Sex. Lies. Storyboards è la tagline di Mad Men, la serie cult ideata da Matthew Weiner che ha ispirato tanti potenziali pubblicitari e di cui ti parlerò tra pochissimo. Inizio subito rilevando le soddisfazioni che si è portata dal 2007 al 2015 tra Golden Globe, Emmy, Screen Actors e chi più ne ha più ne metta!
Un genere drammatico che gode di un fascino intramontabile, inutile dire che è nel podio delle mie serie preferite e per questo non vedevo l’ora di farla conoscere anche a voi lettori di ICrew!
Siamo nella New York anni Sessanta, la pubblicità decolla in maniera esponenziale e di conseguenza nascono numerose agenzie che si concentrano maggiormente a Madison Avenue, non a caso quest’ultima diventerà la zona emblematica della pubblicità. Ė questo il contesto a cui si ispira Mad Men che sviluppa le sei stagioni attorno alla vita della Sterling Cooper, agenzia di spicco nella pubblicità grazie soprattutto al suo direttore creativo, Donald Draper.
Mad Men: i personaggi
Mad Men è una serie corale che dà giustizia alla storia di ogni personaggio, per questo ti presento uno ad uno quelli che vedrai più spesso nel corso delle stagioni.
Roger Sterling (John Slattery), il mio personaggio preferito in assoluto, è un uomo sull’orlo dei sessant’anni. bello, divertente e disinvolto. È un account molto astuto ed è infatti il procuratore del cliente più grande della SC, la Lucky Strike, dunque gode di una particolare influenza in agenzia, ma nonostante questo non manca di umiltà e infatti sarà egli stesso ad aprire le porte a Don Draper che in principio non aveva nessuna esperienza né qualifica in ambito pubblicitario. Sterling è quell’uomo con cui potrai avere il desiderio di passare un’intera giornata con la certezza di non poterti mai annoiare, ma in verità la solitudine che lo attanaglia nel corso della sua storia è spiazzante. Egli si veste di falsi amori e falsa felicità, non riuscendo a costruire nessun tipo di legame, nemmeno con sua figlia Margaret. Anzi ti accorgerai che l’unica persona che considera vicina ed è per lui paragonabile ad una qualche specie di famiglia è solo Don. Potrei continuare per ore a spiegarti perché questo personaggio è tanto adorato da me, ma non voglio rovinarti la sorpresa!
Passiamo adesso all’altro socio della SC, Bertram Cooper (Bert Cooper, interpretato da Robert Morse). Veterano assoluto dell’azienda, l’ha messa in piedi con tanta fatica e dedizione. Di Bert è sorprendente la capacità invidiabile di gestire gli affari e i conflitti interni con una pacatezza che, si sa, appartiene solo ai grandi uomini.
Joan Holloway, la splendida Christina Hendricks che interpreta il personaggio femminile più amato della serie. Bella, formosa, sempre in ordine, gentile e cordiale, la Marylin Monroe di Madison Avenue. Un pilastro dell’agenzia, il capo ufficio che ogni imprenditore vorrebbe avere. Attenta ad ogni cosa e molto furba, Joan rappresenta uno dei personaggi più introspettivi di Mad Men poiché il suo riscatto personale come donna in carriera è uno degli aspetti che ha reso questa serie cult.
Peter Campbell (Vincent Kartheiser) è il ritratto dell’uomo ambizioso che è disposto anche a scendere a compromessi se necessario. Pete all’inizio ci potrebbe infastidire proprio per la sua grinta spietata, ma alla fine amerai questo personaggio perché resterà fedele alla sua Sterling Cooper in circostanze abbastanza discutibili.
Ora è la volta di un carattere molto singolare e forte, la geniale Peggy Olson (Elisabeth Moss). Io ho dovuto vedere e rivedere Mad Men per capire fino in fondo che tipo di effetto aveva avuto su di me un personaggio simile, per poi scoprire dopo la centesima visione che è probabilmente il personaggio in cui io in prima linea, ma anche tutte le donne che puntano in alto, si rispecchiano. Fin dal primo episodio lei cammina controcorrente, rifiuta la plasticità della società in cui vive, difficilmente riesce ad indossare una maschera e a nascondere anche le rivalità che le si presentano dinanzi, sarà per questo che probabilmente diventerà la protetta di Don Draper. Prima segretaria, poi copywriter e poi vicedirettore creativo, Peggy attraversa un climax ascendente che le dà il primato insieme a Joan di donna indipendente, lontana dal mondo degli affetti, anche se per lei ci sarà un finale romantico perché in fondo avere tutto per sé senza poterlo condividere che senso ha?
Veniamo al terzo ed ultimo personaggio femminile che ti presento, Betty Draper, la moglie di Don. Una magistrale January Jones veste i panni della bella moglie con niente fuori posto all’esterno, ma un turbine di angoscia e solitudine all’interno. La signora Draper si inoltra fra tanti cambiamenti anche estetici e ci fa immedesimare nella condizione di chi non riesce a gioire delle cose che ha, estraniandosi da se stesso ed entrando in conflitto con il mondo intero, partendo dalla propria famiglia. Betty verrà umiliata diverse volte da Don e questo accrescerà il suo senso di vuoto, ma sarà anche la più forte della coppia e saprà condurre i giochi quando si complicheranno le cose. Betty è un altro personaggio da me molto amato, ma so che per molti è alla pari della gelida Skyler di Breaking Bad.
Dulcis in fundo… Donald Draper! Che dire? Jon Hamm non avrebbe potuto dare più giustizia al suo personaggio. Don è, come abbiamo già detto, il direttore creativo della Sterling Cooper, anch’egli avrà degli alti e bassi nella sua carriera, fino a diventare un socio dell’agenzia. Da lui emergono tante teorie freudiane, Don infatti lotterà per tenere in apnea il suo inconscio e schiacciarlo per non farlo fuoriuscire mai, ma la verità gli si presenterà davanti diverse volte. Quale verità? Non sta a me dirtelo, merita di essere scoperta incollato allo schermo puntata dopo puntata. Inoltre emergono anche tanti suoi aspetti inglobati da bambino, essendo egli cresciuto in un bordello, accudito da una prostituta. Ciò si riverserà nella sua sfera affettiva con un’insaziabile instabilità e desiderio di rompere sempre l’equilibrio. Se volessi sviluppare tutte le sfumature di questo magnifico personaggio (che possiamo tranquillamente mettere tra i primi in una classifica dei migliori personaggi delle serie TV) dovrei scrivere un articolo a parte. Per ora vi posso solo assicurare che difficilmente riuscirete a spegnere il televisore dopo una puntata e non pensare a Don Draper mentre state facendo qualsiasi altra cosa.
Mad Men: cenni storici
Mad Men è diventata una serie di culto per una smodata accuratezza nei dettagli, dai vestiti delle segretarie all’arredamento anni Sessanta, dalle macchine da scrivere alla TV. Ogni cosa è al suo posto, ogni oggetto correttamente contestualizzato, ma questa è solo la parte che possiamo definire “esteriore”.
Sappiamo che nel decennio in cui si sviluppa Mad Men c’è stato un susseguirsi di avvenimenti negli Stati Uniti che hanno plasmato la storia della nazione. Ogni momento ci suggerisce quanto il popolo americano sia sempre stato legato al costume e alla politica del suo paese. Non a caso Joan Holloway verserà molte lacrime alla morte di Marilyn Monroe (che per le donne rappresentava l’emblema della perfezione), oppure l’omicidio di John Fitzgerald Kennedy che manderà Betty in uno stato semi-depressivo. Ci sono anche momenti belli ed unici per cui il popolo gioirà, come il momento in cui Armstrong mette piede sul suolo lunare nel 1969, in quel particolare episodio l’agenzia aveva tra le mani un grosso cliente e poneva come conditio sine qua non la buona riuscita della missione Apollo per determinare anche il loro esito positivo.
Altri riferimenti verranno anche dal mondo della musica, infatti Sally Draper, la primogenita di Don e Betty, diventerà un’amante sfegatata dei Beatles. Stessa cosa accade per il mondo del cinema, ricordiamo l’episodio in cui Don porterà suo figlio Bob a vedere Il pianeta delle scimmie al cinema.
La vita della Sterling Cooper, inoltre, si intreccia con tante altre agenzie che avranno il desiderio di acquisirla e ci riuscirà, col tempo, la McCan Erikson che ricordiamo essere davvero una delle holding americane più importanti. Ricordiamo che è questa agenzia pubblicitaria ad aver portato la Coca Cola ad essere un colosso ed un leader nella pubblicità e nel brand management mondiale.
In conclusione
Mi sono davvero fatta prendere dall’entusiasmo, ma ti posso assicurare che anche tu avrai il desiderio di raccontare a tutti quanto sia geniale una serie simile.
Geniale perché Matthew Weiner ha saputo coltivare bene il suo giardino scegliendo un periodo storico fortemente caratteristico per gli Stati Uniti, mettendo in luce la pubblicità e condendo tutti gli elementi con un meticolosità e passione. Ci vuole davvero un grande carisma per mettere su un pilastro simile nelle serie tv!