La seconda stagione di Lokiè giunta al termine e abbiamo deciso di commentare insieme gli ultimi due episodi che formano un finale a dir poco perfetto, caratteristica difficile da raggiungere per questi show. Dopo la prima stagione, si conferma la serie tv migliore del MCU, con un superbo Tom Hiddleston nei panni del Dio dell’Inganno: in pieno stile Marvel ci ricorda quale dovrebbe essere il concetto principale delle nuovi fasi, il multiverso, come visto anche in Doctor Strange in the Multiverse of Madness e Spider-Man: No Way Home, e il grande villain della saga, Kang il Conquistatore, comparso già in Ant-Man and The Wasp: Quantumania. Attenzione agli SPOILER
La “spaghettificazione” nella Saga del Multiverso sembra sostituire la polverizzazione che avvenne al termine di Avengers: Infinity War: in Loki ogni volta che una linea temporale ramificata o un suo singolo personaggio scompare vediamo questo effetto, destino subito similmente a Reed Richards da Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) in Doctor Strange in the multiverse of Madness e da una “variante” di Ant-Man nel suo ultimo film. Il multiverso è stato collegato agli spaghetti già in The Flash, quando il Baruce Wayne di Michael Keaton spiega questo concetto usando tale tipo di pasta.
Dopo la fine della TVA nello scorso episodio, nel quinto della seconda stagione di Lokivediamo i protagonisti vivere la propria vita senza l’organizzazione dei viaggi del tempo. Nella sua serie di salti temporali, il Dio dell’Inganno incontra per primo Casey (Eugene Cordero), nella realtà Frank, un ladro impegnato a fuggire dalla prigione di Alcatraz, insieme ad altri due carcerati: si tratta di Frank Morris, Clarence Anglin e John Anglin, protagonisti veramente nel 1962 di una nota evasione da Alcatraz. Come accade nella prima stagione in cui Loki divenne Dan Cooper nel 1971, anche qui si sostituiscono i personaggi della serie a persone reali in eventi della storia.
Al di fuori della TVA, la Cacciatrice B-15 (Wunmi Mosaku) è la dottoressa Willis, che ci ricorda Verity Willis, un’amica di Loki con il potere di rivelare le bugie, apparsa per la prima volta nel 2014 sul numero 2 della serie Loki: Agente di Asgard (clicca quiper acquistarla su Amazon). In questa realtà, Mobius (Owen Wilson) vende finalmente moto d’acqua e Ouroboros, interpretato da Ke Huy Quan (Everything Everywhere All at Once), è Doug, uno scrittore di fantascienza; uno dei suoi romanzi si chiama Zartan Contingent, che oltre a indicare il nome di un personaggio dei G.I. Joe con l’abilità di camuffarsi, Zartan, fa riferimento a una razza extraterrestre dei fumetti Marvel legata agli Eterni, gli Xartani.
Con l’aiuto di Doug Loki cerca di controllare i salti temporalie, non riuscendo subito, crea una scena umoristica che rimanda al primo episodio della prima stagione: in un’analoga situazione il protagonista provava a usare la sua magia nella TVA quando incontra per la prima volta Ravonna Renslayer. Zaniac, visto nel secondo episodio, è protagonista di un videogioco anni Ottanta in un bar e alla fine di tutti i titoli di coda esce la sua voce che ricorda “il destino da perdente” del Dio norreno: «Sei morto, inserisci il gettone, perdente!».
Loki 2×06: Gloriosi Propositi
Il riassunto della puntata parte proprio dalla prima volta che il Dio dell’inganno pronuncia questa frase nel MCU, ovvero quando arriva sulla Terra. Da quel momento ne è passato di tempo: il personaggio ha subito una notevole evoluzione e ha capito quali veramente siano i suoi gloriosi propositi; il titolo dell’ultimo episodio è uguale a quello del primo della prima stagione, chiudendo un cerchio, la magnifica storia di Loki nel MCU, ora parte integrante del multiverso, come visto nel finale.
Nell’ultimo episodio di Loki la sigla dei Marvel Studios inizia al contrario, andando all’indietro attraverso le animazioni dei personaggi del MCU, per simulare il time-slipping, con cui il protagonista si muove al contrario nel tempo per salvare la linea temporale. Nei salti temporali della puntata sono stati rivisitati diversi momenti della storia della seconda stagione, ma anche della prima stagione, in particolare gli eventi alla Fine del Tempo.
Il finale ci spiega che Colui che Rimane ha causato il time-slipping di Loki per fargli capire che, per quanto ci abbia provato, non avrebbe potuto salvare il multiverso: il Telaio Temporale crollerà sempre, essendo una salvaguardia per proteggere la Sacra Linea Temporale dalle ramificazioni; il villain sperava che questo lo avrebbe spinto a uccidere Sylvie, ma il protagonista prova in tutti i modi di evitare ciò tornando al momento in cui conosce Mobius, che gli aiuta a comprendere i suoi gloriosi propositi.
Un’altra prova che le intenzioni di Loki siano cambiate è data dall’Easter Egg di Thor del 2011. In quel film, il Dio dell’Inganno prova a distruggere Jotunheim, ma è fermato quando Thor rompe il Bifrost e urla: “Avrei potuto farlo, padre! Per te! Per tutti noi!”. Nel finale della serie tv usa la stessa frase per dimostrare il sacrificio verso gli altri e non più per alimentare i propri scopi egoistici e cercare la supremazia sugli altri. Anche l’abito nuovo ci ricorda quello del suo passato, ma il suo nuovo elmo è formato della stessa struttura marmorea nero e arancione con cui è stata realizzata la Cittadella di Colui che Rimane.
Solo il tempo appunto potrà dirlo, ma nel frattempo la TVA è in cerca delle varianti di Kang e Mobius si riferisce agli eventi di Ant-Man and the Wasp: Quanutmaniaaffermando che ne è emersa una e ha “causato un putiferio in un regno adiacente al 616, ma se ne sono occupati”. Così come in Spider-Man: No Way Home e in Doctor Strange nel Multiverso della follia, il Marvel Cinematic Universe è nuovamente identificato con il numero 616, anche se molti non siano d’accordo poiché si tratta dello stesso numero della Terra su cui ha luogo la continuity dei fumetti Marvel.
Infine, alcuni personaggi, come Mobius, scelgono il libero arbitrio, mentre Ravonna Renslayer (Gugu Mbatha-Raw) è dispersa nel Vuoto, zona fuori dal tempo e dallo spazio presentata nel quinto episodio della prima stagione di Loki; davanti a lei si presenta l’entità nota come Alioth, ma anche alcuni elementi che ricordano le varianti di Kang, mettendoci il dubbio che potrebbe tornare, magari al fianco del villain in Avengers: The Kang Dynasty.