L’olio di Lorenzo (Lorenzo’s Oil)
Regia: George Miller; soggetto e sceneggiatura: George Miller & Nick Enright; fotografia (colore): John Seale; scenografia: Kristi Zea; costumi: Colleen Atwood; musiche: Kristine Woodruff; montaggio: Marcus D’Arcy, Richard Francis-Bruce; interpreti: Nick Nolte (Augusto Odone), Susan Sarandon (Michaela Odone), Zack O’Malley Greenburg (Lorenzo Odone), Peter Ustinov (prof. Nikolais), Kathleen Wilhoite (Deirdre Murphy), Gerry Bamman (dott. Judalon), Margo Martindale (Wendy Gimble), James Rebhorn (Ellard Muscatine), Ann Hearn (Loretta Muscatine), Maduka Steady (Omuori), Colin Ward (Jake Gimble), Don Suddaby (se stesso); produzione: Doug Mitchell, George Miller per Universal Pictures; origine: USA -1992; durata 130′.
Trama
Isole Comore 1983. Lorenzo Odone è un bambino vivace e intelligente al seguito dei genitori, Augusto (Nick Nolte) e Michaela (Susan Sarandon). L’anno successivo la famiglia si trasferisce a Washington D.C. e il bambino torna a scuola, ma è soggetto a raptus incomprensibili: si teme che abbia contratto una malattia tropicale, così cominciano le peregrinazioni dei genitori tra ospedali e medici, alla ricerca della diagnosi che possa spiegare i disturbi di Lorenzo, che ha iniziato ad avere problemi motori e parla con sempre maggiore difficoltà.
La diagnosi finale è terribile: Lorenzo ha l’adrenoleucodistrofia (ALD), una malattia genetica nel quale l’accumulo di acidi grassi ‘a catena molto lunga’ distrugge la mielina che ricopre i nervi, compromettendone le funzionalità (anche quelle spontanee come la respirazione) fino alla morte, che sopraggiunge nel giro di pochi anni.
Il maggiore specialista della malattia è il professor Nikolais (Ustinov) il quale propone una terapia basata su una dieta che elimini i grassi dall’alimentazione del paziente. Davanti al peggioramento del figlio però i genitori iniziano a studiare per conto proprio da autodidatti (il padre è un economista, la madre una glottologa). Comprendono che all’assenza di grassi nella dieta corrisponde una produzione maggiore di questi ultimi da parte del corpo e in questo modo teorizzano che questo rapporto di proporzionalità sia legato ad un unico enzima dal funzionamento difettoso. Augusto e Michaela si mettono allora alla ricerca dell’acido oleico in forma di trigliceride, che dovrebbe stimolare la produzione da parte del corpo di acidi grassi ‘buoni’ al posto di quelli dannosi. Nonostante la sperimentazione su Lorenzo – effettuata con l’appoggio ufficioso di Nikolais – abbia effetti molto positivi nell’immediato, molto presto la diminuzione degli acidi grassi si assesta, rivelandosi insufficiente per salvaguardare la mielina.