La Persona Peggiore del Mondo; Regia: Joachim Trier; sceneggiatura: Joachim Trier, Eskil Vogt; musiche: Ola Fløttum; scenografia: Roger Rosenberg; costumi: Ellen Dæhli Ystehede; trucco: Jorunn Askeland; fotografia: Kasper Tuxen; montaggio: Olivier Bugge Coutté; cast: Renate Reinsve, Anders Danielsen Lie, Herbert Nordrum, Hans Olav Brenner; Compagnia di produzione: Oslo Pictures, MK2 Productions, Film i Väst, Snowglobe, B-Reel, Arte France Cinéma; paese di produzione: Norvegia, Francia, Svezia, Danimarca, 2021; durata: 128′
La Persona Peggiore del Mondo, la trama
Il film ruota attorno alle vicissitudini personali, lavorative e sentimentali di Julia, una giovane donna di Oslo alla ricerca di una vocazione definitiva e di un posto nel mondo. La vita di Julia è dominata dall’incertezza e da una smisurata sete di libertà e realizzazione personale. La protagonista all’inizio del film cambia facoltà universitaria, alterna diversi desideri di carriera ed è divisa tra più partner: il fumettista Aksel, più grande di lei, ed Eivind – uno sconosciuto incontrato a una festa. L’irrequietezza e le contraddizioni che animano Julia la portano a provare non pochi sensi di colpa, ma anche a sperimentare svariate soluzioni lungo un irregolare, ma umano, percorso di crescita.
La Persona Peggiore del Mondo, la recensione
La Persona Peggiore del Mondo uscì nel 2021, al momento giusto. Una delle tematiche ricorrenti in molti prodotti di successo di quell’anno fu proprio quella dell’avvicinarsi ai trent’anni. Il biopic musicale Tick, Tick… Boom! di Lin-Manuel Miranda e lo special Inside del comico Bo Burnham sono esempi di come l’incertezza e la precarietà che accompagnano il presunto e definitivo passaggio all’età adulta siano stati ritenuti degni di essere raccontati ed indagati nel corso dello stesso periodo.
Il film di quell’annata che più di tutti seppe intercettare e raccontare questo sentimento ancora molto attuale fu proprio quello scritto e diretto dal norvegese Joachim Trier (già regista di Thelma e di Oslo, 31. August – un’opera che condivide alcune importanti tematiche con il più leggero La Persona Peggiore del Mondo).
Sul fronte internazionale questa pellicola rappresentò una delle sorprese della stagione dopo il passaggio a Cannes; l’ultima opera di Trier riuscì a mettere d’accordo pubblico e critica e persino ad ottenere due nomination agli Academy Awards: una come Miglior Film Straniero ed una per la Migliore Sceneggiatura Originale. In Italia, La Persona Peggiore del Mondo ebbe un’uscita piuttosto limitata in sala nel corso degli ultimi mesi del 2021, per poi approdare su Sky Cinema. Attualmente il film è disponibile in esclusiva su RaiPlay, gratuitamente.
È complicato inserire La Persona Peggiore del Mondo in uno schema prestabilito o cercare di definirlo in un singolo genere: l’intreccio può inizialmente sembrare quello tipico di una commedia romantica, ma anche i cliché tipici delle romcom vengono rielaborati in modo originale e sono connotati da un’inusuale sensibilità europea, attraverso la mescolanza di diversi toni, e sono presenti alcune caratteristiche dei tipici racconti di formazione. Al centro della storia c’è Julia, millennial all’alba dei trent’anni interpretata dalla rivelazione Renate Reinsve – premiata a Cannes come miglior attrice -, una giovane irrequieta che tuttavia è ben lontana dall’essere “la persona peggiore del mondo”.
Il suo è un personaggio sfaccettato e figlio dei nostri tempi, che riesce a dar corpo alle incertezze della generazione a cui appartiene. Julia ha mille vocazioni e cambia continuamente obiettivi, sogni e percorsi; ha difficoltà ad orientarsi, a selezionare le giuste priorità e a rimanere concentrata in un mondo caratterizzato da un sovraccarico di scelte possibili, dominato sempre più da onnipresenti stimoli sociali e tecnologici. Julia si sente oppressa dalle aspettative che gli altri proiettano su di lei e dalla pressione generata dai traguardi altrui, destreggiandosi nel frattempo tra problemi famigliari e sentimentali; fino ad arrivare ai dubbi sulla maternità.
Attraverso un’elegante divisione in capitoli e in molteplici punti di vista anche i due interessi amorosi di Julia ricevono un adeguato approfondimento, rinforzando le tematiche generazionali che permeano la storia. La regia di Joachim Trier ed il tono delicato (ma mai melenso) che riesce ad imprimere al film tramite una bilanciata commistione di registri, così come la suggestiva ambientazione di Oslo, donano ulteriore freschezza ad una pellicola che cerca di essere attuale anche affrontando tangenzialmente argomenti scottanti come il MeToo, la Cancel Culture, l’ansia per il cambiamento climatico e l’attivismo nell’era dei social network.
La Persona Peggiore del Mondo si presenta quindi come un film profondamente radicato nel presente e nelle tematiche che caratterizzano il nostro tempo, ma funziona su più livelli: risulta facilissimo identificarsi con la protagonista o almeno seguirne l’agognata maturazione con interesse. Il film offre infine un po’ di speranza e conforto allo spettatore, ma non senza aver prima virato verso tinte più drammatiche ed esistenzialiste in seguito a una trovata forse fin troppo abusata, ma (coerentemente con il resto del film) inattesa e per questo credibile.
Con La Persona Peggiore del Mondo, un film che ha il sapore di un manifesto generazionale, Joachim Trier conclude la sua ideale “Trilogia di Oslo” e si consacra come uno degli autori più interessanti all’interno del panorama europeo.