Il 9 giugno 1961 ad Edmonton, in Canada, nasce Michael Andrew Fox; per i primi 10 anni della sua vita Fox viaggia molto perché il padre, William, è arruolato nelle forze armate Canadesi, ma nel 1971, in occasione del suo pensionamento, la famiglia si stabilisce a Vancouver. Non passa molto tempo prima che Fox faccia il suo ingresso nel mondo della recitazione: a soli 15 anni interpreta il ruolo di Jamie, nipote di Leo (Brent Carver) nella serie tv canadese Leo and me.
Deciso a dedicarsi a tempo pieno alla carriera attoriale, Michael Andrew Fox si trasferisce appena diciottenne a Los Angeles, ma per poter prendere parte nel 1979 al primo film per cui viene ufficialmente scritturato (Letters from Frank) analogamente a molti altri suoi colleghi è costretto a cambiare nome. Gli interpreti dovevano infatti essere iscritti alla Screen Actors Guild, sindacato degli attori ora noto come SAG-AFTRA, che non ammette casi di omonimia e aveva già tra i suoi affiliati un Michael Fox.
Scartata per ovvie ragioni l’opzione di registrarsi come Michael A. Fox (che in inglese sarebbe Michael La Volpe), nasce ufficialmente su quei registri la promettente stella del cinema dal nome Michael J. Fox, dove la “J” è stata un’aggiunta in onore dell’attore Michael John Pollard. Un analogo destino anagrafico l’ha subito anche il buon David John McDonald: clicca su questo link per scoprire il suo nome d’arte.
La carriera di Michael J. Fox
Nel 1981 Michael J. Fox interpreta un tirocinante in medicina che, appena quindicenne, si attira le antipatie dei suoi colleghi nella serie Trapper John M.D.: a questo link puoi vedere l’episodio completo in lingua originale in cui il suo personaggio, incredibilmente dotato ma anche altrettanto supponente, si trova a commettere un errore di valutazione; si può notare come fin da giovane l’attore disponesse di un ampio ventaglio di registri d’interpretazione.
Dopo aver preso parte ad un’altra breve serie tv tra l’80 e l’81, Palmerstone U.S.A., il vero successo per Fox arriva nel 1982 con il ruolo di Alex in Casa Keaton (il cui titolo originale è Family Ties): in un certo senso di nuovo un ruolo da giovane ambizioso e desideroso di fare carriera che gli rimarrà un po’ addosso anche in alcuni lavori futuri.
La serie dura per ben sette stagioni, e incassa anche svariati premi, tra cui tre Emmy vinti proprio da Fox. Sul set l’attore ha avuto modo di lavorare, tra gli altri, anche con un giovanissimo Tom Hanks nel ruolo dello zio. Lo show, oltre ad essere stato la rampa di lancio per la sua carriera, è stato anche il luogo in cui l’uomo ha incontrato Tracy Pollan, che nella serie interpreta la sua fidanzata e che è poi diventata sua moglie anche nella vita reale. I due sono sposati dal 1988 ed hanno quattro figli.
Durante il periodo di Casa Keaton, dall’82 all’89, Michael J. Fox è nel suo momento di massima fama; nel solo 1985 usciranno tre film che lo vedranno protagonista: Poison Ivy (in italiano intitolato Guerra dei colori), Voglia di vincere e il primo capitolo della saga di Ritorno al futuro.
Voglia di vincere, in lingua originale chiamato Teen Wolf, si colloca a metà strada tra il fantasy e la commedia e nel 2011, oltre vent’anni dopo la sua uscita, ne verrà realizzata un’omonima serie tv dai toni più cupi; nel film il giovane Scott scopre con sua enorme sorpresa di essere in realtà un licantropo, con ovvie ripercussioni grottesche sulla sua vita di adolescente.
Una curiosità in merito al doppiaggio italiano è che nella versione nostrana il personaggio di Fox non si chiama Scott ma Marty: questo perché da noi il film è uscito dopo Ritorno al futuro, e si sperava in qualche modo di riuscire a sfruttare il successo di quest’ultimo. Questo è uno dei tanti casi in cui gli adattamenti in italiano mostrano delle “licenze poetiche” nella traduzione, ma tutti i nerd che hanno amato Ritorno al Futuro e l’hanno visto anche in lingua originale non possono che sorridere pensando all’ironia del fatto che l’esclamazione preferita di Doc Emmett Brown sia proprio “Great Scott!” (da noi tradotto con “Grande Giove!”).
Chissà se anche nella versione USA non si sia scelta questa esclamazione, già all’epoca considerata datata, per tentare un’improbabile citazione…
E’ proprio con Ritorno al futuro, comunque, che il successo di Michael J. Fox diventa planetario: le avventure di Marty e Doc, interpretato dall’adorabile Christopher Lloyd, che pasticciano con il continuum temporale sono nel cuore di molti ragazzi cresciuti negli anni 80 e 90, e anche se è doloroso ammettere che forse la trilogia non è invecchiata benissimo non si può negare che sia una pietra miliare del suo genere. In questo video un giovanissimo Fox racconta com’è stato girare in contemporanea Casa Keaton di giorno e Ritorno al futuro di notte.
Negli anni successivi Michael J. Fox interpreterà vari ruoli più seri in film drammatici quali La luce del giorno, di Paul Shrader, Le mille luci di New York di Jamese Bridges e il sofferto Vittime di guerra, per la regia di Brian de Palma e recitato in coppia con Sean Penn: l’attore non ricorda con positività quel set perché la convivenza con Penn non è stata affatto semplice.
Questi tre film sono intervallati da un’altra pellicola più leggera, Il segreto del mio successo, una commedia degli equivoci in cui Fox interpreta un ambizioso neolaureato che partendo da fattorino riesce a fare carriera fino ai vertici di una compagnia: un pretesto narrativo classico dei film americani degli anni 80 e 90, per cui l’attore risulta una scelta perfetta. Puoi leggere un articolo approfondito su questo film cliccando qui.
L’accoglienza da parte del pubblico è stata altalenante: secondo Rotten Tomatoes il secondo film (come capita in realtà per la maggior parte delle trilogie) non ha avuto un successo equiparabile al primo, mentre il terzo (con il suo totale cambio di storia) ha nuovamente raccolto il favore del pubblico, ragione per cui il lavoro del duo Spielberg / Zemeckis è ancora oggi considerato un classico.
Ma è nel 1991 che la vita di Michael J. Fox subisce un duro colpo: l’attore è sul set di Doc Hollywood – Dottore in carriera, che racconta la storia di questo ambizioso chirurgo dalla vita frenetica che per una serie di eventi si trova costretto a lavorare per un periodo in un piccolo paesino; dopo un’iniziale fatica, il dottore comincerà ad apprezzare questo stile di vita più modesto e rilassato.
La trama di questo film è ironicamente profetica per la vita di Fox, che proprio in quel periodo si rende conto dei primi tremori incontrollabili alle mani: di lì a breve all’uomo verrà diagnosticato il morbo di Parkinson. In un’intervista del 2010 l’attore dichiarerà come il Parkinson gli abbia in un certo senso salvato la vita, obbligandolo a rallentare e prendersi cura di sé dopo averne vissuto la prima parte con ritmi serrati (come puoi vedere nel video più sopra) e problemi con l’alcool.
Michael J. Fox non rilascerà però la notizia della sua malattia fino al 1998: nel frattempo continuerà a lavorare assiduamente comparendo in un film tv diretto da Woody Allen dal titolo Don’t drink the water, lavorando come doppiatore nel film In fuga a quattro zampe e nel suo sequel Quattro zampe a San Francisco, e recitando in ben 10 film per il cinema.
Fra queste produzioni mi sento di segnalarti Amore con interessi e Caro zio Joe, se sei in cerca di un film con un lieto fine per una serata leggera, ma anche Sospesi nel tempo (scritto e diretto da Peter Jackson) e Mars Attacks! per la regia di Tim Burton se invece vuoi buttarti sulla fantascienza. Di seguito tre minuti di puro delirio tratti da quest’ultimo film (attenzione perché contiene degli spoiler se non l’hai mai visto).
Nel 1996 Fox torna al piccolo schermo con la sit-com Spin City, che andrà in onda fino al 2002 e che purtroppo sarà l’ultimo lavoro seriale di lungo corso che lo vedrà protagonista: con l’annuncio al pubblico della sua malattia e con l’aggravarsi delle sue condizioni, l’attore sarà costretto ad abbandonare la serie nel 2000. Michael J. Fox interpretava il vice sindaco della città, ed al suo posto subentra Charlie Sheen al suo primo ruolo televisivo.
Nemmeno questo però basterà a fermare il lavoro di Fox: continuano i suoi doppiaggi, perché presta la voce al topolino Stuart Little in entrambi i film a lui dedicati e lavora anche nel classico Disney Atlantis – l’impero perduto. Nel 2002 pubblica la sua prima autobiografia dal titolo Lucky man: a memoir, in cui racconta la sua vita con la malattia, e diventa attivo sostenitore della ricerca sulle cellule staminali per la cura di malattie degenerative fondando la Michael J. Fox Foundation for Parkinson’s Research.
Continua inoltre a regalarci cameo e comparsate in varie produzioni e personaggi più o meno frequenti in alcune serie tv (il dottor Kevin Casey in Scrubs, Daniel Post in Boston Legal, l’avvocato Louis Canning in The good wife e relativo spin-off e l’avvocato Ethan West in Designeted Survivor). In molti di questi casi i suoi personaggi soffrono di patologie simili o correlate a quelle di cui soffre l’attore, o sono comunque lo specchio di vite difficili.
Attualmente Michael J. Fox è molto impegnato nelle raccolte fondi per la ricerca scientifica, puoi rimanere aggiornato sulle iniziative seguendolo sul suo profilo Instagram ufficiale. L’amico Christopher Lloyd ha girato quest’anno una serie per Discovery dal titolo Expedition: back to the future con Josh Gates (che al momento non è purtroppo disponibile in Italia) in cui i due sono in missione per trovare la DeLorean perfetta: l’auto e altre memorabilia sono state poi messe all’asta per supportare la Michael J. Fox Foundation for Parkinson’s Research.
Nel 2020 l’attore ha dichiarato di volersi dedicare a un secondo ritiro (dopo quello che l’ha allontanato dalle scene nel 2000) perché le sue condizioni di salute non gli permettono di imparare le battute e di lavorare serenamente. La sua consapevolezza, però, è tutta visibile in questo trailer della serie The Michael J. Fox Show del 2013, che sfortunatamente da noi non è mai arrivata, ma che racchiude tutto l’amore di Fox per il mondo dello spettacolo.