Un mondo senza bugie… bello vero?
Forse ancora più bello sarebbe un mondo pieno di alibi, o forse no!?
Si perché anche quella di dire bugie è un’arte, bisogna saperle raccontare, e non tutti ne siamo capaci.
A questo pensa L’agenzia dei bugiardi perché come dice il suo motto:
“Meglio una bella bugia che una brutta verità”
Fred, Paolo e Diego infatti, titolari di quest’agenzia molto particolare, costruiscono e garantiscono alibi, a tutti coloro che non vogliono rivelare la verità o hanno il desiderio di nascondere qualcosa.
Davvero geniale non credi?
Dopo la commedia romantica Nessuno come noi il regista Volfango De Biasi porta in sala un film, scritto a quattro mani da lui stesso insieme a Fabio Bonifacci, che, a differenza del precedente, non è solo sentimentale, ma anche demenziale, farsesco e che affonda le sue radici nel vaudeville francese.
Remake – come si usa ormai spesso – della commedia francese Alibi.com, L’agenzia dei bugiardi segue un canovaccio simile, ma al tempo stesso è abbastanza diversa e complessivamente è anche molto meglio.
Il film ha ottimi attori, un ritmo a tratti indiavolato, gag e battute mediamente buone e meccanismi che funzionano.
La Trama
Il seducente Fred (Giampaolo Morelli), l’esperto di tecnologia Diego (Herbert Ballerina) e l’apprendista narcolettico Paolo (Paolo Ruffini) sono i componenti di una diabolica e geniale agenzia che fornisce alibi ai propri clienti e il cui motto è appunto, ‘Meglio una bella bugia che una brutta verità’.
Tutto si complica quando Fred cui si innamora di Clio, (Alessandra Mastronardi), paladina della sincerità a tutti i costi, alla quale quindi non può svelare qual è il suo vero lavoro.
Come se non bastasse inoltre, Fred scopre che il padre di Clio, Alberto (Massimo Ghini), è un suo cliente che si è rivolto all’agenzia per nascondere alla moglie Irene (Carla Signoris) un viaggio con la sua giovane amante Cinzia (Diana Del Bufalo), proprio nel giorno dell‘anniversario di matrimonio.
Una vacanza riunirà tutti i protagonisti della storia. Quale sarà il risultato?
Cast e scene
Il regista ha optato per alcuni tra i migliori attori del panorama nazionale per assicurare risate e qualità al film, un cast giusto per i rispettivi ruoli, che riesce a giocare con le corde della leggerezza senza scadere nella superficialità o nella volgarità, tranne forse in una scena, quella in cui Maurizio (Paolo Calabresi), si masturba davanti alla foto di Irene; seppur la scena non sia esplicita infatti, stona un po’ con il contesto del film.
De Biasi insomma, come un sapiente direttore d’orchestra, dirige bene un gruppo di interpreti in gran forma, a cominciare da Giampaolo Morelli sempre più bravo.
Sono ormai lontani i tempi dello sfigatissimo Ispettore Coliandro, uno dei suoi personaggi più amati e riusciti, ma nonostante il tempo Morelli non si smentisce, e anche in questa storia ci regala la sua travolgente ironia.
Duetta con lui un Massimo Ghini, uomo molto affascinante, sempre efficace e a tratti scatenato; colonna portante della commedia italiana Ghini ci ha abituato a ruoli più “composti” e vederlo così frizzante è davvero un piacere.
Divertono le “spalle” Paolo Ruffini ed Herbert Ballerina, il comico toscano con quell’occhio da furbetto, il suo complice con quell’aria da eterno primo della classe, sfigato e rassegnato ad esserlo.
Entrambi nascondono un segreto che si svelerà pian piano nel corso della storia e che contribuirà a rendere ancora più comica la vicenda.
Convince un po’ meno Alessandra Mastronardi in un raro ruolo di commedia; il suo personaggio è un po’ troppo esasperato e in alcune scene è poco naturale, mentre Diana Del Bufalo, che ci ha sempre abituati a ruoli un po’ sopra le righe, qui in realtà è una vera e propria oca.
Ci sono poi commedianti di razza come Carla Signoris, che porta in dote la sua eleganza, Paolo Calabresi, cui viene appunto affidata qualche scena di dubbio gusto e Antonello Fassari nei panni di un prete con una forte fede calcistica, si perché l’agenzia di Fred, non fornisce solo alibi a coniugi fedifraghi ma anche a tutti coloro che hanno qualche passione scomoda.
Nel film c’è anche un cameo di una delle rock star più amate del nostro paese: Piero Pelù
Tutti rendono al meglio, e quasi tutti risultano al di sopra rispetto ad altre loro prove recenti. C’è giusto una parentesi, quella al campo nomadi, che convince meno nella storia.
Il modello è quello della commedia degli equivoci: tutta la scena del weekend in albergo ad esempio, è giocata sui movimenti dei personaggi, sullo scambio di stanze, su porte che si chiudono e si aprono, in un turbinio di movimenti, battute e risate.
Sono tante le scene davvero divertenti, in primis quella in cui Ruffini, narcolettico, si addormenta su un materassino in mare aperto e viene ripescato letteralmente bruciato, con la sola impronta dello smartphone a far da contrasto.
Esilarante la preparazione del finto video di Fred dal Senegal e la trasformazione di un cavallo in una zebra
così come anche tutta la scena del pranzo in famiglia, quando Fred scopre la vera identità di Alberto.
Attori, divertimento e ritmo fanno di L’agenzia dei bugiardi una delle commedie italiane più riuscite della stagione 2019.
Lo stesso regista De Biasi ha dichiarato
“Questa pellicola per me è un ritorno alla commedia dopo il mio ultimo film, Nessuno Come Noi, di stampo decisamente più romantico.
Far ridere è sempre un compito arduo, in cui amo cimentarmi. In questo film gli spettatori ritroveranno l’elemento amoroso unito alla comicità surreale, un po’ cartoon, che ha caratterizzato altri miei film.
Inoltre ritroveranno situazioni rocambolesche, tanta azione ed effetti speciali. Ci siamo davvero divertiti durante le riprese, e sono convinto che questo abbia contagiato positivamente il film”.
Per la prima volta inoltre, De Biasi non è solo dietro la macchina da presa ma interpreta anche un piccolo cameo all’interno del film.
Le nostre impressioni
La riuscita dell’ intrigo è dovuta alla sintonia degli attori, tutti bravi, anche gli insospettabili, quindi artefici del buon ritmo.
La pellicola si muove sul sottile filo che divide la voglia di mantenere un segreto dalla possibilità che venga scoperto tra equivoci, colpi di scena e situazioni che sembrano precipitare.
Lo stesso De Biasi ha dichiarato:
“Mentire è tanto sbagliato quanto liberatorio, e proprio per questo nessuno può resistere. Come da bambini la tentazione di infrangere le regole respinge ed attrae, così da adulti, non rispettare le convenzioni è un’iniezione di adrenalina.
Dopo aver cavalcato questa illusione, però, si torna alla realtà e serve un alibi… Ecco l’assurdo sogno infantile che esista un’agenzia che possa “aggiustare” i nostri sbagli.
Dei veri e propri paladini con una sorta di potere magico che ci offrono una via di fuga, che ci permettono di non affrontare le conseguenze.”
La storia è orchestrata talmente bene, che l’idea di comprarsi degli alibi, sembra non solo buona, ma anche giusta.
La bugia in luogo della sofferenza è come un anestetico che ti impedisce di sentire il dolore e ci viene propinata come fosse l’uovo di Colombo.
È un argomento che in qualche modo ci riguarda tutti, perché cos’altro sono le bugie se non il riflesso delle proprie debolezze? Errori umani che ci accomunano.
La riflessione qui cede però il passo alla superficialità e alcuni personaggi, come l’aspirante cantante rap Diana Del Bufalo sono davvero troppo esasperati, mentre altri come Paolo Calabresi, nei panni del cornuto depresso, anche se un po’ volgare, risollevano la situazione e meritano anche i tanti camei del film come quello con Nicolas Vaporidis o Antonello Fassari.
Una storia per tutti insomma, in cui le bugie sono le vere protagoniste e che a torto o a ragione, sono il motore di tutto.
L’agenzia dei bugiardi è disponibile su Amazon Prime, per abbonarti clicca qui.