Presentato in anteprima al Festival di Cannes 2019 e in uscita al cinema il 20 agosto, Little Joe è un film scritto e diretto da Jessica Hausner, distribuito in Italia da Movies Inspired, una pellicola di fantascienza che noi di iCrewPlay abbiamo avuto il piacere di visionare.
Nel cast di questa produzione Britannica, Austriaca e Tedesca Emily Beecham nei panni della biologa Alice Woodard, che ha vinto il premio come miglior attrice a Cannes per questo ruolo, suo figlio Joe è interpretato da Kit Connor, il Q di 007 Ben Winshaw è Chris, Kerry Fox/ Bella, David Wilmot/ Karl, Leanne Best/ Brittany e Phénix Brossard/ Ric.
Il fiore che dona la felicità
(Attenzione spoiler!)
Alice è un’abile biologa che si occupa della genetica dei vegetali, madre single, nonostante il lavoro la tenga per lungo tempo lontana da casa il rapporto con il figlio adolescente Joe è perfetto e i due hanno un legame molto stretto. Anche se non è stata molto onesta con la metodologia usata Alice, insieme al suo staff, è riuscita a creare un fiore speciale il quale, se viene ben curato e gli si parla, dona un senso di felicità al suo proprietario, infiorescenza dal particolare rosso acceso che viene chiamata Little Joe.
Contravvenendo alle politiche aziendali, Alice porta una delle piante a casa e la dona al figlio, il quale sembra appassionarsi fin da subito alla cura di quella pianta particolare e trarne tutti i benefici vantaggi.
Unica stranezza di quel fiore è che, nonostante contenga del polline, la manipolazione genetica effettuata da Alice ha reso la pianta sterile, ma questo fattore sembra non preoccupare nè lei nè i suoi collaboratori, anche se sarà la causa degli eventi che seguiranno. Sarà prima Bella, una collega di Alice che ha avuto un esaurimento nel passato, a notare una certa influenza che Little Joe inizia ad avere sugli esseri viventi che la circondano, e cercherà anche di porvi un rimedio, ma quando ormai sarà troppo tardi e il potere del fiore avrà già fatto i suoi accoliti…
Come anche Alice avrà ben presto modo di scoprire, Little Joe ha sviluppato un metodo particolare per ovviare ai suoi problemi di sterilità, ovverosia sfruttando il suo abbondante polline che riesce a penetrare nelle vie aeree degli esseri viventi per poi costringerli a prendersi cura di lui, donando però in cambio la felicità, lo scopo per cui è stato creato.
Ma Little Joe non rende gli umani simili a zombie, il suo potere non influisce sulle capacità intellettive o fisiche, ma mette sè stesso al primo posto nei pensieri del “contagiato” interferendo così nelle relazioni umane, quindi la sua diffusione avviene senza che nessuno, tranne Alice, si renda conto di ciò che sta succedendo.
Vincerà Little Joe o Alice riuscirà a distruggere quella che considera la sua creatura? Non ti resta che vedere il film!
Sarebbe bello avere un fiore prodigioso che ci dona la felicità ma allo stesso tempo ci costringe in una sorta di schiavitù? Fino a che punto si possono spingere gli esseri umani nella modificazione genetica? Little Joe ci mostra cosa potrebbe succedere quando interferiamo sul corso naturale delle cose, soprattutto se interferiamo su quella che è la spinta atavica che porta ogni essere vivente alla riproduzione e alla continuazione della specie, ma non offre risposte ne tantomeno un finale di speranza…
Le scene si svolgono sempre al chiuso, in luoghi asettici e dalla fredda illuminazione in cui spicca il color rosso intenso del fiore, una presenza costante in cui è implicito il significato della sua virulenza e facilità di contagio degli esseri viventi, contrapposte alla sicurezza e alle luci calde e soffuse che troviamo a casa di Alice, simbolo di famiglia e sicurezza, ma in cui comunque rimane presente Little Joe sia fisicamente che nelle conversazioni che vi avvengono.
Accompagnata da musiche provenienti dalla tradizione giapponese delle danze Kabuki, per definizione uno stile ricco di colpi di scena e coinvolgente, la trama, che si svolge con una certa lentezza, viene arricchita da questi suoni spesso ruvidi e graffianti per accentuare un gioco di sguardi e azioni di cui si comprende il significato lasciandosi trasportare dalla musica la quale mette in un leggero stato d’ansia in attesa di una qualche azione vivace che però non arriva.
Sicuramente Little Joe è un film visionario, elegante e originale, che ha saputo usare bene la musica per accentuare le azioni che scorrevano sullo schermo e molto spesso richiama alla memoria un classico del passato come L’invasione degli Ultracorpi del 1956, di cui si respira la solita aria di tensione in crescendo fin dall’inizio del film. Non consigliato a chi ama le pellicole di azione, qui non ne troverà.
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