Il 27 settembre è venuta a mancare una tra le più talentuose attrici del nostro secolo: Maggie Smith. La redazione ha già reso omaggio a questa stella che, ancora adesso, continua a brillare. L’eredità cinematografica, televisiva e teatrale pervenutaci è immensa, costituita da tanti personaggi resi celebri durante la sua carriera. A questo punto vorremmo dedicarle un ultimo approfondito tributo, partendo dalle origini e narrandone le gesta, come se fosse una fiaba.
L’infanzia, la giovinezza e gli esordi
C’era una volta una bellissima bambina di nome Margaret Natalie Smith nata a Ilford (Essex, Gran Bretagna) il 28 dicembre 1934. Figlia di un professore universitario e una impiegata, fin da subito è lampante la sua passione per la recitazione, così la giovanissima Maggie, dopo aver frequentato la Oxford School for Girls, si iscrive alla Oxford Playhouse School, studiando le arti espressive. I suoi esordi risalgono ai primi anni ’50 quando comincia a calcare i palcoscenici di Londra.
Sperimenta così ogni genere teatrale, dalla commedia al dramma, dalle opere classiche – in particolar modo il filone shakespeariano – fino agli autori contemporanei. Una gavetta che le permette di affinare le sue straordinarie abilità attoriali perciò Maggie Smith decide di trasferirsi negli Stati Uniti per provare nuove esperienze: il cinema. Arriva così il primo ruolo nel film Senza Domani, destinato al grande schermo, diretto da Seth Holt e Basil Dearden. Da questo momento spicca il volo.
Infatti Maggie Smith trionfa ai BAFTA Awards, seppur solamente ricevendo la candidatura come Miglior Attrice Esordiente, ma tale vetrina di visibilità (nonché la sua bravura) le garantisce di entrare nelle grazie dei migliori registi: tutti la vogliono. Da Michael Truman a Jack Clayton, gli ingaggi fioccano fino ad arrivare alla sua consacrazione nel 1969 con la pellicola La Strana Voglia di Jean del regista Ronald Neame – Maggie interpreta un’insegnante anticonformista di un collegio femminile.
Grazie a tale ruolo conquista l’Oscar l’anno seguente. Ormai famosa, i riflettori sono tutti puntati su di lei come anche gli sguardi piacevolmente incuriositi di ulteriori registi: a titolo di esempio George Cukor la vuole nel film In Viaggio con la Zia, Robert Moore le propone una parte per Invito a Cena con Delitto infine Herbert Ross in California Suite, interpretando un’attrice che non riesce a vincere il premio ambito. Ed ecco che arriva un altro Oscar e il primo Golden Globe.
Anni ’80, ’90 e i giorni nostri
Maggie Smith è inarrestabile. Si citino i numerosi film che hanno caratterizzato il decennio, tra gli anni Ottanta e Novanta, ricevendo altrettanti prestigiosi riconoscimenti: Scontro di Titani, Camera con Vista, La Segreta Passione, Hook-Capitan Uncino, Sister Act-Una Svitata in Abito da Suora, Sister Act 2-Più Svitata che Mai (in questi ultimi due film veste i panni della Madre Superiora) e Un tè con Mussolini di Franco Zeffirelli. Sopraggiunge il nuovo millennio e con esso un grande ruolo.
Infatti assume le vesti della mitica insegnante di Trasfigurazione Minerva McGranitt (nonché capo Casa Grifondoro e Vicepreside dell’iconica Hogwarts) nella saga Harry Potter. Amatissima interpretazione che le permette di avvicinarsi ai giovani (durante le riprese del Principe Mezzosangue, le viene diagnosticato un tumore al seno ma nonostante lo shock e la sofferenza, Maggie Smith non si assenta dal set continuando a girare le sue scene).
Successivamente ‘debutta’ nella serie tv Downtown Abbey, nel personaggio di Violet Crawley Contessa Madre di Grantham, trionfando agli Emmy Awards e ai Gloden Globe – oltretutto si rammenti che dall’omonimo sceneggiato sono stati tratti due film a cui ha preso parte Downtown Abbey e Downtown Abbey II-La Nuova Era). Il progetto che segna la sua ultima apparizione cinematografica è The Miracle Club, ambientato a Dublino negli anni ’60, diretto da Thaddeus O’Sullivan.
Maggie Smith, vita privata
Non solo il lavoro poiché l’esistenza di Maggie Smith è stata ricca d’amore, oltre che costellata da incredibili traguardi professionali. Specialmente due le storie più importanti della sua vita: Robert Stephens e Beverley Cross. Il primo, un collega, scomparso nel 1995. Convolano a nozze nel 1967 ma dopo qualche anno subentra la separazione – nel frattempo diventano genitori di Chris e Toby, i figli della coppia, entrambi attori. Poco dopo avviene qualcosa di speciale.
Si potrebbe definire un incontro del destino perché Maggie Smith ritrova, dopo tanto tempo, lo sceneggiatore Beverley nei cui confronti aveva già maturato una tenera ‘simpatia’. Rimasta vedova nel 1998, la Dama dell’impero Britannico (titolo onorifico insignitole dalla Corona) così ha raccontato al New York Times: “quando incontri di nuovo qualcuno che avresti dovuto sposare fin dall’inizio è come un copione. Questo tipo di fortuna è troppo bella per essere vera“.