La Nuova Hollywood:anche agli Oscar c’è aria di rinnovamento. Un Uomo da marciapiede è il primo film vietato ai minori a vincere la statuetta come miglior opera dell’anno
Un uomo da marciapiede (Midnight Cowboy)
Regia:John Schlesinger; soggetto: dal romanzo omonimo di James Leo Herlihy; sceneggiatura: Waldo Salt; fotografia (DeLuxe Color): Adam Holender; scenografia: John Robert Lloyd; costumi: Max Solomon e Ann Roth; colonna sonora: John Barry; montaggio: Hug A. Robertson; interpreti: Jon Voight (Joe Buck), Dustin Hoffman (Ratso Rizzo), Brenda Vaccaro (Shirley), John McGiver (Mr. O’Daniel), Ruth White (Sally Buck), Sylvia Miles (Cass), Jennifer Salt (Annie), Gil Rankin (Woodsy Niles), Jonathan Kramer (Jakie), Anthony Holland (predicatore televisivo), Viva (Gretel McAlbertson), Joan Murphy (cameriera), Al Stetson (autista); produzione: Jerome Hellman per United Artists; origine: USA – 1969; durata: 113′
La Trama
New York, fine degli anni ’60. Joe Buck (Voight)arriva dal Texas in autobus, in cerca di fortuna. Faceva il lavapiatti, adesso vorrebbe vivere facendosi mantenere dalle donne, come gigolò. In viaggio, ricorda la famiglia, il padre che se n’è andato e un’esperienza sessuale sconvolgente. A Manhattan conosce Shirley e Cass, che dovrebbero guidarlo nel mondo della prostituzione maschile, a caccia di ricche clienti, ma Joe, nonostante la bella presenza, dimostra subito di non saperci fare, coi suoi modi rudi e l’intelligenza non spiccatissima. In un bar incontra un piccolo italoamericano, sciancato e malato di tisi – Ratso Rizzo (Hoffman) – che gli si propone come agente. Pieno di risorse, risolve i problemi della vita quotidiana, ma neanche lui sembra avere idea di come rendere appetibile il suo protetto. Un giorno gli presenta O’Daniel, un omosessuale invasato. Si arriva quasi alla rottura, ma Joe è ormai troppo legato a Ratso per abbandonarlo. Insieme si trovano un’abitazione in un palazzo fatiscente e tentano di far fruttare il loro singolare sodalizio. Ratso, sempre più debole e malato, sogna di trasferirsi in un posto dal clima più caldo, l’assolata Florida. Joe si procura il denaro necessario al viaggio, rapinando un cliente. Partono. Un lungo viaggio, penoso e difficile, si conclude con l’arrivo a Miami. Poco dopo aver messo piede nel luogo dei suoi sogni, la Florida, Ratso muore. Joe è soffocato dall’angoscia: è rimasto solo, senza nessuno che lo possa ascoltare o aiutare.
La New Hollywood
La politica del gigantismo, percorsa dagli studios negli anni ’50, ha lasciato dietro di sè delle macerie. All’inizio degli anni ’70 si afferma una generazione di movie brats, giovani cineasti cresciuti a pane e pellicola: bisogna rinnovarsi o rassegnarsi al declino. Steven Spielberg, George Lucas , Francis Ford Coppola, William Friedkin, Martin Scorsese, che ancora oggi sono considerati i migliori registi al mondo, iniziano in questo tumultuoso periodo la propria carriera. Il Codice Hays, che censurava le pellicole, finisce in soffitta lasciando mano libera alla creatività, sostituito da un più agile sistema di lettere che contrassegnano i film (“X” significa vietato ai minori: presto questa lettera resterà a segnalare i film pornografici, mentre NC-17 la sostituirà come dicitura per i film consigliati a un pubblico adulto). L’incendio del ’68 porta un rinnovamento, che servirà a svegliare gli americani, feriti dal Vietnam e disillusi dallo scandalo del Watergate. Nel nuovo corso i film cominciano ad essere lanciati tutti insieme, con un monumentale battage pubblicitario ad annunciarli. Al box office i risultati sono strepitosi e questa nuova strategia porta subito ad incassi eccezionali come quelli registrati da Il Padrino o L’esorcista. Con Lo Squalo di Spielberg il film si trasforma in un evento di marketing globale, in grado di generare profitti con gadgets e parchi a tema. Finalmente il cinema inizia a rivolgersi al pubblico adolescente, con prodotti scintillanti e stupefacenti, come Guerre Stellari di Lucas, che in patria supera agilmente i 200 milioni di dollari d’incasso.
Il commento del Redattore
Il 1969 è decisamente l’anno dei cowboys e l’alloro di miglior attore protagonista viene consegnato a Rooster Cogburn detto Il Grinta, al secolo John Wayne (in alto il filmato della premiazione). Il Duca sale sul palco e si asciuga una virile lacrima: è stato re del botteghino per tanti anni e finalmente ne viene riconosciuta la statura di grande attore, anche se per un film tutt’altro che memorabile (un recente remake con Jeff Bridges non fa rimpiangere l’originale). Altri sono i cowboys che rubano il cuore del pubblico, soprattutto femminile. Gli irresistibili Paul Newman e Robert Redford (neanche nominati) in Butch Cassidy di George Roy Hill si fanno strada a colpi di pistola sulle note di Raindrops keep fallin’ on my Head di Burt Bacharach, che vince due Oscar, per la colonna sonora e la canzone. Del film vengono premiate anche la fotografia e sceneggiatura originale, scritta dal dissidente William Goldman. Quanto a Un Uomo da marciapiede invece vince poco ma bene: 3 Oscar al miglior film, alla regia, alla sceneggiatura e il responso del botteghino è favorevole. I dirigenti della United Artists, casa di produzione del film, sono sulle spine ma la storia della strana amicizia che lega il cowboy texano Jon Voight e il ladruncolo Dustin Hoffman conquista anche la critica. Schlesinger, che viene dal Free Cinema inglese, gira in una New York mai così ostile e dirige due attori decisamente in parte. Il biondo Jon Voight è una rivelazione (L’Oscar arriverà con Tornando a Casa nel 1979) mentre Dustin Hoffman, alla seconda nomination, estorce più di un superlativo assoluto per la sua interpretazione (dovrà aspettare un anno in più del collega e vincerà l’Oscar da protagonista per Kramer contro Kramer). La statuetta per l’adattamento premia un altro reduce delle persecuzioni maccartiste, il veterano Waldo Salt.
Voto: 7 su 10.