Il sex Symbol e la provincia
Marco Bocci nasce a Marsciano (PG) il 4 agosto 1978 e si diploma presso il Conservatorio Teatrale d’ Arte drammatica, a Roma. Attivo soprattutto in televisione dove si fa notare per il ruolo di Nicola Scialoja nella serie Romanzo Criminale di Stefano Sollima (2008 – 2010) e in quello del vicequestore Domenico Calcaterra in Squadra Antimafia (dalla terza alla settima stagione, nel periodo 2011 – 2015), più recentemente in Solo (2016-2018).
Uno dei belli e dannati della fiction, arrivato all’età di 40 anni esordisce dietro la macchina da presa con un film liberamente tratto da un suo libro, dal titolo A Tor Bella Monaca non piove mai. Si mette dunque in gioco fino in fondo, come pochi hanno il coraggio di fare, soprattutto nel panorama del cinema italiano.
Il film ruota intorno ad una famiglia. Il padre Guglielmo, interpretato da Giorgio Colangeli e i suoi figli Mauro (Libero De Rienzo), che a trentacinque anni vorrebbe trovare un lavoro decente, per poter iniziare una vita insieme con la sua compagna, Samantha (Antonia Liskova, già vista in Giulia non esce la sera, al fianco di Valerio Mastandrea e Valeria Golino) e Romolo (Andrea Sartoretti, già in Romanzo Criminale – la serie), condannato a due anni di prigione per rapina, che esce ed è costretto a scontrarsi col pregiudizio della gente.
In una lunga intervista concessa al settimanale Io Donna, egli racconta come il ruolo di sex symbol gli stia ormai stretto e nel suo film, dal titolo provvisorio Erre11, voglia raccontare quelle che pensa siano le anime perse della periferia, in particolare della periferia romana, dove attualmente sta girando. Non un film quasi documentaristico, alla Gomorra: «Ho scelto una storia semplice per declinare la quotidianità delle persone, le dinamiche di vita che ci mettono di fronte a delle scelte, scelte che possono modificare la natura stessa degli esseri umani. I miei personaggi si troveranno di fronte a un evento che li obbligherà a cambiare rotta. Da quel momento dovranno reagire per sopravvivere».