Siamo davvero vicini: Matrix Resurrections, quarto capitolo della saga, è ormai realtà e arriverà nelle sale il 16 dicembre 2021. Nel film, diretto da Lana Wachowki, questa volta senza la sorella Lilly, ritroveremo molti dei personaggi principali che avevamo lasciato quasi 18 anni fa. A partire da Neo, interpretato da Keanu Reeves e Trinity (com’è possibile?Non era morta) che avrà ancora una volta le sembianze di Carrie Ann Moss. Oltre a loro ci saranno Jada Pinkett Smith (Niobe), Lambert Wilson (Il Merovingio) e Daniel Bernhardt (l’agente Johnson).
Della possibile trama avevamo già parlato, ma dal CinemaCon di Las Vegas arrivano addirittura le prime immagini del film, presentate dal giornalista di The Hollywood Reporter Aaron Couch: si tratta di un breve filmato che mostra un Thomas Anderson/Neo nuovamente intrappolato nella realtà fittizia creata dalle macchine. Egli però continua ad essere turbato da sogni così vividi da sembrare ricordi e, pur essendo in terapia (assume uno psicofarmaco le cui pillole sono del colore blu che ben ricordiamo), si chiede se stia impazzendo. In seguito lo vediamo incontrare Trinity in un locale, ma i due non si riconoscono, non appaiono ricordarsi l’una dell’altro.
L’assenza di Lilly Wachowski
Era lecito aspettarsi che la coppia di registe (Andy e Larry Wachowski hanno compiuto entrambe la loro transizione, diventando Lilly e Lana, donne transgender) avrebbe diretto anche il quarto capitolo della saga, ma così non è stato. I motivi di questa provvisoria separazione sono stati spiegati dalla stessa Lilly Wachowski in un intervista nella quale ha presentato la serie di cui è autrice Work in progress, prodotta da Showtime.
Questo il suo commento in merito: “È stata molto dura. Ho terminato la mia transizione nel 2016 e subito dopo abbiamo girato ‘Cloud Atlas’, ‘Jupiter Ascending’ e la prima stagione di ‘Sense 8′, praticamente senza pause. Mentre ci occupavamo della post-produzione di un progetto, iniziavamo a girare l’altro, lavorando contemporaneamente. Si tratta di aver girato almeno 100 giorni di riprese per ogni progetto e sentivo il mio mondo spezzarsi, proprio nel momento in cui potevo finalmente venir fuori dal guscio. Avevo bisogno di allontanarmi dall’industria e riconnettermi con me stessa come artista. L’ho fatto tornando a scuola e ricominciando a dipingere.”
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