Era il gennaio del 1974 quando, all’indomani delle travolgenti vittorie italiane nello slalom gigante di Berchtesgaden (5 italiani ai primi 5 posti), fu coniata un’espressione entrata nella leggenda: «La valanga azzurra».
A cinquant’anni da quel trionfo – e dopo il successo della docuserie Una squadra, dedicata all’epopea tennistica di Adriano Panatta, Corrado Barazzutti, Paolo Bertolucci e Tonino Zugarelli –, Fandango si appresta celebrare in modo inedito una pagina rimasta senza eguali nella storia dello sci alpino italiano.
La voce alla quale è affidato il racconto è quella del regista Giovanni Veronesi, che per l’occasione rivela il proprio passato di aspirante sciatore: «Sciare è come scrivere senza punteggiatura, senza virgole né punti, senza vincoli né cancelli; sciare è toccare la libertà assoluta e curva dopo curva, con le cosce che ti bruciano, essere felici. Io sono uno sciatore mancato, dicono i miei amici. Io invece dico “fallito”.
Non ho fatto altro che sciare fino a 14 anni, gara dopo gara, per diventare un campione, e non ce l’ho fatta. Questa è la spinta che mi ha convinto a raccontare la storia della Valanga Azzurra. Quelli sono davvero i miei miti, sono quello che io avrei voluto essere nella vita, sono Me dentro. C’è la neve nei miei ricordi, c’è sempre la neve, e mi diventa bianco il cervello se non la smetto di ricordare».
Il docufilm La valanga azzurra non si annuncia soltanto come un omaggio a campioni quali Gustav Thoeni, Piero Gros, Paolo De Chiesa, Fausto Radici, Stefano Anzi, Giuliano Besson, Tino Pietrogiovanna, Erwin Stricker, Rolando Thoeni, Helmuth Schmalzl, Franco Bieler, Herbert Plank, Marcello Varallo e all’allenatore Mario Cotelli; sarà anche la rievocazione di un’epopea sportiva che trasformò lo sci in un fenomeno di costume, tenendo milioni di spettatori incollati al televisore e contribuendo ad attirare sulle piste migliaia di nuovi praticanti.
Raccogliendo le testimonianze dei protagonisti di quella stagione, Veronesi ne ripercorre i momenti più esaltanti e le inevitabili contraddizioni, fino al tragico epilogo: l’incidente occorso nel 1979 al più giovane del team, Leonardo David, che morirà nel 1985 dopo anni di “coma vigile”.
La valanga azzurra, prodotto da Domenico Procacci, è scritto da Giovanni Veronesi, Sandro Veronesi, Lorenzo Fabiano, Luca Rea e dalla stesso Procacci. La fotografia è di Dimitri Chechi, il montaggio di Riccardo Giannetti. Alla produzione, con Fandango e Luce Cinecittà collabora Rai Documentari.