Cosa accade quando accosti le principesse ad una mente come Isao Takahata?
Il risultato è La storia della principessa splendente, il racconto della separazione, il cartone che esprime quanto possa essere sofferto il distacco dallo scenario idilliaco della nostra infanzia per diventare grandi e ritornare allo stesso tempo da dove si è partiti.
Ma come si esprime tutto questo ne La storia della principessa splendente?
Ebbene, Takahata nel 2013 ne aveva di cose che gli frullavano nel cervello, già con Una tomba per le lucciole è stato capace di far piangere intere generazioni, adesso invece cadiamo in uno stato di profonda emozione per quella che è la vita di Principessa (sì, nel cartone la nostra protagonista non ha un nome), soprannominata “Gemma di bambù” che viene trovata da una coppia di anziani signori mentre tagliano, appunto, una pianta di bambù.
Al suo ritrovamento, Principessa è davvero minuscola, somigliante ad una perla, ma appena viene presa dall’anziano, si trasforma in una neonata. Cresce con una velocità spropositata, giorno dopo giorno impara a camminare, a parlare, a vivere la vita degli essere umani, insieme alla compagnia del suo amato Sutemaru, che dal primo momento sarà davvero la persona da lei amata per sempre.
Gli anni passano e Principessa diventa bellissima, viene soprannominata la Principessa Splendente. E’ arrivato il momento di trasferirsi per lasciare il villaggio dov’è cresciuta e recarsi con i suoi genitori nella capitale. Lì imparerà a comportarsi da signora e a curarsi da come un nobil donna. Ciò farà crescere la sua bellezza al punto tale da attirare l’attenzioni di molti signori di spicco che andranno a corteggiarla fin dentro la sua abitazione.
Quando Principessa farà i conti con l’amore, si renderà conto che non è pronta per questo mondo cercherà di sfuggire fino al punto, cruciale e finale, in cui la Corte Celeste arriva sulla terra per portare la splendida ragazza di nuovo sulla luna.
La storia della Principessa splendente è un invito a restare con l’innocenza e la gioia di quando si è piccoli, Isao Takahata, che lascia un testamento meraviglioso con quest’opera di inestimabile valore, vuole indirizzarci verso la liberazione delle convezioni cui la vita ci mette davanti quando si cresce: non c’è più un momento per sorridere, non c’è più l’intesa con il mondo e con la famiglia.
Principessa è quanto di più dolce e gioioso si possa racchiudere in una bambina, ma al momento del trasferimento diventa cupa, seria, triste, cosa vorrà mai dirci l’autore con un’evoluzione del genere? Sappiamo già che Takahata ha sempre bisogno di lanciare grandi messaggi, ma il culmine in La storia della principessa splendente, si raggiunge quando la protagonista viene totalmente stracciata dalla mani dei suoi genitori che l’hanno cresciuto con un amore che la Corte Celeste non poteva sapere, e nel mentre cammina per raggiungere la luna, luogo da cui proviene e che le ha conferito una bellezza spaziale, Principessa ricorda i momenti con Sutemaru per poi risprofondare nella realtà.
I gradi di separazione, dunque sono tre: dalla Luna alla Terra, dal villaggio alla Capitale, dalla Terra alla Luna. La Principessa vive di strappi e di rattoppi, proprio come accade nelle fasi della vita in cui spesso ci si rifugia per sfuggire quello che non riusciamo a reggere dell’età adulta.
Un’opera conclusiva da standing ovation, da lacrime e brividi, il regista giapponese esprime la sua dolcezza e durezza allo stesso tempo con un climax crescente racchiuso in più di due ore.
La storia della principessa splendente – Il lungo lavoro di Takahta
Isao Takahata iniziò ad elaborare il film nel lontano 2005, la sua mente poco conforme ai soliti cartoni, voleva rappresentare la visione della vita e della morte concepita dalla società giapponese nel passato. Per rendere l’idea nel suo racconto, però, avrebbe dovuto rappresentare massacro e l’animatore Osamu Tanabe si rifiutò.
Tempo dopo venne data l’idea di una Principessa che viene ritrovata in una canna di bambù e da lì nacque tutto. Nel 2008 venne annunciata la produzione di un nuovo film e i lavori furono conclusi nel 2010. In totale la produzione durò ben 8 anni, fino all’autunno del 2013, periodo in cui uscì il film.
Nei primi due giorni di produzione La storia della principessa splendente guadagnò 284 milioni di yen, fino a un totale di 2,3 miliardi di yen.
La critica ha accolto benissimo la pellicola che ricevette anche una candidatura all’Oscar al miglior film di animazione nel 2015.
In sostanza ci troviamo di fronte ad un film davvero splendente, come il titolo suggerisce, un addio dolce e struggente di un grandissimo regista. Non perdertelo su Netflix o su Amazon.