Oliver Stone, raccogliendo alcune interviste a Vladimir Putin, ha prodotto e diretto nel 2017 The Vladimir Putin Interviews una miniserie televisiva statunitense messa in onda nel giugno dello stesso anno sul canale Showtime, quattro episodi per un totale di quattro ore.
https://www.youtube.com/watch?v=O97SeCqOh6s&ab_channel=muppetsluca
La serie TV, sotto forma di documentario, venne trasmessa in Italia divisa in due corpose puntate il 5 e il 12 ottobre 2017, su Rai 3. Oliver Stone apre l’intervista con una panoramica sulla biografia e sulla formazione di Putin: dalla laurea in giurisprudenza all’assunzione a servizio del KGB, parte di un progetto di “collocamento al lavoro” organizzato dall’Unione Sovietica per i giovani laureati.
Oggi le parole del responsabile dei beceri e violenti attacchi all’Ucraina suonano come un orrido presagio, o meglio una studiata ed annunciata azione di sistematica sottomissione dei territori della Crimea e del Donbass.
Oliver Stone, sempre fortemente criticato, non ha mancato di esprimere la sua opinione data la conoscenza del presidente russo mentre all’inizio non ha ritenuto di dover condannare Putin, operando un’analisi sul suo operato che comprendesse anche il comportamento degli USA e una valutazione storica e geopolitica dei territori coinvolti dal conflitto.
Il regista statunitense ha addirittura dichiarato a Robert Scheer di KCRW :
Gli Stati Uniti e i loro alleati nella NATO hanno provocato la Russia da due anni – in realtà tre anni – contro l’Ucraina
In sua difesa, va detto che Oliver Stone si diceva convinto che la Russia non avrebbe mai invaso l’Ucraina, limitandosi ad annettere a sé la regione del Donbass e adesso che purtroppo siamo alle porte della Terza Guerra Mondiale e che migliaia di innocenti stanno vivendo nel terrore a causa dei crimini del presidente russo, il regista ha cambiato idea e ritrattato.
Sebbene gli Stati Uniti abbiano molte guerre di aggressione sulla coscienza, non giustificano l’aggressione di Putin in Ucraina. Una dozzina di torti non fanno una ragione. La Russia ha sbagliato a invadere.
Oliver Stone ha combattuto la guerra del Vietnam e quell’esperienza lo ha profondamente segnato, non soltanto come uomo ma anche come artista, divenendo di ispirazione al regista che ha realizzato pellicole come Natural Born Killers, Nato il 4 luglio, Platoon e Talk Radio.
Il 3 marzo scorso Oliver Stone ha scritto un lungo ed articolato post su Facebook nel quale ribadisce la dura condanna alle azioni di Putin, ma sottolinea altresì l’indubbia responsabilità del governo degli Stati Uniti, sistematicamente guerrafondaio, veterano di conflitti e carneficine.
Sebbene gli Stati Uniti abbiano sulla coscienza molte guerre di aggressione, ciò non giustifica l’aggressione di Putin in Ucraina. Una dozzina di torti non fanno una ragione. La Russia ha sbagliato a invadere. Ha commesso troppi errori:
1) sottovalutare la resistenza ucraina, 2) sopravvalutare la capacità dell’esercito di raggiungere il suo obiettivo, 3) sottovalutare le reazioni dell’Europa, soprattutto della Germania che aumenta il suo contributo militare alla NATO, dopo che hanno resistito per circa 20 anni; anche la Svizzera si è unita alla causa. La Russia sarà più isolata che mai dall’Occidente, 4) sottovalutare il potere potenziato della NATO, che ora farà più pressione sui confini della Russia, 5) probabilmente mettere l’Ucraina nella NATO, 6) sottovalutare i danni alla propria economia e creare certamente più resistenza interna in Russia, 7) creare un importante riadattamento del potere nella sua classe oligarca, 8 ) mettere in gioco bombe a grappolo e sottovuoto, 9) e sottovalutare il potere dei social media in tutto il mondo.
Ma dobbiamo chiederci, come può Putin aver salvato il popolo russofono di Donetsk e Luhansk? Senza dubbio il suo governo avrebbe potuto fare un lavoro migliore nel mostrare al mondo gli otto anni di sofferenza di quelle persone e dei loro rifugiati – oltre a evidenziare l’accumulo ucraino di 110.000 soldati ai confini di Donetsk-Luhansk, che si è verificato essenzialmente prima dell’accumulo russo. Ma l’Occidente ha relazioni pubbliche molto più forti dei russi. O forse Putin avrebbe dovuto cedere le due province che non hanno bisogno di aiuto e offrire a 1-3 milioni di persone di trasferirsi in Russia. Il mondo avrebbe potuto capire meglio l’aggressione del governo ucraino.
Ma d’altronde, non ne sono sicuro. Ma ora, è troppo tardi. Putin si è lasciato prendere all’amo ed è caduto nella trappola tesa dagli Stati Uniti e ha impegnato il suo esercito, dando potere alle peggiori conclusioni che l’Occidente possa fare. Probabilmente, credo, ha rinunciato all’Occidente, e questo ci avvicina più che mai a un Confronto Finale. Sembra che non ci sia nessuna strada per tornare. Gli unici felici di questo sono i nazionalisti russi e la legione di odiatori russi, che finalmente hanno ottenuto quello che sognavano da anni, cioè Biden, Pentagono, CIA, UE, NATO, media mainstream – e non trascurate Nuland e la sua sinistra banda di neocon a Washington. Questo riscatterà significativamente i falchi neocon agli occhi pubblici. Far notare la tossicità delle loro politiche (Jugoslavia, Iraq, Afghanistan, Libia, Siria, espansione della NATO, infrangere trattati nucleari, censurare e omettere fatti cruciali dalle cronache, ecc. ) sarà quasi impossibile. Portare in evidenza due pesi e due misure occidentali, compreso il cattivo comportamento di Kiev e Zelenskyy, cadrà allo stesso modo sulle orecchie sorde mentre trarremo nuovamente le conclusioni sbagliate.
Ora è più facile infangare quelli di noi che hanno cercato di capire la posizione russa in questi ultimi due decenni. Ci abbiamo provato. Ma ora è il momento, mentre JFK e Krusciov affrontarono la pericolosa situazione di Cuba nell’ottobre del 1962, per le due potenze nucleari di tornare indietro dall’abisso. Entrambe le parti devono salvare la faccia. Questo non è un momento per gli Stati Uniti di gongolare. Da veterano della guerra del Vietnam e da uomo che ha assistito all’antagonismo senza fine della guerra fredda, demonizzare e umiliare i leader stranieri non è una politica che possa avere successo. Peggiora solo la situazione. Sono necessarie trattative informali, perché qualsiasi cosa accada nei prossimi giorni o settimane, lo spettro di una guerra finale deve essere realisticamente accettato e mediato. Chi può farlo? Ci sono veri statisti tra di noi? Forse, prego, Macron. Portateci quelli come Metternich, Talleyrand, Averell Harriman, George Shultz, James Baker e Michail Gorbaciov.
La grande tragedia invisibile al centro di questa storia dei nostri tempi è la perdita di un vero partenariato pacifico tra Russia e Stati Uniti – con, sì, potenzialmente la Cina, senza che ci sia nessun motivo per ostacolarlo se non il desiderio di dominio americano. Gli idioti che hanno continuato a provocare la Russia dopo la fine della guerra fredda nel 1991 hanno commesso un terribile crimine contro l’umanità e il futuro. Insieme, i nostri Paesi avrebbero potuto essere alleati naturali nella più grande battaglia contro il cambiamento climatico. Solo nelle sue realizzazioni tecniche, nella scienza su larga scala, nella sua missilistica, nelle industrie pesanti e nei suoi reattori nucleari più moderni e puliti, la Russia è stata un grande amico dell’uomo. Ahimè, nel nostro secolo finora, l’uomo non è riuscito a vedere né a raggiungere le stelle.
Oggi più che mai The Putin Interviews di Oliver Stone va guardato per avere maggiore coscienza della gravità e della premeditazione con cui i crimini di Putin sono stati studiati e perpetrati e soprattutto per essere più consapevoli di ciò che stiamo vivendo.