West Side Story (id.)
Regia: Robert Wise, Jerome Robbins; soggetto: Arthur Laurents (da un’idea di J. Robbins); sceneggiatura: Ernest Lehman; fotografia (Technicolor, Panavision): Daniel Fapp; scenografia: Boris Leven; costumi: Irene Sharaff; colonna sonora: Leonard Bernstein; coreografie: Jerome Robbins; canzoni: Leonard Bernstein, Stephen Sondheim; montaggio: Thomas Stanford; interpreti: Natalie Wood (Maria), Richard Beymer (Tony), Russ Tamblyn (Riff), Rita Moreno (Anita), George Chakiris (Bernardo); la banda dei “Jets”: Tucker Smith (Ice), Tony Mordente (Action), Eliot Feld (Baby John), David Winters (Rab), Bert Michaels (Snowboy), Robert Banas (Joyboy), la banda degli “Sharks”: Josè de Vega (Chino), Jay Norman (Pepe), Gus Trikonis (Indio), Robert Thompson (Luis), Larry Roquemore (Rocco), Jaime Rogers (Loco); produzione: R. Wise & Saul Chaplin per Mirisch Pictures/Seven Arts Productions; origine: USA – 1961; durata (versione ufficiale): 153′
La Trama
New York. La banda dei bianchi “Jets”, capeggiata da Riff (Tamblyn) e quella dei portoricani “Sharks”, capeggiata da Bernardo (Chakiris), si contendono il territorio del quartiere di West Side. Sui lati opposti della disputa Tony (Beymer), ex membro dei “Jets” e Maria (Wood), sorella di Bernardo, si incontrano e s’innamorano. Si decide di comune accordo che la sfida tra le due bande non coinvolgerà tutti gli appartenenti, ma soltanto i capi, i quali si affronteranno a mani nude. Il gesto di uno dei ragazzi tuttavia viene frainteso da quelli della parte avversa e l’intesa salta. Scoppia una rissa furibonda e ci si combatte con ogni mezzo. Riff si avventa su Bernardo per farla finita, ma Tony interviene e gli salva la vita. Bernardo non rinuncia però alla vendetta e uccide Riff. Sangue chiama sangue ormai: Tony ammazza Bernardo per vendicare l’amico.
Maria, addolorata per la morte del fratello, rifiuta in un primo momento di incontrare il ragazzo ma, riflettendo, comprende che la colpa di quel delitto non è soltanto sua. Manda un’amica a cercare Tony ma quest’ultima, aggredita dai “Jets”, si vendica raccontando che anche Maria è stata uccisa. Tony fugge via furioso, in cerca dell’assassino. Maria lo vede e corre tra le sua braccia, ma un colpo di pistola, sparatogli alle spalle, lo abbatte. Maria prende la pistola e accusa entrambe le fazioni di aver provocato quelle morti, accecate dall’odio. Sul corpo esanime di Tony le due gang accettano una tregua, forse la pace.
Da Broadway a Hollywood
Ideatore di questo geniale adattamento moderno del dramma shakespeariano di Romeo e Giulietta, ambientato nei bassifondi di New York, è il coreografo Jerome Robbins. La sua intenzione iniziale era di contrapporre ebrei e irlandesi (ti ricorda qualcosa Gangs of New York di Martin Scorsese?), ma la cronaca dell’epoca, dominata dai violenti scontri provocati tra bianchi e portoricani, fornisce un’occasione irripetibile per il successo dello spettacolo,suggerendo di puntare su una rivalità etnica più attuale. West Side Story debutta a Broadway nel 1956 e il musical del compositore Leonard Bernstein è un successo nei teatri della Grande Mela e in tutto il mondo.Lo show resiste in cartellone per anni e non è un caso che un suo adattamento recente, del 2013, abbia vinto il Tony Award, a oltre 50 anni dall’esordio sulla scena dello spettacolo.
Una pioggia di Oscar
A quattro anni dalla prima teatrale inizia la lavorazione di West Side Story. I produttori rinunciano ben presto all’idea iniziale di un cast maschile composto da celebri rockstar come Elvis Presley e Paul Anka e si affidano per il casting e la direzione a Jerome Robbins. Prima che la produzione, spaventata dal lievitare dei costi, gli affianchi il più frugale Robert Wise, Robbins riesce a dirigere e a curare la coreografia di scene di altà drammaticità corale, come la rissa sotto il ponte e il “mambo selvaggio” dei portoricani e delle loro donne, che conduce all’Oscar i semisconosciuti George Chakiris e Rita Moreno (qui sopra).
L’accorto Wise ottiene, dopo due mesi e mezzo di lavorazione, l’ allontanamento di Robbins e termina il montaggio con l’aiuto di un assistente del coreografo. Alla cerimonia di consegna degli Oscar, che quell’anno vede vincere Sophia Loren come miglior attrice protagonista per La ciociara, il risultato di West Side Story è travolgente: miglior film, attore e attrice non protagonista, regia (caso unico, Wise e Robbins ritirano entrambi la statuetta), fotografia, scenografia, suono, colonna sonora, costumi e montaggio sono i premi vinti cui si aggiunge un undicesimo Oscar onorario a Jerome Robbins “per i brillanti risultati raggiunti nell’arte della coreografia”. Una curiosità: i quattro attori principali (anche i protagonisti Natalie Wood e Richard Beymer) vengono doppiati nelle parti musicali, perchè ritenuti non abbastanza intonati dai registi. Ad onor del vero le splendide ed innovative coreografie delle scene di ballo sono così faticose che forse non avrebbero comunque consentito loro di mantenere un’intonazione perfetta.
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