmente aggiungerei, quale è la missione che i fratelli Stone, con l’aiuto indispensabile direi, del piccolo Call, devono portare a termine: salvare quanti più passeggeri possibile, presenti sul volo 828.
Cosiì i primi della lista sono i coniugi Vasik divenuti una sorta di fanatici dei versetti della Bibbia, disposti al suicidio e lasciare orfani tre figli, pur di far cessare quelle voci, quelle urla…..ma ad essere salvato, in realtà sarà qualcun’altro.
Michaela e Ben si trovano così ad essere testimoni dei miracoli che gli anche gli altri passeggeri sono in grado di compiere, insegnando loro come si ascoltano quelle voci, e cosa vogliono comunicare.
Saanvi intanto continua ad andare proprio dritta in bocca al lupo, facendosi aiutare da chi invece non vuole altro che danneggiarla e carpire da lei quante più informazioni possibile,… sarà forse il famoso Maggiore?
La sorpresa più grande, anche questa, a dir la verità, non del tutto inaspettata, è stata la “resurrezione” dell’investigatore Vance. Ci avevate sperato tutti, dite la verità e a quell’esplosione, nessuno ci aveva creduto.
Tutta questa storia, diciamo la verità, è strana e surreale, ma che il “dono delle chiamate” si possa addirittura trasferire d padre in figlio, quando questo figlio è ancora nel grembo materno, ha davvero dell’extraterrestre.
Oltre alle “chiamate” sembra che gli sfortunati passeggeri passeggeri dell’828, in questa seconda serie, siano improvvisamente presi da strani tremolii, simili a crisi schizofreniche, in cui si trovano a rivivere l’esperienza della turbolenza sull’aereo o altre situazioni al limite del paranormale.
Ed ora che tutti i membri della famiglia Stone ricevono le chiamate, in che razza di guaio andrà a cacciarsi Olive, esclusa e terrorizzata dall’idea di restare sola se tutti, come sembrerebbe , sono destinati a morire con data certa?
Quello che davvero non mi aspettavo, è l’abissale distanza che si viene a creare fra Michaela e Jard, mentre la biondina sembra invece sempre più vicina a Zeke, personaggio che, in questo secondo capitolo della serie, sembra davvero essere di primaria importanza.
In questi primi due episodi, per una domanda alla quale si trova risposta, sembra che ce ne vengano propinate altre cento.
Alla fine è proprio la fragile Saanvi a dare il contributo più copioso, svelandoci l’identità del Maggiore ed escogitando un ingegnoso piano per aiutare Ben e l’investigatore Vance nelle loro ricerche.
Rispetto alla prima stagione, le scene sono più dinamiche, senza tempi morti nè dialoghi lunghi e noiosi e anche gli stacchi fra una scena l’altra sono meno bruschi. Michaela sembra iniziare ad aprirsi di più, sarà forse merito di Zeke? Vedremo.
Anche le chiamate di Grace iniziano ad intensificarsi e alimentano veri e propri rebus da risolvere; finalmente diventa anche lei parte del gioco, ed abbandona il ruolo della moglie costantemente affranta e dalla lacrima facile, per divenire più attiva e partecipe della vicenda.
Per ora il terzo episodio si chiude con un grosso dubbio su quale sarà il ruolo di Olive nellaChiesa dei Redivivi di Adrian: riuscirà a capire da quale parte stare?