Cipria. Il film della vostra vita, un film di Giovanni Piperno e Anna Villari, prodotto e distribuito da Luce Cinecittà, viene presentato alla 40. edizione del Torino Film Festival, qui puoi leggerne il programma completo. La tagline ufficiale del film recita: «1941. Un concorso pubblicitario invita le donne italiane a raccontare le loro vite, per farne un film. C’è una giuria, ci sono tre vincitrici. La guerra interrompe tutto. Oggi un film riscopre quelle storie e quelle donne: dimenticate, attualissime, rivelatorie. Cipria è il film tratto dalla loro storia vera»
Il regista, Giovanni Piperno, non è un nome nuovo nell’ambito dei festival: il suo curriculum, infatti, può vantare molte presenze nei concorsi degli ultimi anni e ha diretto numerosi documentari, tra i quali Un thè sul set (co-diretto con Laura Muscardin) al Festival di Venezia del 1995, Intervista a mia madre in onda su RAI 3 e L’esplosione vincitore proprio del Torino Film Festival 2003 e candidato ai David di Donatello 2004 e dal 2020 insegna regia del documentario alla Scuola Gian Maria Volonté.
Cipria. Il film della vostra vita: la sinossi
1941, l’Italia è in guerra. Ma il regime tende a rassicurare su una vittoria vicina. C’è tempo ancora per innamorarsi dei divi del cinema, della radio, di Cinecittà. In questo clima la casa cosmetica di proprietà di Giuseppe Visconti di Modrone, padre di Luchino, lancia un concorso associato a una cipria di nuova uscita, “Velveris, velo di primavera”. Il concorso invita le donne italiane a inviare la storia, vera, della loro vita, al giornale “L’Illustrazione del Popolo”. Le più belle saranno pubblicate e radiosceneggiate, la vincitrice addirittura trasformata in un film.
Poi tutto si interrompe. La guerra si rivela tragica. Tutto si polverizza, come cipria al vento. Rimangono però le storie di quelle donne. Vive, attualissime, e riemerse dalle pagine dei giornali. Le abbiamo ritrovate, lette, selezionate. Così, ottanta anni dopo, il film tratto dalle loro vite è finalmente realizzato.
Non resta che attendere di vedere un film, che oggi appare necessario, non solo per ridare voce alle storie di quelle donne, ma anche per ricordarci di ciò che la brutalità della guerra può privarci: un sogno, una passione e la speranza.