Deadpool and Wolverine è stato l’unico film distribuito dai Marvel Studios nello scorso anno, diventando il secondo maggior incasso mondiale del 2024 con oltre un miliardo di dollari incassati, registrando svariati record: il 16 agosto 2024 è diventato il film vietato ai minori con il maggior incasso di sempre, superando Joker; si tratta del settimo cinecomic di maggior incasso ed il ventesimo film di maggior incasso di sempre. I fan sono stati entusiasti di questo film con tanti supereroi e anche la critica l’ha giudicato positivamente, con una percentuale di gradimento del 78% su Rotten Tomatoes.
Purtroppo negli scorsi giorni abbiamo ricevuto una notizia non piacevole riguardante il creatore del Mercenario Chiacchierone: Rob Liefeld ha dichiarato di aver chiuso con la Marvel dopo 33 anni, dopo il trattamento ricevuto durante l’anteprima del film uscito nelle sale a luglio. Già l’anno scorso in un lungo post condiviso sul proprio profilo Instagram il fumettista aveva annunciato: «Mi ritiro da Deadpool. È ufficiale. Sì, dopo 33 anni in cui non solo ho presentato Deadpool, ma ho anche raccontato molte delle sue avventure più popolari, è arrivato il momento per il papà di Deadpool di dire addio».
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La notizia aveva sorpreso i fan ed è stata poi confermata recentemente nel corso di una puntata del suo podcast Robservation quando si è stagliato contro Kevin Feige per il modo in cui è stato trattato durante la première dell’ultimo film Marvel al Manhattan’s Lincoln Center: ha riferito che le foto che gli sono state scattate sul red carpet sono state subito cancellate e che lui e la sua famiglia non sono stati invitati all’afterparty dopo l’anteprima:
«Mi volevano mettere in imbarazzo, sminuirmi, sconfiggermi. A decidere è la Disney. Sentirsi dire “Tu e la tua famiglia non siete i benvenuti qui. Vi abbiamo tollerato solo per la proiezione”. A quel punto, dentro di me, ho capito che non potevo andare avanti. A un certo punto è: “Ho ricevuto il messaggio, ed è chiaro”.»
I dirigenti di Disney e Marvel non hanno ancora risposto a quanto riferito da Liefeld, che detiene ancora diritti creativi e di monetizzazione sul personaggio, ma non ha più il controllo creativo. L’autore ha voluto poi sottolineare che quanto accaduto non sia mai successo in passato con 20th Century Fox, lo studio che aveva prodotto i due precedenti film di Deadpool nel 2016 e nel 2018, prima di essere acquistato da The Walt Disney Company. Ufficialmente la sua collaborazione con Marvel terminerà dopo l’uscita dell’ultimo numero della miniserie a fumetti Deadpool Team Up, prevista negli USA il 12 febbraio.
Con lo sceneggiatore Fabian Nicieza, Rob Liefeld sul n.98 della serie a fumetti New Mutants del febbraio 1991 creò Wade Winston Wilson, un atipico eroe Marvel, come ottimamente interpretato da Ryan Reynolds nei lungometraggi che hanno rivoluzionato il mondo dei cinecomics. Da fan di Deadpool sono profondamente dispiaciuto per l’accaduto: sicuramente non conosciamo tutti i retroscena, ma ogni azienda dovrebbe tutelare e privilegiare i propri autori; soprattutto in caso di trasposizioni dei propri personaggi festeggiare insieme sarebbe stato un onore per Marvel e una gratificazione per l’autore che ha creato tale personaggio.
Altri casi in cui i fumettisti si sono scagliati contro la Marvel
Un caso analogo è avvenuto per Stan Lee: An Original Documentary, documentario uscito su Disney Plus nel 2023: la famiglia di Jack Kirby si rivolse contro La Casa delle Idee circa la paternità di molti personaggi. Secondo il figlio Neal questo prodotto televisivo ha fallito nel presentare la realtà di chi ha contribuito a creare icone nel mondo dei supereroi come Captain America, i Fantastici Quattro, Thor e Hulk. In un comunicato diffuso dalla figlia Jillian tramite Twitter ha sottolineato: «Vi sfido a contare il numero di volte in cui viene detto “Io” negli 86 minuti di documentario Stan Lee»
Oltre a discutere del dibattitto sulla paternità dei personaggi Marvel tra Stan Lee e suo padre, Neal Kirby si dispiace che nel documentario sia dato poco spazio alle divergenze tra The Man e Jack Kirby e che «si presta più attenzione al conflitto con Steve Dikto, con la voce di Lee che dice ‘È stata una mia idea, quindi ho creato io il personaggio».
Infine, afferma che Stan Lee abbia avuto 35 anni di pubblicità incontestata che lo hanno consacrato agli occhi dell’opinione pubblica come unico e solo creatore dell’universo Marvel. A questo punto non mi trovo d’accordo con Neal Kirby poiché in ogni film Marvel ho sempre notato tutti i nomi dei creatori di un personaggio, non solo quello del Sorridente; probabilmente il documentario sopracitato è focalizzato sulla figura di quest’ultimo e lascia poco spazio ai suoi collaboratori e colleghi, ma ciò non significa che sia sempre stato solo lui al centro.
Infine, volevo ricordare che anche Bob McLeod, co-creatore del fumetto The New Mutants criticò pesantemente la trasposizione dei suoi personaggi nel cinecomic Marvel uscito nel 2020 e l’errore nella trascrizione del suo cognome nei titoli dei coda. Sicuramente quell’errore poteva essere evitato da una grande casa di produzione cinematografica, mentre per la troppo libera trasposizione cinematografica il flop del film parla da solo.