Ispirato all’omonimo romanzo di Michael Ende, La Storia Infinita è uno di quei film a cui si pensa quasi subito quando si parla di anni ’80.
La pellicola diretta da Wolfgang Petersen fu il più costoso film di produzione tedesca e narra le vicende di Bastian, un bambino che si rifugia nella soffitta della scuola per leggere il libro che dà il titolo al film.
Veniamo quindi proiettati nel mondo di Fantàsia, dove facciamo la conoscenza del guerriero Atreyu, dell’Imperatrice Bambina e di tante altre bizzarre creature.
Al primo film, grande successo di pubblico e critica, seguirono due sequel meno fortunati e quasi trascurabili, il terzo in particolare.
Inoltre Ende, autore del romanzo, fu inorridito dalla pellicola a tal punto da definirlo un
“gigantesco melodramma di kitsch, commercializzazione, pupazzi e plastica“.
La pellicola è divenuta famosa anche per Never Ending Story, brano principale della colonna sonora cantata da Limahal e composta da Klaus Doldinger e Giorgio Moroder.
Ma procediamo per gradi.
La storia
Film fantasy del 1984, diretto da Wolfgang Petersen e ispirato all’omonimo romanzo dello scrittore tedesco Michael Ende. È la storia di un bambino di 10 anni di nome Bastian (Barret Oliver), che a causa della recente morte della madre, sta vivendo un momento di profonda tristezza e chiusura in se stesso. Il malessere di Bastian non coinvolge solo la sfera domestica, rendendo difficile e quasi inesistente la comunicazione con il padre, ma anche l’ ambito scolastico, contesto in cui si estranea dai compagni ed è spesso vittima delle angherie di alcuni ragazzi.
Una mattina, mentre si reca a scuola, viene inseguito da tre bulli e per fuggire alle loro persecuzioni trova riparo nell’antica libreria del signor Carlo Corrado Coriandoli (Thomas Hill), che intento nella lettura di un grosso volume intitolato “La storia infinita”, accoglie freddamente il ragazzo.
Bastian, amante della lettura, rimane attratto dal titolo del libro e, approfittando di un momento di distrazione del Signor Coriandoli, si appropria del grosso volume e scappa velocemente verso scuola.
Qui le lezioni sono già iniziate e il giovane ragazzo decide di rifugiarsi nella soffitta dell’edificio per iniziare a leggere con trepidazione il suo romanzo: il libro ha un potere misterioso e Bastian si trova subito profondamente coinvolto dalla storia che sta leggendo.
La storia lo sedurrà rapidamente e lo trascinerà nei favoleggianti paesaggi in cui ambientate le vicende di cui racconta nelle pagine del mastodontico volume. Così, continuando a leggere, capitolo dopo capitolo, Bastian si renderà conto di essere anche lui un protagonista della narrazione.
Il libro parla di un regno sconosciuto e fantastico, denominato Fantàsia, minacciato dall’espansione di una forza misteriosa chiamata Nulla, impersonificata da un terrificante e famelico lupo “Gmork”, che causa la sparizione di regioni sempre più estese dell’impero. Sovrana del regno è una giovanissima Imperatrice (Tami Stronach), che rischia di morire afflitta da un male di causa sconosciuta che progredisce velocemente togliendole le forze. Col peggiorare del suo male anche Fantàsia sembra condannata alla distruzione.
Unica soluzione a questo male è l’intervento di un essere umano, perché, come spiegherà un Oracolo al valoroso giovane Atreyu (Noah Hathaway), a cui è stato affidato il compito di sconfiggere il Nulla e salvare l’imperatrice e il regno, la regina per guarire ha bisogno di un nuovo nome che deve essere scelto da un umano.
Da questo momento in poi la vita di Bastian cambierà radicalmente: il ragazzo, pur inizialmente incredulo, realizza di poter influenzare attivamente il proseguimento della storia, capisce che l’unico a poter salvare veramente il regno dal male è solo lui, nonostante le sue debolezze e le insicurezze. L’impresa straordinaria ed emozionante che vivrà Bastian, che vede coinvolti stravaganti personaggi tra cui l’adorabile Fortunadrago Falkor, non solo muterà le sorti di Fantàsia ma comporterà un cambiamento radicale nella vita reale del giovane e coraggioso ragazzo. Clicca qui per acquistarlo.
Il significato
La Storia infinita ci racconta come si possa crescere, mantenendo un cuore da bambini.
Ha rivoluzionato il modo di vedere e interpretare le favole, è un’opera senza tempo che è stata un romanzo, prima di trasformarsi in una delle pellicole più importanti del cinema degli anni Ottanta.
È la stessa lezione che ci viene dalle grandi opere di Tolkien e Lewis e come i fratelli Pevensie delle Cronache di Narnia fanno ritorno al reale dopo l’incursione nel mondo fantastico, così Bastian tornerà nella realtà, tornerà da suo padre, e finalmente i due riusciranno a parlarsi, e ad esprimere i propri sentimenti, e sarà questa la vittoria più bella.
Come è stato spiegato dallo stesso Michael Ende, il significato di La storia infinita non dovrebbe essere semplicemente circoscritto ad un banale fuga della realtà e alla conseguente creazione di un mondo fantastico in cui la finzione è l’unico strumento in grado di far affrontare i problemi del mondo reale: l’autore ha infatti dichiarato che l’opera è
“la storia di un giovane che, in una notte di crisi esistenziale, perde il suo mondo interiore. Deve saltare, quindi, in questo Nulla. (…) Siamo riusciti a perdere tutti i valori e ora dobbiamo saltare dentro, dobbiamo avere il coraggio di saltare dentro a questo Nulla. Solo così potremmo risvegliare le forze creative più personali e costruire una nuova Fantàsia, un nuovo universo di valori.“
Spesso, per non dire sempre, si tende a relegare la letteratura fantasy a generi limitati all’infanzia e pre-adolescenza per poi consigliare, una volta raggiunta la maggiore età, qualcosa di più serio perché – citando il padre di Bastian – sei diventato grande e devi imparare a tenere i piedi per terra.
Bhè, non è proprio così a dire il vero, perché come diceva un signore di nome Albert Einstein:
“La conoscenza è limitata; l’immaginazione racchiude il mondo.”
Anche se è impossibile negare che con il tempo si cresce e ci troviamo dinanzi responsabilità e problemi da affrontare infatti, è anche vero che il progresso e la tecnologia possono offrire spunti e opportunità sempre nuovi, ed è importante assecondarli alcune volte e non ostacolarli.
Tuttavia leggere e far leggere storie che, dietro una realtà abbastanza surreale, racchiudono insegnamenti utili soprattutto per accrescere la propria anima, può ridurre la dipendenza da una tecnologia sfruttata male, ed è altrettanto indispensabile.
Personalmente credo che vivere un’infanzia e un’adolescenza in maniera spensierata, possibilmente con un bagaglio letterario vario e variegato, possa essere d’aiuto nell’affrontare problemi grandi e piccoli che la vita ci mette dinanzi.
Gli effetti speciali
La storia infinita, con un budget di 25 milioni di dollari, è stato il film più costoso di produzione tedesca dell’epoca.
A quel tempo, gli effetti speciali generati dal computer erano ancora difficilmente praticabili., pertanto tutte le creature fantastiche del film sono state costruite partendo da piccoli modelli in argilla.
Sulla base di questi modelli vennero poi prodotti personaggi di gommapiuma con un meccanico interno.
È stato però necessario anche l’intervento di ben 15 burattinai per muovere ogni singolo personaggio e queste costruzioni possono ancora essere viste nella “Bavaria Filmstadt” a Geiselgasteig, vicino a Monaco di Baviera, un museo dove sono esposti oggetti di scena di produzione tedesca.
Per realizzare gli spettacolari effetti speciali (ad esempio la memorabile la scena del drago fra le nuvole) furono costruiti il blue screen (tecnica oggi nota come green screen) più grande del mondo e una galleria di creature fantastiche capaci di invitare il giovane pubblico a riscoprire la magia dell’immaginazione come la tartaruga saggia Morla, il gigante buono Mordiroccia e la Lumacada corsa.
Il più adorabile di tutti questi personaggi è senz’altro il dolcissimo Falkor (Fukur nel libro), ilFortuna-Drago con corpo di salamandra e testone canino: un corpo meccanico mobile lungo oltre 13 metri formato da seimila lamelle di plastica e ricoperto da una folta pelliccia rosa.
Il libro e la disapprovazione dell’autore
Nonostante il successo più che meritato, il film non ha ottenuto il plauso dell’autore del libro.
Michael Ende, autore del libro su cui è basato il film infatti, infuriato per le enormi modifiche apportate alla storia originale, ha fatto causa alla produzione affinchè venisse cancellato il suo nome dai titoli di testa; ma perse in tribunale.
Avrebbe addirittura rilasciato la seguente dichiarazione:
“auguro la peste ai produttori. M’hanno ignorato. Quello che mi hanno fatto è una zozzura a livello umano, un tradimento a quello artistico”.
Il romanzo, pubblicato nel 1979 a Stoccarda per la casa editrice Thienemann Verlag, è diviso in 26 capitoli, ognuno segnato da una delle lettere dell’alfabeto anglosassone, ed è stato stampato in alcune edizioni – anche italiane – con scrittura a due colori: rosso per la parte ambientata nel mondo degli uomini, verde per quella che si svolge nel regno di Fantàsia.
Tradotto in più di quaranta lingue, ha venduto oltre 10 milioni di copie in tutto il mondo diventando un Classico della letteratura per ragazzi.
La storia si divide in due parti.
Nella prima il lettore segue le avventure di uno dei protagonisti, Atreyu, attraverso un ‘lettore interno’, Bastian, il secondo protagonista.
Nella seconda parte la trama si concentra sul secondo dei due che viene letteralmente catapultato nel regno fantastico.
Filo conduttore dell’intera storia è una doppia crescita interiore conquistata dopo una serie di emozionanti e pericolose prove.
Grazie alla lettura della storia si possono recuperare due grandi poteri che con la crescita si tende a perdere, l’immaginazione e la memoria.
La critica del tempo, tuttavia, accolse piuttosto freddamente il libro, probabilmente perché si pensava, erroneamente, che la narrativa dovesse essere soprattutto realistica e politicamente impegnata, pertanto non era nemmeno contemplata la possibilità di fare un viaggio nel Regno di Fantàsia.
A grandi linee, si potrebbe dire che le medesime accuse furono rivolte anche a Tolkien, per i suoi romanzi.
In realtà il messaggio contenuto ne La Storia infinita era esattamente l’ opposto: non una fuga nel mondo della fantasia in cui vivere felici, ma un invito a considerare la fantasia un mezzo per affrontare i problemi del mondo reale.
La Storia infinita, quindi, insieme a Il Signore degli Anelli e alle Cronache di Narnia va a costituire una ideale trilogia di opere letterarie fantastiche dove la fantasia, l’immaginazione, il mito, non sono intesi come estraniazione dalla realtà, ma come ricerca del Bello, del Buono, del Vero.
Le differenze tra libro e film
Il primo capitolo mostra solo metà della storia del libro. Infatti, alcuni particolari della trama e personaggi sono stati cambiati o rimossi.
Per esempio, il film inizia con la presentazione del rapporto tra Bastian e suo padre, mentre la prima scena del libro è ambientata nella libreria del signor Coriandoli.
Nel libro è rivelato che il padre di Bastian soffre molto per la perdita della moglie, ma nella pellicola è invece Bastian a mostrare segni di sofferenza, mentre suo padre lo incoraggia a superare il trauma.
Molti personaggi come il Fuoco Fatuo Blubb e Ygramul non sono stati inclusi nel film, a causa delle difficoltà tecniche nel rappresentarli.
L’Oracolo del Sud non ha una forma fisica nel libro, ma ce l’ha nel film. Il suo aspetto consiste in un paio di sfingi blu, simili alla sfinge della prima porta magica apparsa poco prima.
Nel libro, l’Imperatrice Bambina ha capelli bianchi e indossa un largo abito simile a un grembiule. Nel film invece, ha i capelli biondi e indossa un abito quasi nuziale.
Nel libro, Atreyu incontra Fùcur/Falkor salvandolo dalla tela di Ygramul, un essere multiforme gigantesco, mentre nel film è Fùcur a salvare Atreyu dal lupo mannaro Gmork.
Atreyu e Fùcur sono separati dai quattro Venti nel libro, dal Nulla nel film. Quest’ultimo è diverso da come è presentato nel libro: nel film appare come un insieme di nubi e, secondo Gmork, è stato creato dalle persone senza speranze e sogni; il lupo rivela inoltre che distruggerà Fantàsia.
https://www.youtube.com/watch?v=KTH9y-_CWPc
Nel libro, il Nulla non ha una forma fisica. Nel libro, dopo che Atreyu restituisce l’Auryn all’Imperatrice, questa si reca dal Vecchio della Montagna Vagante e gli chiede di leggere la Storia Infinita affinché Bastian non si deciderà a darle un nuovo nome e ad entrare in Fantàsia.
È a questo punto che termina la prima parte del libro. Nel film, invece, Bastian arriva a Fantàsia per via delle suppliche dell’Imperatrice.
Il film, inoltre, termina mostrando la terra di Fantàsia rigenerata e Bastian che vola con Falkor nel mondo reale.
Il film quindi non ha lo stesso finale del libro, ma ricalca solo per metà quello che si trova nella versione cartacea.
Questo è un altro motivo per cui l’autore non ha amato la versione cinematografica; la parte mancante del libro è stata poi recuperata in un sequel, La storia infinita 2, non realizzato però da Wolfgang Petersen.
Il successo del film ha in realtà prodotto due sequel, entrambi risultati dei flop di critica e botteghino.
Il regista George Trumbull Miller (La Storia infinita 2, 1990) dirige il giovane e sfortunato talento Jonathan Brandis in una trasposizione che tratta la seconda parte del romanzo. Definito dalla critica
“Ricco di effetti speciali, ma povero di idee”,
riserva comunque delle emozioni soprattutto nel finale.
Nelle intenzioni di Peter McDonald (La storia infinita 3, 1994) sembra invece esserci il tentativo di raccontare qualcosa di assolutamente nuovo (la sceneggiatura non si rifà in alcun modo alla trama del libro, pur traendone qualche personaggio) affrontando il tema dell’adolescenza del protagonista. Stroncato da critica e botteghino, il film forse è da segnalare solo per il primo ruolo di rilievo, come cattivo, di un giovane Jack Black.
Curiosità sugli attori
Jonathan Brandis, che interpretava Bastian nel secondo capitolo, purtroppo si è suicidato nel 2003.
L’attore, dopo La storia infinita 2, aveva avuto un rilancio mediatico eccezionale e, in seguito, ha girato con Chuck Norris il film Pugno d’acciaio, dove ha interpretato il ruolo di Barry Grabrewski.
Un altro ruolo importante ricoperto è stato il personaggio di Lucas Wolenczak, la sua rappresentazione nella fiction futuristica SeaQuest DSV, prodotta da Steven Spielberg (1993).
Il 12 novembre 2003, Brandis era uscito con alcuni amici, a Los Angeles, ma quella già era parso agitato a tutti. Una volta arrivato a casa sua, con tutta la comitiva, l’attore lasciò improvvisamente la stanza.
Quando uno di loro andò a cercarlo, lo trovò impiccato al secondo piano della casa. I genitori, all’epoca, sollevarono il dubbio della possibile relazione tra alcuni medicinali assunti dal figlio ed il suicidio. Pare infatti che Brandis stesse assumendo Isotretinoina, per curare l’acne giovanile; il medicinale infatti ha come raro effetto collaterale la psicosi, che avrebbe potuto spingerlo al suicidio.
È stato anche detto che il giovane, negli ultimi tempi della sua vita si sentisse giù per il taglio della sua scena nel film Sotto corte marziale, con Bruce Willis e Colin Farrell.
Nel secondo capitolo, Thomas Hill, che interpreta il signor Koreander, è l’unico membro del cast presente anche nel primo capitolo della trilogia.
La pefida Xayde è interpretata dalla bella Clarissa Burt, l’attrice e modella statunitense naturalizzata italiana che ha lavorato a lungo nel nostro paese.
Il padre di Bastian è John Wesley Shipp. L’attore ha recitato per la prima volta da protagonista nella serie tv Flash, dove veste i panni di Barry Allen/Flash, ma forse il ruolo per cui è maggiormente conosciuto è quello di Mitch Leery nella serie cult Dawson’s Creek, dove interpreta il ruolo del padre del protagonista.
Qualche curiosità
Se avete visto il film, ricorderete sicuramente la canzone composta proprio per La storia infinita. Negli anni ’80, non era raro che un film contenesse una canzone scritta proprio per tale produzione, molto spesso però, la canzone rimaneva sconosciuta.
https://www.youtube.com/watch?v=O_OeD4f1AuE
Non è questo il caso perchè la canzone, scritta da Keith Forsey, composta da Giorgio Moroder ed eseguita da Limahl, ha rapidamente scalato le classifiche in Svezia, Norvegia e Stati Uniti.
Il film vede molti attori bambini e questo impone delle regole precise.
I bambini infatti, potevano e possono lavorare solo per un certo numero di ore e in quel lasso di tempo, con loro, deve essere presente anche un tutore.
Altre cosa da mettere in conto, è che i bambini potrebbero avere alcuni denti mancanti e infatti Tami Stronach – l’attrice che interpretava l’Infanta imperatrice – perse i suoi due denti anteriori proprio durante la produzione della pellicola.
Poiché non volevano mostrare quella mancanza, che avrebbe sminuito l’imponenza del suo personaggio, durante la produzione la piccola attrice aveva dei denti falsi e dovette allenarsi giorno e notte per evitare falle nella pronuncia.
Il film annovera fra i nomi che lo hanno reso celebre, anche quello di Spielberg, al quale fu dato il compito di tagliare la versione tedesca.
Il regista ha eliminato tutto ciò che non era in linea con il pubblico americano, mescolando alcune scene, eliminando alcune parti ricche di parolacce e tagliando circa sette minuti del girato originale.
Potrebbe non sembrare tanto tempo, ma sette minuti – in un film che dura solo 94 minuti – è un tempo abbastanza significativo.
Alcuni dei notevoli cambiamenti di Spielberg includono l’aumento del suono rombante del Rockbiter, all’inizio del film. Un’altra modifica riguarda l’aumento del ritmo del film, per renderlo più avvincente per gli americani.
Una scena del film che stava rischiando di far finire il progetto ancora prima di cominciarlo è quella della Palude della Tristezza.
In questa scena era coinvolto il cavallo di Atreyu, Artax, che stava annegando; un momento triste e orribile, e un incubo allo stesso tempo per i produttori, perché normalmente i cavalli non si lasciano immergere nella melma nera.
Ci sono volute sette settimane per addestrare correttamente il cavallo a rimanere sulla piattaforma che piano piano scendeva nella melma.
Questo addestramento ha prolungato il periodo di produzione, diventando un problema serio. Per fortuna tutto andò per il meglio e la scena fu un grande successo.
Il libro e la sceneggiatura hanno inoltre, al loro interno, due scene importanti che non sono mai arrivate sul grande schermo.
La prima è la scena iniziale con Falkor, in cui Atreyu salva il Drago da Ygramul. Il mostro era una bestia mutaforma, che assumeva la forma di gigantesche vespe velenose, unite insieme in un ragno gigante, ma gli effetti speciali disponibili all’epoca erano inadeguati per una scena di questo calibro.
La seconda scena includeva, allo stesso modo, Falkoor. Qui il drago aveva incontrato i giganti selvaggi, creature che dovevano essere fatte di nuvole, che si dissolvevano a causa dell’avanzata di Nulla.
Sempre per lo stesso motivo, anche questa scena fu impossibile da realizzare.
Il film arrivò nelle sale italiane il 6 dicembre 1984 mentre il debutto USA avviene il 20 luglio dello stesso anno.
Le riprese del film iniziarono nel marzo del 1983 per una durata complessiva di 9 mesi.
La maggior parte della storia si svolge a Fantàsia, un mondo fantastico, parallelo al nostro, minacciato dall’espansione di una forza misteriosa chiamata Nulla, che causa la sparizione di regioni sempre più estese del regno.