Tante serie tv italiane in arrivo su Netflix a partire dal prossimo anno, questo è quanto annunciato dalla piattaforma streaming venerdì 17 settembre. Tra le serie in produzione, oltre a Tutto chiede salvezza, Nemesis e Briganti, c’è anche Lidia Poët, prodotta da Groenlandia e diretta da Letizia Lamartire (Il divin codino) e Matteo Rovere, anche produttore di enormi successi di critica e botteghino come L’incredibile storia dell’isola delle rose, Il primo re e Il cattivo poeta.
Nonostante non sia ancora ufficiale, il ruolo della protagonista dovrebbe essere affidato a Matilda De Angelis, attrice giovanissima e molto promettente che abbiamo visto di recente sia in L’isola delle rose, sia nella serie The Undoing, al fianco di Nicole Kidman e Hugh Grant. Sul resto del cast non sappiamo niente, ma attualmente la Film Commission Torino sta cercando alcune comparse, come specificato nel bando:
“Per la serie Lidia si cercano comparse tra i 18 e i 75 anni, a Torino e provincia e, per alcune scene che si gireranno a metà ottobre, anche ad Asti e dintorni. Trattandosi di serie in costume ambientata a fine ‘800, gli uomini non devono avere i capelli rasati o il doppio taglio, ed è preferibile che abbiano la barba o i baffi. Le donne non devono avere meches o colori dei capelli troppo moderni ed è preferibile che abbiano capelli medio-lunghi. Non devono esserci tatuaggi. La selezione potrebbe implicare eventuali tagli o modifiche di capelli di barba”.
Le riprese sono già iniziate, per adesso in zona Palazzo dei Supremi magistrati di via Corte d’Appello, storica sede del potere giudiziario e fiscale dello Stato Sabaudo.
La trama di Lidia Poët
Fu per colpa di questa sentenza che venne annullata l’iscrizione alla professione forense di Lidia Poët e di tante altre donne. Ma fu anche merito di questa sentenza, quanto più retrograda, che iniziò una battaglia contro la discriminazione tra sessi conclusasi poi con un successo nel 1919 con l’introduzione della legge Sacchi, che consentiva l’ingresso delle donne in molti settori della società; così, nel 1920, la domanda d’iscrizione all’Albo di Lidia Poet fu finalmente accettata, restituendo alla donna quel ruolo di avvocata che le era stato negato per 37 anni.