Eccoci qua di nuovo horrormaniaci! Oggi parleremo della pellicola “Lights out”.
“Alla morte del patrigno in circostanze misteriose, la giovane Rebecca dovrà occuparsi del fratellino Martin, costretto a convivere con una madre da sempre disturbata e spesso intenta a conversare con una misteriosa entità che abita nel buio. Quando la creatura si rivelerà qualcosa di più che la semplice fantasia di una mente malata, la lotta di Rebecca diventerà assai più concreta e pericolosa.“
Questo film mi è piaciuto molto, tanto che voglio sottolineare che James Wan, regista di The Conjuring, ha pensato di produrre un’estensione di questo corto, iniziamentre creato da David Sandberg.
Certo, ovviamente, mette ancora più ansietta per chi con il buio non va molto d’accordo.
La trama è chiara fin da subito: una creatura misteriosa che vive al buio e svanisce alla luce perseguita una donna e i suoi figli. Qua, voglio puntualizzare che ci avviciniamo anche al film di Babadook per il suo lato psicologico. La madre, Sophie, soffre di una grave forma di depressione che sembra legato a questo “essere” che lei stessa chiama Diana.
Che sia anche questo un modo per collegare la patologia con l’identità di un mostro oscuro? Immagine che si è fatta largo nelle menti di molte persone, sopratutto per chi ha dovuto affrontare questa patologia.
Azzardo a dire che abbiamo qualcosa del “Boogeyman” e “La madre”.
Dunque, in conclusione penso che questa pellicola non sia affatto male, visto che sono sempre stata affascinata dalle trame che hanno una sorta di “dobbio binario”, ovvero che tratta le problematiche psicologiche dei personaggi (in questo caso la depressione) affiancandolo al classico cliché che porta a galla le paure e le metà oscure che albergano dentro di noi (per questo ho citato il Boogeyman).
Credo che tutto ciò serva per rendere esplicito una simbologia del disturbo psichico, questo mi ha ricordato molto delle vignette illustrate di un’artista che ha disegnato molte patologie mentali rendendole quasi vive.
Il disegnatore Shawn Coss illustra la malattia mentale con una serie di vignette per il progetto Inktober