L’uomo di argilla (L’homme d’argile) è un film del 2023 ed è stato presentato alla 80° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, nella sezione Orizzonti Extra e vincitore del Premio del Pubblico al Busan International Film Festival 2023. Ora, dopo un lungo peregrinare, L’uomo di argilla, sta finalmente per arrivare anche nelle sale italiane, opera prima della regista francese Anaïs Tellenne, e sarà distribuito in Italia da Satine Film a partire dal 13 febbraio.
Incorniciato in una ambientazione fiabesca e seducente e acclamato in patria come uno dei film rivelazione degli ultimi anni, L’uomo di argilla si prepara a colpire al cuore lo spettatore per il suo racconto poetico e toccante: l’incontro di due personaggi, completamente agli antipodi, ma similmente meravigliosi e intriganti, interpretati dalla possente e introversa personalità di Raphaël Thiéry (Povere creature!) e dal fascino inquieto e sfuggente di Emmanuelle Devos (I Profumi di Madame Walberg) già vincitrice di un César come miglior non protagonista per il film A l’Origine del 2009.
L’uomo di argilla. L’arte, delicata e profonda tramite tra uomo e donna
L’uomo di argilla si rivela essere un elogio dell’empatia e del ruolo della bellezza e dell’arte come stimolo per una crescita interiore e per l’acquisizione di consapevolezza da parte di chi ha la sensibilità di coglierle e apprezzarle. Garance, che come un uragano torna nelle sue terre natali, è infatti una donna tutt’altro che incline alla superficialità e vedrà, tra le pieghe del viso imperfetto di Raphaël, la tenerezza di quell’uomo solitario, intuendo la sensibilità che si cela dietro a quell’occhio umido e apparentemente duro.
Una storia d’amore non convenzionale che trasforma e migliora e che riprende, a suo modo, un famoso cliché ereditato dal genere romanzesco ottocentesco e dall’epoca della Settima Arte dal cinema romantico in cui una donna, spesso bella, arriva come un uragano nella vita di un uomo solitario e ne scompagina le sorti, come accade anche in questo caso, accompagnato da quel tocco artistico che ne nobilita l’incontro.
Volendo trovare delle analogie con il mondo del cinema contemporaneo, potremmo accostare la trama de L’uomo di argilla alla celebre favola Disney La Bella e la Bestia del 1991 e il film Fur – Un ritratto immaginario di Diane Arbus del 2006 con Nicole Kidman e Robert Downey Jr. Un altro e allo stesso tempo nuovo meraviglioso incontro tra arte e cinema, in cui è l’amore, anche in questo caso, a fare da “trait d’union” tra le due arti.
L’uomo di argilla. La trama
Raphaël è un uomo con un occhio solo, una fisicità possente e una benda sull’occhio. Vive con la madre in una piccola abitazione adiacente a un maniero disabitato di cui sono i soli custodi. Tra la caccia alle talpe, le esibizioni con la cornamusa e gli incontri fugaci con la postina a bordo del suo furgone Kangoo, le sue giornate trascorrono meccanicamente con la consueta routine a dare il monotono ritmo della sua vita.
Tutto questo fa da cornice a un’esistenza senza alcun reale alito di vera vita ad alimentarla. Una notte tempestosa, però, Garance, l’ereditiera, fa improvvisamente rientro nella casa di famiglia. Da quel momento, per Raphaël, niente sarà più lo stesso.
L’uomo di argilla. Le parole della regista
La stessa regista, Anais Tellenne, nata nel 1987, parigina, che arriva dal mondo della danza e della recitazione, ha diretto il suo primo cortometraggio nel 2016, 19 juin, e subito dopo Le mal bleu, diretto con Zoran Boukherma.
Ora, arrivata a dirigere il suo primo lungometraggio, ci ha tenuto a dare la sua personale interpretazione alla sua già applauditissima opera, presentata all’80° Mostra del Cinema di Venezia, con la quale poter dare un’interessante chiave di lettura alla sua opera prima:
Un’opera d’arte nasce dallo sguardo di un artista sul suo soggetto. Ma cosa accade al soggetto? Cosa resta di questo sguardo? Il mio film racconta una storia che i musei e le gallerie non raccontano. Un segreto tra Raphaël e il pubblico.”
Il pubblico sarà visivamente in grado di decifrare questo sguardo e magari scoprirne qualche personale segreto? Dal 13 febbraio, ognuno di noi potrà eventualmente accettare questa “sfida” della regista e chissà, da quell’incrocio di sguardi, che cosa mai potrà nascere…