SPOILER!
Da Stanlio e Ollio, passando per Edward e Kim nell’Edward mani di forbice di Tim Burton, fino ad arrivare alle gemelline di Shining, il cinema spesso ci ha mostrato personaggi che senza la loro “metà” non erano completi. Anche nel mondo delle serie TV possiamo trovare di tanto in tanto una di quelle che a me piace definire “la strana coppia”, ognuna con una propria storia ed evoluzione. Oggi è la volta di Walter White e Jesse Pinkman, il celebre e quasi assurdo duo di Breaking bad.
Walter e Jesse – Ci si rivede!
“Come vi siete incontrati?” E’ la prima domanda che si fa per conoscere la storia di qualcuno. Ebbene, i nostri amici non si sono conosciuti nel primo episodio di Breaking bad, perché si conoscevano da molto prima, infatti Walter era stato l’insegnante di Jesse ai tempi del liceo (in una puntata vedremo anche il ritrovamento del disegno di Jesse che prendeva in giro il suo professore).
Dunque possiamo dire che si sono ritrovati, e se loro sono la strana coppia, le circostanze in cui si sono rivisti sono altrettanto bizzarre.
Sì, quello è proprio Jesse, sul tetto di un appartamento, mentre sta scappando cercando di infilarsi i pantaloni. Walter lo guarda e non sa se chiamare o meno suo cognato Hank (agente della DIA) che intanto fa irruzione in quella casa. Alla fine non lo chiama, sceglie così, abbiamo già capito le tue intenzioni, caro Heisenberg.
“Tu sei nel giro, ed io conosco la chimica. Potremmo diventare soci“, è così che il professore attuerà la sua proposta che non si può rifiutare. Jesse lo guarderà sbigottito, stralunato, non può credere al fatto che non solo si è salvato, ma avrà anche un nuovo socio, dal momento che quello vecchio era morto.
Ed è così che ha inizio poi la prolessi che vediamo nelle prime sequenze di Questione di chimica (episodio 1 stagione 1), titolo che anticipa già che tra i due non c’è solo una semplice collaborazione, ma un legame che li attrae reciprocamente senza via di scampo, c’è la chimica dall’inizio alla fine, i due poli si attraggono pur volendo dissociarsi dalla reazione. E’ quel rapporto di cui non possiamo fare a meno, un legame morboso, malato, ma che ci dà l’adrenalina che neanche l’LSD, e prima liberarcene sappiamo che dobbiamo solo cadere in delirio, come succede a Walter e Jesse.
Walter e Jesse – Odi et amo
Si sa che in ogni relazione c’è sempre una linea di equilibrio che in periodi di forte complicità tende a salire, altre volte può crollare per poi stabilizzarsi di nuovo. I nostri personaggi questo equilibrio non l’hanno mai conosciuto. C’è sempre il troppo o il troppo poco; ci sono abbracci disperati pieni di lacrime o pistole puntate alla testa con altre varie minacce di morte. Ma di chi è la colpa? Beh, dopo aver visto la serie per la prima volta, a caldo, potresti affermare che c’è una sottomissione di Jesse nei confronti di Walt che a volte può arrivare ad essere una sindrome di Stoccolma: Jesse, anche nei momenti peggiori, non riesce ad abbandonare il suo amico, non lo lascia. Il giovane ragazzo si ritrova coinvolto in disastri familiari (memorabile la scena in cui Jesse è ospite dei White e prova un imbarazzo astrale alle domande di Skyler, fino al punto in cui lei si alza e lo lascia a tavola insieme al marito), squilibri mentali, stati d’animo altalenanti, ma soprattutto Jesse è spettatore in prima linea dell’ascesa diabolica di Heisenberg. Spesso le prese di posizione del suo socio sono così prepotenti che quasi ti verrebbe voglia di abbracciarlo, di fargli capire che è giovane e può scegliersi un altro tipo di vita.
Io, però, non sono proprio sicura di questa sottomissione. E’ indubbio che Jesse sia stato spesso vittima nelle mani di un uomo che passo per passo diviene spietato, ma è pur vero che ogni volta in cui il ragazzo minaccia di andar via, di abbandonare tutto, Walter si sente spaesato, quasi solo. La maggior parte dei gesti vili che vediamo in Breaking bad, rappresentano un disperato, seppur ripugnante, tentativo da parte di Walter di non separarsi dal ragazzo. Lasciar morire Jane di overdose era un modo per non far diventare Jesse un drogato, l’avvelenamento di Brock, il figlioletto di Andrea, invece, attuato per incolpare Fring e vincere la guerra contro di lui (il proprietario dei Los Pollos Hermanos aveva infatti capito cosa sarebbe successo a Jesse andando avanti nella sua collaborazione malata con Walt). Vogliamo parlare dell’omicidio del povero Gale? Un altro piano diabolico di Walter con lo scopo di riavere il suo “protetto” in laboratorio.
Quest’ultimo è un gesto che significherà molto sul piano introspettivo di Jesse, non riuscirà ad uscirne, la vicenda lo porterà nei meandri del suo lato oscuro, delle sue debolezze. “Sono una persona cattiva” risponde, quando Walt gli chiede lui chi fosse nel primo episodio della terza stagione (Ora basta). Questa consapevolezza viene molto prima di tutte le vicende riportate, ma si era davvero accettato per quello che era?
Nel settimo episodio della quarta stagione (Un cane difficile), Jesse, dopo l’omicidio, ritorna dal leader del gruppo di tossicodipendenti in preda allo smarrimento e, con le lacrime agli occhi, sprofonda di nuovo nello sconforto: “il fatto è che se commetti cattive azioni e non vieni punito, che cosa vuol dire? Che cosa vuol dire?“. Questa domanda apre una voragine in ognuno di noi. Tale è la condizione che vive qualcuno che non sa, fondamentalmente, cosa sta facendo e il nostro Jesse ne è all’oscuro perché non sa che per Walter il fine, quello di tenerlo con lui, giustifica i mezzi. Anche se il mezzo è Jesse stesso. Anche se il mezzo è l’omicidio. Ma non dobbiamo dimenticare che, proprio per questo, Jesse avrebbe potuto avere le redini in mano di tutto se solo l’avesse voluto.
Fatto sta che i due attraversano tutti questi passaggi insieme, paradossalmente in ogni tragedia c’è un passo verso la crescita della loro amicizia, aumenterà la fiducia, la complicità e perfino la stima. Tra loro vige una regola non scritta: i panni sporchi si lavano in famiglia. Non vedrai mai Jesse mettere in cattiva luce Walter e viceversa, ci si scanna in privato.
Walter e Jesse – Lieto fine?
“Da quando ti ho incontrato tutto ciò di cui mi importava è andato, rovinato, coperto di merda, morto. E tutto da quando frequento il grande Heisenberg“
E’ così che Jesse si scaglia contro Walt, sul letto d’ospedale a causa dello scontro con Hank, nel settimo episodio della terza stagione (Un minuto), con la rabbia che ha un figlio contro il padre, ed un figlio sa che per quanto possa arrabbiarsi, non potrà mai fare a meno del suo papà, tra l’altro quest’ultima figura è sempre stata mancante nella vita di Jesse. Walter invece un figlio ce l’ha, ne ha due, eppure si trova impreparato, incapace di gestire lo stupore di un’attrazione così forte che, mista a quella per la criminalità, diventa più importante di qualsiasi altra cosa egli abbia mai costruito nella sua vita. Il genio diabolico perderà il parto di sua moglie, ma non rinuncerà a salvare Jesse diventato schiavo della malavita che si impone e sovrappone a loro nell’ultima puntata.
Giungiamo quindi a quello che succede in Felina, i due si sono traditi, non hanno retto, Jesse sceglie di collaborare con la DIA dopo aver scoperto la verità sull’avvelenamento di Brock e Walter se ne va nel New Hempshire per sparire definitivamente dalla circolazione.
Tuttavia Walter sa che Jesse è in pericolo e sceglie di rischiare la morte o la cattura per salvarlo. Mentre il mitra viene messo in azione, anche Heisenberg viene colpito: è morto per salvare quella che ormai lui considera l’unica sua famiglia.
Quello che resta sono gli sguardi pieni di un misto di emozioni che è un azzardo cercare di descrivere. Jesse sa che è libero, Walter sa che sta morendo, ma va bene così, muore con il sorriso, guardando i laboratorio e addentrandosi nei ricordi, con la consapevolezza e la serenità di chi ha messo in salvo qualcuno che ama.