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Le lettere di Bruce Lee alla Warner Bros

Laura Mecozzi 5 anni fa Commenta! 5
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Bruce Lee avrebbe presentato ai produttori delle modifiche alla sceneggiatura e al loro rifiuto di modificare quest’ultima non si è presentato sul set per ben due settimane. Questo scontro è ben documentato, ma la storia è stata di recente ripresa dalla figlia di Lee, Shannon, nel suo nuovo libro “Be Water, Il mio amico: gli insegnamenti di Bruce Lee”.

Un estratto di questo nuovo libro è stato pubblicato dal sito cinematografico americano Variety, in esso Shannon racconta come suo padre abbia lottato duramente per riscrivere la sceneggiatura originale de I 3 dell’Operazione Drago con lo scopo principale di poter “mostrare al mondo occidentale la gloria del kung fu cinese” e così “esprimere se stesso completamente in una vera rappresentazione sullo schermo di un uomo cinese.”

Anche se in un primo momento la la Warner Bros. ha detto aveva promesso all’attore di lasciare andare lo sceneggiatore originale, lo studio ha alla fine preso la decisione di tenerlo ad Hong Kong per fare “piccole modifiche” alle nuove pagine della sceneggiatura che Lee aveva consegnato.

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Bruce Lee ha anche esortato lo studio a sbarazzarsi dei titoli scelti inizialmente come “Blood and Steel” e “Han’s Island”, e di usare invece quello che poi divenne quello definitivo.

“Questa sceneggiatura originale non aveva nessuna delle scene iconiche che esistono oggi”, scrive Shannon Lee. “Niente ‘dito puntato verso la luna.’ Niente ‘arte di combattere senza combattere.’ Nessuna scena filosofica con il monaco che discute la vera natura della maestria – ‘Non colpisco. Colpisce tutto da solo. ‘”

Vista la partecipazione così attiva alla sceneggiatura Bruce Lee  si allenò “come non si era mai allenato prima” per il progetto. Lo studio ha anche chiesto a Lee di coreografare le scene di combattimento.  In questi giorni però è uscito fuori un nuovo elemento: la lettera che Bruce Lee ha inviato una lettera al presidente della Warner Bros. Ted Ashley per esprimere il suo entusiasmo per il progetto e convincere il suo impegno a realizzare un grande film.

Questo è quello che c’è scritto al suo interno:

“Sono sicuro che sei d’accordo con me sul fatto che la qualità, il duro lavoro estremo e la professionalità sono ciò di cui parla il cinema. La mia esperienza ventennale, sia nelle arti marziali che nella recitazione, ha portato alla riuscita armonia di esibizione ed espressione genuina, efficiente e artistica. In breve, è questo, e nessuno lo sa come lo so io. Perdonate la mia franchezza, ma sono io! Vedi, la mia ossessione è fare, scusate l’espressione, il fottuto film d’azione che sia mai stato realizzato. In conclusione, ti darò il mio cuore, ma per favore non darmi solo la tua testa. In cambio, io, Bruce Lee, proverò sempre il più profondo apprezzamento per l’intensità del tuo coinvolgimento”.

La lettera non è servita però per risolvere i problemi di Bruce Lee, visto che questa precede l’assenza dell’attore sul set cinematografico quando ha scoperto che i produttori non stavano usando nessuna delle sue modifiche alla sceneggiatura.

Come mai questa presa di posizione così dura? è sempre la figlia Shannon a giustificare il suo operato:

“Sapeva che se non avesse preso posizione, sarebbe stato emarginato più e più volte da persone che” sapevano meglio “”

Il resto è storia: si è creata una situazione di stallo di due settimane tra Bruce Lee e la produzione. Shannon Lee scrive che i produttori “hanno creato storie di copertura su come mio padre fosse così nervoso all’idea di essere in un film di Hollywood e di essere un fallito che era terrorizzato di presentarsi sul set”.

Bruce Lee si è rifiutato di cedere e alla fine la Warner Bros. ha chiesto ai produttori di utilizzare le modifiche alla sceneggiatura di Lee in modo che la produzione potesse riprendere.

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