Xavier Legrand torna al tema della violenza in famiglia che col suo corto Avant que de tout perdre gli fece vincere ben 11 premi in diversi festival cinematografici.
Legrand, al suo primo lungometraggio, torna sulla violenza in famiglia con una storia abbastanza comune. Miriam e Antoine si sono separati e litigano per l’affidamento del figlio minorenne, Julien. Alla fine, il giudice decide che i fine settimana Julien li passerà col padre. Decisione che si rivelerà tutt’altro che saggia.
Trama mai banale, ma molto comune e usata spesso al cinema. Il film più noto è senz’altro Kramer contro Kramer, ma gli esempi potrebbero essere molti altri.
Su cosa si può giocare per tenere alta la suspense?
Sul dubbio, ovviamente: Antoine è veramente un uomo violento? Oppure è Miriam a essere apprensiva e ossessiva? Queste domande, che uno spettatore sprovveduto si potrebbe porre durante buona parte del film, con la traduzione italiana del titolo originale Jusqu’à la garde, con L’affido – Una storia violenta, diventano oziose. Ebbene sì, Antoine è veramente violento, possessivo, complessato, insicuro e il giudice avrebbe fatto meglio a decidere altrimenti. Ciò non toglie che la tensione sia comunque molto alta, anche perché il film è focalizzato sul punto di vista di un ragazzino undicenne che capisce poco a poco la miseria esistenziale del padre. Senza mai mostrare vere scene di violenza la si percepisce durante tutti i 93 minuti della pellicola.
Gli attori scelti da Legrand sono gli stessi di Avant que de tout perdre: Léa Drucker nel ruolo della madre, mentre Antoine è interpretato da Denis Ménochet.
Anche in questo caso, come già in molti altri film che stanno uscendo in questo periodo, si gira il coltello in una delle piaghe più purulente degli ultimi anni; la violenza in famiglia.
Si tratta di un tema che a Legrand sta particolarmente a cuore, visto che ha scritto anche la sceneggiatura del film e che ritorna su un tema che ha già trattato con successo. Scegliendo lo stesso cast ha voluto dare un seguito alla sua prima storia, come ha dichiarato lui stesso.
Vedi: Legrand e il suo ultimo film
E si tratta anche di un tema che svolge molto bene, visto che il suo corto è stato pluripremiato e il lungometraggio che lo ha seguito ha vinto nientemeno che il Leone d’Argento a Venezia come miglior opera prima.