Molti di voi condivideranno con me la passione per quelle serie Tv o film in cui vengono mostrati i metodi usati dall’FBI per scovare i serial killer, le scienze comportamentali applicate al crimine o criminologia, ma nessuno si è mai soffermato sull’origine di questa tecnica investigativa, di come si è arrivati alla profilazione psicologica degli assassini e soprattutto in che modo si è svolto lo studio. Mindhunter, disponibile su Netlflix con due stagioni, risponde proprio a queste domande e lo fa in maniera esemplare, con un cast eccezionale soprattutto per quanto riguarda i volti degli assassini seriali noti alle cronache della realtà e con una trama accattivante, arricchita da particolari scenografici a dir poco perfetti.
Tratta dal libro Mindhunter- La vera storia del primo cacciatore di serial killer americano di John E. Douglas e Mark Olshaker, nel cast della serie Jonathan Groff (Glee)/ Holden Ford (nella realtà l’ex agente FBI John E. Douglas e autore del libro), Holt McCallany (Justice League)/ Bill Tench (l’ex agente Robert K. Ressler), Anna Torv (Fringe)/ Wendy Carr (dottoressa Ann Wolbert Burgess), Stacey Roca/ Nancy Tench, la moglie di Bill.
Ma sono gli interpreti che danno il volto ai più famosi serial killer della storia a farci rimanere a bocca aperta per la loro somiglianza, opinione che potrai verificare da solo con le foto alla fine dell’articolo a cui ho aggiunto il video originale dell’intervista a Charles Manson comparato all’interpretazione dell’attore.
Gli psicopatici sono estremamente abili a imitare le emozioni umane. È così che manipolano la gente o acquistano potere sul loro ambiente. Wendy Carr
Nel 1977 il giovane agente Holden Ford viene inviato a Quantico nella sezione di scienze comportamentali dove, insieme a Bill Tench e alla dottoressa Wendy Carr, inizierà uno studio per delineare e profilare i serial killer attraverso interviste condotte nelle carceri dove sono imprigionati i peggiori assassini della storia. Sicuramente non è un lavoro facile, anche perché i tre hanno comunque una vita privata da gestire. Holden ha una relazione con Debbie, laureanda in psicologia dal carattere tenace e indipendente, forte sostenitrice delle sue opinioni anche se molte volte si scontra con l’arroganza e l’estrema puntigliosità del giovane.
Bill ha un figlio adottivo probabilmente autistico e che presenta alcuni tratti che, come l’agente ha spesso modo di verificare sul campo, sembrerebbero anticipare un destino già segnato e la continua lontananza da casa mette in crisi il suo matrimonio con Nancy. La dottoressa Carr invece nasconde bene la sua vita privata, anche perché in un periodo come la fine degli anni 70 non si era davvero di mentalità aperta nei confronti delle lesbiche, ma è anche costretta a confrontarsi con un mondo a maggioranza maschile e maschilista.
Viaggiando da una parte all’altra della nazione, i tre si troveranno a confrontarsi con i più efferati serial killer della storia, con il loro passato, la loro storia familiare ma anche le emozioni e le sensazioni provate durante i delitti, tutto questo per comporre un puzzle con cui si possa fermare questa nuova specie di criminali, la loro scia di omicidi, e dando inizio alla terminologia moderna della criminologia come la definizione serial killer.
Inizialmente scettici sull’utilità dello studio, piano piano invece l’interesse dell’FBI, e degli investitori, aumenta e con esso anche i finanziamenti, permettendo all’unità di ampliarsi e aumentare il personale, grazie anche allo strenuo lavoro di Ford, Tench e Carr e al successo in alcuni piccoli casi di contea. Ma sarà quando la città di Atlanta sarà funestata da un assassino di bambini che l’unità di scienze comportamentali metterà per la prima volta i suoi studi teorici in campo per risolvere il difficile caso, anche se il suo esito non può dirsi soddisfacente…
Quando tagli la gola a una persona, devi tagliare da un orecchio all’altro in modo da recidere la trachea e la giugulare, così si dissangueranno e soffocheranno allo stesso tempo. Altrimenti proveranno solo molto dolore. È così che ho imparato il vero significato del termine: “Da un orecchio all’altro”. La gente pensa che sia un modo di dire. Non lo è. È un’istruzione. Edmund Kemper
Mindhunter ti terrà incollato alla poltrona fin dalle prime battute e riuscirà a soddisfare la tua curiosità su i più grandi serial killer della storia, ripercorrere le loro gesta, ma soprattutto avrai veramente modo di fare un viaggio negli anni ’70, sia per quanto riguarda le ambientazioni, le scenografie ed i costumi accuratamente riprodotti.
Pensare che la serie Mindhunter sia tratta dalla realtà rende ancora il tutto più interessante, ed è possibile rivivere quel periodo grazie anche a una ricostruzione accurata dell’epoca storica sia per quanto riguarda le questioni razziali che angustiano il sud del paese e si scontrano con il desiderio di giustizia, per la poca fiducia nel governo da parte degli afroamericani giustificata anche dal poco interesse mostrato inizialmente per gli omicidi di Atlanta che coinvolsero ben 28 giovani di colore, ma anche per la grande importanza dei media di fronte a certe tragedie e di come indirizzino spesso gli eventi.
Quando l’unità si trova di fronte ai più noti serial killer della storia le inquadrature ci fanno sembrare di essere lì con loro, seduti a quelle scarne panche di legno e circondati da sbarre, di fronte a uomini che hanno commesso crimini indicibili mentre raccontano le loro storie in un aria calda, soffocante e piena di tensione.
Non ti nascondo che più di una volta ho sentito una stretta allo stomaco nel risentire alcuni eventi che avevo letto anni fa nel Dizionario dei serial killer (puoi acquistarlo cliccando qui) e che ora venivano raccontati sullo schermo da attori che potrebbero essere ben scambiati con quei brutali assassini, ho condiviso le emozioni di Tench e Ford, molto spesso di sdegno e incredulità, nel sentire la freddezza nell’esporre le motivazioni che hanno portato a quelle morti cruente, a volte talmente assurde da non credere siano vere.
A volte le scene in Mindhunter sono così intense che non sembra più di guardare una serie ma bensì un documentario in cui si rimane incantati ad ascoltare le domande e le risposte, in cui si apprezza la caratterizzazione dei vari personaggi così perfetta da sembrare reale e viva, in cui si respira la stessa aria che hanno respirato gli agenti dell’FBI in quei lontani anni 70, accompagnati molto spesso da silenzio o dai rumori del carcere, o da una colonna sonora con brani caratteristici di quel periodo.
Se sei in cerca di una serie da vedere semplicemente perfetta e non spaventa fare un viaggio nella mente dei peggiori serial killer della storia, Mindhunter è il titolo che fa per te anche se ti avverto che ancora non si sa quando verranno iniziati i lavori per una terza stagione e non abbiamo news in merito… sperando che arrivino presto, ti lascio alla galleria delle foto e il video dell’intervista originale a Charles Manson.
Cameron Britton/ Edmund Kemper, o Killer delle studentesse, uccise e decapitò 8 persone tra il 72 e il 73. Attualmente in carcere.
Oliver Cooper/ David Berkowitz o Killer della 44, colpevole di sei omicidi e diversi ferimenti tra il 76 e il 77. Attualmente in carcere.
Michael Filipowitc/ William Pearce, o Junior, 9 persone uccise tra cui una bambina di 13 anni tra il 70 e il 71. Attualmente in carcere.
Corey Allen/ William Henry Hance, uccise quattro persone tra il 77 e il 78. Giustiziato sulla sedia ellettrica nel 1994.
Robert Aramayo/ Elmer Wayne Henley Jr, il quale tra il 70 e il 73 aiutò Dean Corrl/ Candyman a torturare e uccidere circa 28 ragazzini (Omicidi di massa di Houston) prima di assassinare il suo mentore. Attualmente in carcere.
Morgan Kelly/ Paul Bateson, accusato di aver smembrato 7 uomini tra il 77 e il 78. Attualmente in carcere.
Christopher Livingston/ Wayne Williams, principale sospettato degli omicidi dei bambini di Atlanta avvenuti tra il 78 e l’81. Attualmente in carcere.
Christopher Backus/ Ted Watson, membro della Manson Family condannato per aver partecipato attivamente agli omicidi LaBianca e la strage di Cielo Drive dove morì Sharon Tate. Attualmente in carcere.
Interpretato da Sonny Valicenti, B.T.K (Bind, Torture, Kill) che nella serie vediamo fare i primi passi verso il crimine…lo vedremo in azione nella terza stagione?
Qui sotto, il video originale dell’intervista a Charles Manson e l’interpretazione di Damon Harriman, che ha il solito ruolo anche in Once upon a time in Hollywood di Tarantino. Charles Manson è deceduto nel 2017.