I nuovi sistemi e le future tecnologie, promettono di rendere la visione di ogni film al cinema un’esperienza indimenticabile.
Per quanto possa essere tendenzialmente in crisi, il cinema rimane ancora il mezzo migliore per godersi un film. Ne ha viste di tutti i colori dalla sua invenzione. Anzi, a dirla tutta siamo partiti dal bianco e nero. Poi sono arrivati il sonoro e il colore e la pellicola nel tempo, dopo aver cambiato svariati formati per adattarsi al campo visivo, ha lasciato posto al digitale. Anche se alcuni registi, come Tarantino, continuano a preferire la cellulosa, che poi però diventa difficile da riprodurre al massimo delle sue potenzialità dato che i cinema odierni non sono più attrezzati.
Per non parlare del sonoro. Una volta bastavano un pianoforte e qualche strumento a far da colonna sonora. Poi sono arrivati il doppiaggio, la stereofonia e la quadrifonia. Un film, Terremoto del 1974, portò una nuova tecnologia in sala, il Sensurround, che spingeva le basse frequenze al massimo per dare la sensazione che le poltrone vibrassero all’unisono con le scene del devastante sisma nella fase piu distruttiva. Il tutto con l’ausilio dei primi subwoofer, enormi altoparlanti, installati dietro allo schermo e agli angoli della sala, che riproducono le basse frequenze in maniera autonoma e svincolati dagli altoparlanti della sala che riproducono le medie e alte frequenze rivolte direttamente verso gli spettatori.
Non solo il film vinse un’Oscar per il sonoro, ma fu l’inizio di una fase che portò gli studiosi del suono a pensare ad un metodo per rendere più immersivo l’audio delle sale cinematografiche e portò all’inizio degli anni ’80 allo sviluppo del Dolby Surround, il sistema tuttora utilizzato (e migliorato) che consente allo spettatore di sentirsi avvolto dal suono, e grazie al quale sono aumentate le potenze e diminuite le dimensioni degli altoparlanti, al punto da richiedere molti meno subwoofer di quanti ne furono usati per Terremoto, pur ottenendo di fatto lo stesso effetto.
E da allora le innovazioni sono aumentate a livello esponenziale: schermi sempre più grandi e pellicole adattate agli stessi (i cinema IMAX hanno schermi che arrivano a oltre 20 metri di altezza e sfruttano una pellicola grande il doppio di quella tradizionale), sale circondate da altoparlanti di tutti i tipi e immagini contraddistinte da colori stupefacenti e una nitidezza senza precedenti, senza contare l’arrivo (e la quasi scomparsa) del 3D.
Ma tutta questa innovazione non sembra destinata a fermarsi, non per il momento almeno.
Lanciamo uno sguardo al futuro (in alcuni casi decisamente prossimo) delle sale cinematografiche per vedere cosa ci riserva.
Anzitutto il fattore video. Qualche giorno fa, DCI (Digital Cinema Initiatives), l’organizzazione che si occupa di fissare i requisiti necessari per ottenere un cinema digitale di massima qualità, ha pubblicato la bozza contenente le specifiche per il Cinema HDR, la tecnologia, già implementata in buona parte dei moderni televisori, che consente di riprodurre, in uno spazio colore più ampio del solito, una quantità di colori e sfumature molto più elevate e vicine a quelle percepibili naturalmente dall’occhio umano.
Si parla anche di display a MicroLED, in sostanza una sorta di enormi pannelli pensati per riprodurre autonomamente le immagini, senza l’ausilio di un proiettore e che contribuirebbero a migliorare ulteriormente la luminosità delle immagini oltre che il livello di contrasto (il nero risulterà ancora più profondo).
Un’altra evoluzione, potrebbe riguardare il 3D. James Cameron, che con il suo Avatar ha spianato la strada al cinema con gli occhialini, ha annunciato qualche giorno fa il termine delle riprese dei primi due sequel della saga, dichiarando che si tratterà di qualcosa di mai visto prima. Alcune voci, parlano addirittura di un 3D senza occhiali. Potrebbe trattarsi di una voce infondata, ma tecnicamente il sistema, seppur con parecchi limiti, potrebbe funzionare ed essere messo in atto.
Se per quanto riguarda il video, però, c’è ancora un bel po’ di strada da fare, con l’audio siamo già più realistici. Dopo anni di lavorazione e miglioramenti sull’audio surround, i laboratori Dolby hanno pensato che sarebbe ora di far “piovere” il suono sugli spettatori. Letteralmente.
Ha lanciato così, qualche anno fa, il Dolby Atmos, una tecnologia audio che si accompagna al già collaudato Dolby Surround presente in tutte le sale, aggiungendo alcuni nuovi altoparlanti installati a soffitto. Il limite attuale è che le produzioni cinematografiche americane (quelle che sfruttano maggiormente la nuova codifica) registrano l’audio in Dolby Atmos, riducendolo a un normale Dolby Digital, pensato per le configurazioni surround classiche, nel momento in cui la traccia viene doppiata. Quindi per il momento sono pochi i cinema ad adottare la nuova tecnologia (che richiede anche un investimento notevole per i nuovi altoparlanti e amplificatori). Confidiamo che in futuro possa esserci un aumento dei film codificati con il nuovo sistema anche da noi, e chissà che poi non si possa parlare di audio a 360 gradi vero e proprio, magari con degli altoparlanti installati anche a pavimento.
Un futuro denso di novità quindi, per noi appassionati di cinema e per chi ancora non lo è, ma lo sta diventando o lo diventerà presto grazie a storie raccontate da uno schermo ma che grazie al progresso ci fanno sentire parte integrante del racconto.