Nel 1843, dopo il successo conquistato con Oliver Twist, lo scrittore torna in patria dall’America stracolmo di debiti, con una famiglia numerosa a cui badare; l’aiuto per l’opera che ribalti la situazione economica e culturale
È molto interessante scoprire come Dickens, interpretato da un ottimo Dan Stevens (Legion), abbia redatto A Christmas Carol, la sua opera più famosa: dalla ricerca dei nomi più particolari da applicare ai suoi personaggi all’estrema concentrazione necessaria per buttare giù pagine di libri, chiuso nel suo studio. L’estrema immaginazione dello scrittore che rende tangibili i personaggi che appartengono alla sua storia risulta la componente più affascinante della pellicola.
La confusione dei pensieri ingarbugliati che affollano la sua mente riesce a placarsi quando ritorna nella fabbrica dove ha lavorato da bambino: in quel luogo Charles Dickens riesce a dare ragione finalmente ai consigli altrui che volevano una redenzione dell’avaro protagonista. Dopo aver finito il racconto sembra redimersi anche l’autore che, fino ad allora, quasi si confondeva con Mr. Scrooge, avendo allontanato tutti.
A Christmas Carol nell’immaginario collettivo
Proprio con questa breve storia di fantasmi, Dickens ci vuole ricordare il vero significato di questa festività: un giorno da condividere con i familiari, in cui persino i più peccatori, come il protagonista del romanzo, possono cambiare strada e diventare buoni. Questo tema di redenzione tramite gli Spiriti del Natale Passato, del Natale Presente e del Natale Futuro, introdotto dallo scrittore inglese in A Christmas Carol, è stato ripreso negli anni in molti film, fumetti e serie tv.
Dopo varie rappresentazioni teatrali, Scrooge, or, Marley’s Ghost, nel 1901, è il primo adattamento cinematografico del romanzo: si tratta di un cortometraggio muto diretto da Walter R. Booth e prodotto da Robert W. Paul, il primo di tanti che si sono susseguiti fino al 1928, anno della prima versione sonora intitolata Scrooge.
7 anni dopo arriva con lo stesso nome il
In Italia, a inizio anni ’50, con Paolo Stoppa, Isa Barzizza e Marcello Mastroianni, A Christmas Carol viene declinato come Non è mai troppo tardi: Antonio Trabbi è un usuraio che tormenta i propri dipendenti, dopo aver rifiutato un prestito all’antica fiamma Rossana, ormai sposata con il suo rivale Riccardo, viene perseguitato da una voce che gli consiglia di cambiare vita; alla visione del futuro suo e di chi gli sta attorno, accoglie lo spirito natalizio per la prima volta nella sua vita.
Nel 1970 La più bella storia di Dickens è stato il musical che ha permesso ad Albert Finney di vincere il Golden Globe come Miglior attore in una commedia o musicale; anche la colonna sonora di Leslie Bricusse (Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato) ha ottenuto una nomination agli Oscar, con quelle per la miglior canzone originale (Thank you very much), la scenografia e i costumi.
Altra trasposizione moderna di A Christmas Carol risulta La rivolta delle ex con protagonista Matthew McConaughey: Connor Mead, un giovane donnaiolo e non più un vecchio avaro come Scrooge, scombussola il matrimonio del fratello minore; durante la notte, gli fa visita il defunto zio playboy (Michael Douglas), morto in solitudine e desideroso di una redenzione per il nipote che riconquista l’ex fidanzata, con l’aiuto di tre fantasmi in gonnella.
L’influenza di questo classico non termina qui, ma ci sono anche versioni per più piccoli. I Muppets con Festa in casa Muppets del 1992 rivivono la storia anche con attori reali. Veri e propri film d’animazione sono quello dei Looney Tunes del 2006, ma soprattutto, il più famoso è Il ca
La storia omonima, è uscita per la prima volta su Topolino n. 1412 il 19 dicembre 1982, con Zio Paperone come Scrooge, adattata con la sceneggiatura di Guido Martina e i disegni di José Colomer Fonts. Tra le altre trasposizioni fumettistiche di A Christmas Carol ricordiamo quella di Lupo Alberto, intitolata, però, Canto di ferragosto, cambiando la stagione del racconto e la graphic novel Batman: Natale, in cui i fantasmi del passato, presente e futuro sono rispettivamente Catwoman, Superman e Joker.
In molti episodi con sfondo natalizio di diverse serie tv, come Hazzard, I Jefferson e Quantum Leap, viene usata dai protagonisti l’idea dei tre fantasmi per far redimere un cattivo o un avaro, ispirandosi ad A Christmas Carol. In particolare, in Il Natale di London del serial Zack e Cody sul ponte di comando, London, ragazza ricca e avara, si redime per evitare di rimanere triste e sola.