L’imprevedibile viaggio di Harold Fry (The Unlikely Pilgrimage of Harold Fry) è una delle più importanti novità del catalogo MYmovies one. Film del 2023 diretto da Hettie MacDonald, alle cui spalle vanta lavori come Beautiful Thing nel 1996 che ne segnò il brillante debutto, e soprattutto divenuta celebre grazie alla serie Normal People tratta dal romanzo di Sally Rooney che ha di fatto lanciato la carriera di due giovani attori come Paul Mescal e Daisy Edgar-Jones, uno prossimamente protagonista de Il Gladiatore 2, l’altra al cinema ora con Twisters.
In questo caso la MacDonald ci racconta una commovente storia vera, le cui radici addirittura potrebbero provenire da una fonte illustre: il grande regista e sceneggiatore tedesco Werner Herzog, il quale sembra essere porprio lui il soggetto che ha ispirato il personaggio di Harold Fry, su questo comunque ci torneremo tra non molto. Il film è stato scritto da Rachel Joyce, la quale in precedenza ne aveva tratto un romanzo qualche anno prima, con medesimo titolo.
L’imprevedibile viaggio di Harold Fry, Un viaggio per recuperare qualcosa perduto nel passato
Il viaggio è spesso metafora di un qualcosa che va ben al di là di qualcosa che ci porta da un punto o ad un altro, in alcuni casi il cinema ci insegna che a volte è un qualcosa di decisamente più profondo ed intenso, che ci aiuta o diventare qualcosa di diverso da noi stessi, oppure per recuperare qualcosa di perduto, volontariamente o meno, nel grande viaggio che è la vita.
Harold Fry (Jim Broadbent) è un settantenne di una piccola città del Devon, nel sud-ovest dell’Inghilterra, che una mattina esce di casa per imbucare una lettera, ma ad un certo punto incomincia a camminare e poi non smette più finché non arriva in un’altra cittadina per consegnarla di persona, precisamente a Berwick-upon-Tweed, situata nel nord, al confine con la Scozia… un viaggio a ritroso in tutti sensi non solo in senso fisico verso il nord dell’isola britannica, ma verso qualcosa da recuperare dal passato e che non può più essere rinviato.
Oltre 500 miglia di strada a piedi che Harold percorre come aveva fatto più o meno trent’anni fa in uno dei film più belli e commoventi della storia del cinema un altro celebre viaggiatore nell’America del Novecento, Forrest Gump, nell’omonimo film di Zemeckis ed interpretato da uno straordinario Tom Hanks, che incominciò ad un certo punto a camminare e a camminare diventando celebre per tutti gli Stati Uniti proprio per il bizzarro e lungo viaggio che aveva compiuto per tutti gli Stati Uniti.
Tenace e sicuro di sé, Harold Fry, un altro riferimento potremmo recuperare dal passato, usando un suo più o meno coetaneo, che sempre in America, ma in quel caso su un trattore compì un viaggio simile: il film per la cronaca è Una storia vera di David Lynch, in cui un anziano signore dell’Iowa che, anche questa storia è tratta come dice il titolo da una storia vera, con il suo improbabile mezzo di trasporto, intraprende un viaggio di 500 chilometri per andare a trovare suo fratello recentemente infartuato.
Harold, ovviamente anche lui appare un po’ svagato, ma rimane sempre lucido per tutto il viaggio, e tornando a ciò che abbiamo citato solo superficialmente in precedenza, ripercorre di fatto anche qui un episodio tratto da una storia realmente accaduta, e raccontato più volte da Herzog nel corso della sua carriera, il quale grande regista quando nell’inverno del 1974 viaggiò a piedi da Monaco di Baviera a Parigi (quasi 800 chilometri, poco meno di 500 miglia) per salvare la vita della sua amica e mentore, la critica cinematografica Lotte Eisner, gravemente malata.
Se Harold difetta in età per compiere un viaggio del genere, di certo però non ha nulla di invidiare ad un maratoneta professionista per quanto riguarda intraprendenza e coraggio nel perseguire un’impresa non di certo di semplice attuazione. La sua vecchia collega, Queenie Hennessey (Linda Bassett), sta morendo di cancro, ma lui, Harold, in cuor suo sa che in una qualche maniera:
I’ll keep walking , she’ll keep living”
Che in italiano lo potremmo tradurre tranquillamente così:
Finché camminerò, lei vivrà.”
Per raggungere il suo ambizioso obiettivo, il percorso non sarà rettilineo e breve, ma passerà dalle colline del sud ai centri urbani cementificati, dalle aree di servizio alle case della gente che lo ospita, con un ritmo di 8 miglia al giorno, con le scarpe sciupate e le vesciche ai piedi. Harry è infatti determinato più che mai, non solo perché ha uno scopo, ma anche perché ha un ricordo da cui scappare, nel caso preciso la morte di un figlio che non è riuscito ad evitare anni addietro e di cui si sente in una qualche maniera dolorosamente colpevole.
Nei suoi incontri lungo la strada si fa voler bene – due donne lo accolgono in casa, conversa con alcuni signoriin tavole calde, pub o accampamenti all’aperto – e nei luoghi che visita (la cattedrale di Exeter, una rievocazione storica in una cittadina…), trova occasioni e spazi per riflettere su ciò che gli resta, su ciò che ha perduto e su ciò che potrà ancora fare nella vita che gli rimane da vivere.
L’imprevedibile viaggio di Harold Fry: Tra spiritualità e boschi, il viaggio come rivelazione
Il tempo impiegato per questo suo viaggio gli offre la possibilità di vivere in un altro modo, gli da un’altra strada da percorrere (letteralmente e simbolicamente), riportandolo agli errori del passato e al ricordo di un figlio la cui perdita ha segnato la vita sua e quella della moglie Maureen (Penelope Wilton, grande attrice britannica e vista recentemente nella serie After life con Ricky Gervais).
Questa viene abbandonata ad inizio film per poter compiere questa specie di cammino, un po’ come avviene nel commovente film del 2010 con il personaggio interpretato da Martin Sheen ne Il Cammino di Santiago che per realizzare l’ultimo desiderio del proprio figlio, morto durante il famoso percorso di fede, e per purificarsi dal senso di colpa che prova, sceglie coraggiosamente di intraprendere questo lungo cammino e finirlo per lui per ricongiungersi in una qualche maniera.
Il passato quindi è un tempo ben presente e ci viene rappresentato attraverso alcuni flashback che rivelano la tragedia vissuta da Harold e dalla moglie e portano dentro il dramma di un’esistenza che ha bisogno di essere emendata da un passato fin troppo doloroso da sopportare nella quotidianità di una casa, che da un certo punto di vista ti rinchiude in una prigione fatta di ricordi negativi.
Un viaggio, una specie di evasione è ciò che serve ad Harold e, quando gli capita questa occasione, preso da una inaspettata epifania coglie l’occasione non solo di rivedere un’ultima volta una cara vecchia amica malata, ma magari facendo a ritroso un passo dietro l’altro nel tempo, recuperare ciò che tempo addietro lui e la moglie avevano perduto, quel figlio che non erano riusciti a salvare venticinque anni prima.
Harold dorme per strada, si accampa nei boschi, parla con viandanti di fronte a un fuoco (proprio come in Una storia vera di Lynch), si fa simbolicamente lavare i piedi come se fosse un colpevole da dover perdonare e, trova anche un dolce cane randagio come compagno di strada: più infatti il viaggio prosegue, più la dimensione religiosa del personaggio aumenta e si fa rivelatrice proprio come ne Il Cammino di Santiago (Harold, come suggerisce il titolo originale The Unlikely Pilgrimage of Harold Fry, è un pellegrino, una figura cristologica che nel dolore fisico lava il dolore dell’anima…).
Anche la moglie però avvia anche un cammino di liberazione e di incontro con il marito, il cui grande dolore per il figlio tempo addietro ha di fatto allontanato, seguendolo sia a distanza, che direttamente di persona, supportandolo con amore in questa sua personale maratona verso se stesso.
Il tono del film si fa via via melodrammatico col passare dei minuti, ma non scivolando mai nel patetico: merito del modo anti-spettacolare con cui viene rappresentato il paesaggio inglese e ovviamente della cosa più prevedibile di questo presunto viaggio “imprevedibile”, e cioè la prova di Jim Broadbent, il cui sguardo racchiude la fragilità e l’innocenza di un uomo che ha deciso finalemente di fare i conti con sé stesso.
Maureen nella durezza del volto racchiude una comprensione che prima o poi emergerà e darà la certezza che la ragione del viaggio come sempre è viaggiare, più che la destinazione in se…
Questo commovente film lo potete già trovare su MYmovies one, dove troverete tra l’altro cinema d’autore del passato come Bergman e Truffaut e altri maestri della contemporaneità italiana e mondiale, senza dimenticare corti di qualità e le migliori produzioni del cinema indipendente. Buona visione e buon viaggio con Harold e compagnia verso il grande cinema di MYmovies!