Nelle ultime settimane Disney è stata al centro di importanti polemiche dovute alla sua mancata presa di posizione davanti al nuovo decreto “Don’t say gay” approvato in Florida, nonché a causa del suo atteggiamento di censura avverso scene che rappresentino dimostrazioni d’affetto non eteronormate. Da ultima è emersa la notizia relativa al nuovo film Lightyear – La vera storia di Buzz, anche questo vittima di censura. Vediamo insieme cosa è successo!
Don’t say gay: la reazione di Disney al nuovo decreto
Prima di parlare nello specifico di Lightyear, facciamo un passo indietro. Nel marzo scorso, in Florida è stato approvato un controverso decreto: il “Don’t say gay”, ovvero in italiano “Non dire gay”, secondo il quale è fatto divieto di trattare temi inerenti l’identità di genere e l’orientamento sessuale nelle scuole pubbliche fino al terzo anno di elementari. In un mondo in cui sono sempre crescenti l’apertura e la sensibilità verso tutto ciò che riguarda la comunità LGBTQ+, l’approvazione di un provvedimento del genere segna decisamente un passo indietro rispetto ai progressi degli ultimi anni.
Davanti al suddetto decreto, in molti attendevano una presa di posizione da parte di Disney, multinazionale ormai dotata di immenso potere economico e di cui una delle sedi principali dei suoi parchi a tema è situata proprio in Florida. La risposta della grande casa produttrice è stata però piuttosto deludente, mantenendo un atteggiamento di assoluta neutralità. Queste le parole del CEO Bob Chapek:
“Le dichiarazioni pubbliche fanno pochissimo per cambiare davvero le cose o le idee. Al contrario, spesso vengono strumentalizzate per dividere l’opinione pubblica e provocare un dibattito più acceso. In altre parole, finiscono con essere controproducenti […] Possiamo essere più efficaci nel creare un mondo più inclusivo creando contenuti che siano d’ispirazione e una cultura aziendale basata sull’accoglienza, e sostenendo le organizzazioni che da sempre sono al nostro fianco, comprese quelle che rappresentano la comunità LGBTQ+”.
Di fronte alle sue parole numerose persone impiegate presso gli studios Disney-Pixar si sono opposte, dichiarando:
“La nota comunicata dalla nostra azienda parlava di una lunga storia di sostegno verso la comunità, ma la verità è un’altra. I Parchi Disney non hanno mai ospitato un Gay Pride prima del 2019, quando a farlo fu il parco di Parigi. Al contrario, la Disney ha sempre soppresso i Pride spontanei organizzati dai fan nei suoi parchi.
È difficile continuare a far parte di un’azienda che non difende i nostri diritti, che non ci difende quando questi sono minacciati, mentre continua a far soldi con prodotti di merchandising ispirati al Gay Pride”
Del resto, il silenzio vale più di mille parole e il fatto di non prendere una posizione precisa non fa che evidenziare ancor di più il mancato sostegno alla comunità LGBTQ+. Dal canto suo, l’atteggiamento neutrale di Disney trova certamente giustificazione in ragioni di natura commerciale. La scelta di non mostrare determinati contenuti infatti deriva dall’esigenza di garantire la massima distribuzione dei propri prodotti, specie in quei paesi dove le relazioni omosessuali ed in generale tutto ciò che concerne la comunità LGBTQ+, non sono ancora socialmente accettate, come ad esempio la Cina o la Russia, che rappresentano una grande fetta del mercato internazionale.
Negli ultimi anni, soprattutto nei prodotti Disney Pixar, hanno iniziato timidamente ad affacciarsi alcune scene e dialoghi che lasciano intendere la presenza di relazioni LGBTQ+. Ricordiamo ad esempio Toy Story 4, dove due madri abbracciano il proprio figlio mentre lo salutano all’asilo; o ancora in modo più evidente, Onward, dove una poliziotta fa espresso riferimento alla sua fidanzata. Tuttavia il tema non è mai stato rappresentato in modo diretto ed è stato affrontato sempre in modo sfuggente.
In particolare Onward ha riscontrato alcune problematiche riguardo alla sua distribuzione in quei paesi che, come suddetto, sono intolleranti verso questi temi. Il film Pixar è stato infatti bandito in Arabia Saudita, Qatar, Kuwait e Oman, mentre in paesi come la Russia, la parola “fidanzata” è stata sostituita con il termine più neutro di “partner”.
Un discorso diverso deve essere invece fatto per Out, cortometraggio Pixar diretto da Steven Clay Hunter, che affronta apertamente ed in modo diretto il tema del coming out, con tanto di bacio gay. Con riguardo alle polemiche insorte negli scorsi mesi, il regista ha affermato in un’intervista per Variety:
“Sono dalla parte dei miei colleghi. Sono molto orgoglioso del fatto che si siano fatti sentire. Ne abbiamo bisogno. […] Non possiamo immaginare che queste leggi che stanno cercando di introdurre non siano offensive, intolleranti e, francamente, malvagie”.
Lightyear – La vera storia di Buzz: il bacio censurato
Alla luce di tutto ciò che abbiamo detto sino ad ora, è emerso di recente che nel nuovo e attesissimo film Lightyear – La vera storia di Buzz è prevista la scena di un bacio omosessuale, prontamente censurato da Disney.
Ricordiamo che il film racconterà la vera storia di Lightyear, astronauta che ha ispirato poi la produzione del celebre giocattolo di Toy Story, Buzz Lightyear. Tra i personaggi del nuovo film spicca Alicia Hawthorne, donna lesbica che scambia un bacio con la sua compagna. Originariamente rimosso, sembra che ora il bacio sia stato reinserito in Lightyear, segnando così un passo davvero importante per la celebre casa di produzione.
Ricordiamo che Lightyear, previsto per il 15 giugno, sarà il primo film Pixar a tornare sul grande schermo dal 2019. Infatti, a causa dell’emergenza sanitaria degli ultimi due anni, la maggior parte dei nuovi titoli è stata resa disponibile direttamente sulla piattaforma streaming Disney+. Anche i diversi prodotti rappresentativi tematiche LGBTQ+, non a caso, sono stati destinati esclusivamente alla piattaforma, come il corto Out e Onward, sempre nel tentativo di Disney di mantenere una certa reputazione, limitando i contenuti a tema esclusivamente sul web e senza mai esporsi molto.
Di conseguenza Lightyear segnerà una svolta: sarà il primo film Disney-Pixar a portare sul grande schermo la scena di un bacio omosessuale. Certo non possiamo dire che Disney sia stata molta coraggiosa, considerando che avrebbe potuto esporsi già molti anni fa e non soltanto nel 2022 con Lightyear, quando il mercato dell’intrattenimento è ormai ricco di contenuti LGBTQ+. Inoltre ciò che fa più riflettere non è tanto la scelta di aver inserito una scena del genere, quanto più il fatto che sia stata precedentemente rimossa.