Uscito da poco il film di Alberto Fasulo Menocchio; la storia di un mugnaio friulano del XVI secolo, processato e giustiziato dall’Inquisizione per eresia
Probabilmente Domenico Scandella, detto Menocchio, sarebbe stato dimenticato fra i molti eretici che popolavano l’Europa del 1500, se Carlo Ginzburg non avesse pubblicato, nel 1976 per i tipi di Einaudi, il saggio Il formaggio e i vermi. Il cosmo di un mugnaio del ‘500, nel quale si parla dell’eretico friulano. La Riforma protestante era ormai cosa fatta, ma il terremoto scatenato da Lutero in campo religioso stava ancora producendo numerose scosse di assestamento.
La cosa più strana è che la potente Chiesa Cattolica Romana si sia accanita con un mugnaio che ha sempre vissuto a Montereale, un paesino sperduto fra le montagna friulane che contava appena 650 abitanti e che si occupava solo di mantenere la sua numerosa famiglia. Però, nel 1583, il pievano di Montereale, lo denunciò al Santo Uffizio e da lì è iniziato il suo martirio.
Menocchio leggeva e scriveva da autodidatta e dalle sue letture derivò le sue teorie sulla creazione che riproponiamo in una lingua comprensibile a tutti:
“Nel principio questo mondo era niente, poi l’acqua del mare fu battuta come una spuma e si coagulò come formaggio dal quale nacque una gran moltitudine di vermi che divennero uomini, fra i quali il più potente e sapiente fu Iddio. Iddio era nel caos come uno che sta nell’acqua e si vuole allargare, come uno che sta in un bosco e si vuole allargare per fare questo mondo.”
Non ci vuol nulla a immaginarselo, rugoso, il naso adunco, con una grande barba bianca, come Marcello Martini che lo interpreta nel film di Fasulo, che all’osteria intrattiene i contadini con la sua personale e bizzarra genesi e loro a bocca aperta ad ascoltare uno dei pochi che sapeva leggere e che quelle cose le sapeva.
Marcello Martini, ex guardiano delle dighe del disastro del Vajont e vicesindaco di Claut, è il protagonista del film: “Quando Alberto Fasulo mi ha raccontato la storia del film ho trovato subito affinità con la mia gente” – ha detto Martini – “ma ho pensato poi che è come se lui mi avesse dato una mazza per buttare giù una montagna. Comunque da parte mia non mi sono risparmiato in nulla andando a pescare, per interpretare Menocchio, direttamente nella mia vita“.
Nonostante Menocchio fosse un semplice mugnaio che non predicava e non voleva sovvertire nulla, fu giustiziato a gennaio del 1600.