Netflix ci propone tra le uscite del mese di marzo, L’Era dei Samurai, una docuserie storica, dedicata ai samurai e nello specifico al periodo Sengoku, un periodo che è stato spesso oggetto di adattamenti cinematografici, ma che ha anche ispirato celebri manga giapponesi, soprattutto quello di Inuyasha.
La serie, composta da sei episodi, unisce ottime ricostruzioni storiche e nozioni raccontate da storici, unendole a personaggi ben costruiti e ad avvincenti colpi di scena.
L’Era dei Samurai, il cast:
Hiro Kanagawa, Masami Kosaka, Hayate Masao, Masayoshi Haneda, Hideaki Ito, Wilfred Lee, Seiji Hino, Elina Miyake, Ryota Kaneko, Chika Kitney fanno parte del cast che ha dato vita a questa straordinaria docuserie.
L’Era dei Samurai, alla conquista del potere:
Nel primo episodio ci viene introdotto il personaggio di Oda Nobunaga, un folle guerriero osteggiato dai suoi stessi familiari per il suo carattere irrispettoso e iracondo, ritenuto dalla maggior parte semplicemente un incapace, molto più vicino alla figura del razziatore che a quella del nobile condottiero.
Questo folle samurai, mosso da una smania di potere e sangue senza eguali, inizia una straordinaria operazione di conquista che lo porterà via via a vincere sempre più battaglie e a divenire, in breve tempo, una delle figure più influenti e temute del Giappone dell’epoca. Le grandi doti da leader di Nobunaga sono tante; soprattutto la sua conoscenza delle tecnologie dell’epoca e degli strumenti più innovativi, come l’archibugio, viste con sospetto da molti signori della guerra, contribuisce a renderlo uno dei più grandi guerrieri di sempre.
Nobunaga non è l’unico personaggio al centro della docuserie; un altro personaggio molto importante è Date Masamune, celebre daimyo giapponese noto come dokuganryū, “Il Drago con un occhio solo”.
Si racconta che il daimyo Masamune, da bambino, si strappò da solo l’occhio che era stato infettato dal vaiolo. Successivamente uccise il fratello minore per assicurarsi la successione, che ottenne a soli 17 anni dopo la morte del padre. Eccezionale stratega militare, Masamune estese il proprio dominio sui clan limitrofi al proprio feudo, unendo sotto la sua egida gran parte del Giappone settentrionale.
L’opinione del redattore
La serie, con un ritmo sempre più incalzante, riesce a intrattenere e a incuriosire lo spettatore. Le nozioni storiche che ci vengono fornite dai racconti di studiosi e accademici offrono spunti interessanti e utili informazioni per contestualizzare al meglio i più importanti avvenimenti del periodo e non risultano affatto pesanti. Le docuserie, soprattutto se storiche, portano con sé il rischio di annoiare facilmente lo spettatore, ma con Age of Samurai questo non succede; gli spettatori, episodio dopo episodio, si appassionano alle vicende e sono spinti dalla curiosità ad andare avanti, per scoprire il destino dei vari condottieri protagonisti.
Sicuramente uno dei protagonisti più interessanti è Oda Nobunaga. Quello che maggiormente colpisce, e che ha anche me, di questo personaggio è la sua straordinaria abilità in battaglia e la sua freddezza nel giustiziare non solo i nemici, ma anche i civili, in particolare le donne e i bambini, i quali molto spesso loro malgrado si trovavano ad essere un “di troppo” negli scontri tra i leader delle diverse fazioni in guerra.
La serie, inoltre, scava a fondo sul profondo senso dell’onore dei guerrieri samurai; se sconfitti o se catturati, molti daimyo ricorrevano alla pratica del Seppuku (chi la praticava si squarciava il ventre). Tale rituale, perché così possiamo definirlo, non era un semplice suicidio, ma in diverse occasioni riusciva a spingere altri guerrieri indecisi a prendere una posizione sulla decisione migliore da prendere.
Anche la ricostruzione storica è ineccepibile e le scene che vedono i samurai impegnati in numerosi scontri corpo a corpo o in pericolosissime congiure di palazzo sono veramente suggestive. Vista anche la brutalità degli eventi mostrati, la produzione ha deciso di non censurare alcuna scena: gli spargimenti di sangue si vedono, così come si vede l’estremo grado di violenza di tali battaglie e la loro brutalità.
Infine, come già detto, i diversi momenti in cui intervengono gli accademici non spezzano in alcun modo l’incedere dell’azione. La serie finisce per somigliare a un action movie più che a una docuserie, complice il ritmo serrato e i numerosi intrighi e le battaglie. Lode anche alle grafiche, che ci consentono di individuare le forze schierate in campo e come si muovono negli scontri più pesanti; ciò dà allo spettatore una visione completa degli eventi narrati.