Chi segue questa rubrica dall’inizio avrà una sensazione di déja vu piuttosto marcata in questo momento. Ti ho già parlato di Hans Zimmer in uno dei primi appuntamenti settimanali con La Musica nel Cinema, in cui ti ho presentato l’artista a tutto tondo, con le sue opere e il suo stile ricercato e inconfondibile. Questa volta però voglio parlarti di un progetto che tocca molto da vicino i suoi fan. Il tour da lui ideato per raccontarsi attraverso le sue migliori colonne sonore si chiama The World of Hans Zimmer – A Symphonic Celebration e, partito ormai due anni fa, ha finalmente fatto tappa in Italia, al Mediolanum Forum di Assago (MI) in un incredibile sold-out per il quale i fan più accaniti sono arrivati a spendere oltre 300 euro per godersi uno spettacolo sensazionale nel migliore dei modi.
E’ giovedì 6 Novembre, l’aria fresca della serata, che preannuncia l’arrivo della stagione invernale e delle feste, non scalfisce minimamente le migliaia di persone in attesa di entrare al forum e prendere posto per l’inizio dello spettacolo. E pensare che lui, l’autore di tutto questo, Hans Zimmer, compositore premio Oscar per la colonna sonora de Il Re Leone e autore di musiche entrate nella storia del cinema, come quelle per Il Gladiatore di Ridley Scott, o Rain Man – L’uomo della pioggia di Barry Levinson, non sarà neanche presente durante la serata, se non con brevi video tra un brano e l’altro e naturalmente con le sue stupende melodie. Il concerto, in effetti, è una celebrazione, una sorta di tributo al compositore. Zimmer ha collaborato attivamente alla sua realizzazione, presentandosi di persona solo in alcune tappe in Europa, ma impossibilitato ad essere sempre presente a causa dei suoi impegni. E’ attualmente in produzione in ben cinque colonne sonore, tra cui Top Gun: Maverick, Wonder Woman 1984 e Dune. Oltre a questo sta progettando il suo prossimo tour dove, però, parteciperà di persona, esattamente come avvenuto con il suo ultimo live e tornerà in Italia nel marzo del 2021 con quella che lui ama chiamare la sua “band”.
E la band della serata, invece, entra pochissimi minuti prima delle 21, quando, con una puntualità disarmante, Gavin Greenaway, il direttore d’orchestra di fiducia di Zimmer, alza le bacchette e dà il via al riconoscibilissimo tema di The Dark Knight. Proprio come Batman, il tema iniziale è profondo e oscuro, e il ritmo dei timpani sovrasta l’intero palazzetto. Mentre il pubblico ammutolito ascolta le familiari note della saga di Christopher Nolan, sui pannelli a led installati dietro l’orchestra, cominciano ad apparire le prime immagini, dapprima confuse e successivamente ritraenti alcuni fotogrammi di Gotham City intervallati dal simbolo del Cavaliere Oscuro e culminanti con il titolo dello show. Zimmer e la sua orchestra ci stanno semplicemente dicendo di tenerci forte perché la serata si preannuncia davvero grandiosa.
Dopo il tema principale di King Arthur, le cui note sono accompagnate dal flauto di Pedro Eustache, il faccione di Hans Zimmer, con sorpresa di tutti, compare sullo schermo. E’ lui infatti che ci accompagnerà durante tutto il viaggio e ci presenterà i pezzi che l’orchestra sinfonica del Bolshoi Theatre e il Belarus Radio and Television Choir suoneranno per tutti noi in un tripudio di luci e colori. Dopo i dovuti saluti e presentazioni, il compositore lascia la parola a Gavin Greeaway che in un buon italiano saluta il pubblico presente e racconta di come i molti artisti dell’orchestra arrivino da tutto il mondo ma siano uniti come una grande famiglia, grazie anche al linguaggio universale della musica. Un messaggio reale e profondo che ci accompagna successivamente ad una melodia spagnoleggiante arpeggiata sulla chitarra da Amir John Haddad, e accompagnata dalle immagini di un infuocato flamenco fra gli sguardi di Tom Cruise e Thandie Newton, alias Ethan Hunt e Nyah Nordoff-Hall, protagonisti di Mission: Impossible II di John Woo. La chitarra di El Amir continua a suonare poi sulle note del tema romantico di Pearl Harbor.
Di nuovo Zimmer, stavolta in compagnia di Ron Howard, regista con il quale l’autore ha collaborato molto prendendo il posto di James Horner, morto in un incidente aereo, lasciando sgomenti tutti i suoi fan. I due raccontano di come siano nate le colonne sonore di Rush e de Il Codice Da Vinci, soffermandosi in particolar modo su quest’ultima. Zimmer racconta che a un certo punto si è trovato a dover fronteggiare una sorta di crisi, non sapendo come proseguire il lavoro, in mancanza di idee. Le migliori sono state scritte in un “quaderno degli appunti” dal quale ha poi attinto per creare la composizione che tutti conosciamo. Molte di quelle melodie non hanno mai visto la luce e Zimmer ci dà la possibilità di ascoltarle questa sera, raccogliendole tutte in una suite di quasi venti minuti che comprende il tema principale dell’intera saga, mentre sullo sfondo scorrono le immagini del primo capitolo e dei capolavori di Leonardo Da Vinci. Il finale de Il Codice Da Vinci scorre sullo schermo in un tripudio di archi e cori e segna l’inizio di un meritato intervallo.
Giusto il tempo di rifiatare e il rientro fa capire al pubblico che si cambia registro. Sui pannelli compaiono i goffi personaggi di Madagascar che ballano a tempo di musica e subito dopo Zimmer compare nuovamente a raccontarci il suo rapporto con i film d’animazione. Ci racconta che, alla gente che chiede come mai si diletta nel scrivere musica per i cartoni animati, risponde che lo fa certamente per i suoi bambini, ma anche perché egli stesso si sente bambino a farlo ed è per questo che tra le sue colonne sonore più belle, quelle tratte dai film d’animazione sono quasi sempre le migliori. Giusto il tempo di perderci nelle vaste pianure del Cimarron assieme a Spirit – Cavallo Selvaggio e di ascoltare le esotiche orientaleggianti melodie tratte da Kung Fu Panda e abbandoniamo per un momento il mondo dell’animazione (sapendo per certo che entro breve ci torneremo) per dedicarci al romanticismo. Nancy Meyers, regista di film sentimentali come What Women Want con Mel Gibson e Helen Hunt, racconta di come un autore che compone colonne sonore che lei definisce “muscolose” sia in grado di trovare l’anima e il cuore per accompagnare con la musica un film leggero e romantico come L’amore non va in vacanza, con Kate Winslet, Cameron Diaz, Jude Law e Jack Black. La colonna sonora ci dà l’idea di come Zimmer sia un autore versatile in grado di creare l’atmosfera per qualsiasi situazione e proprio lui ci racconta di come sia stata una sfida creare la partitura per Hannibal sequel dello storico Il Silenzio degli Innocenti, che Zimmer dice essere una storia d’amore maledetta. Le note del film gli danno ragione: lo stile classico, quasi a ricordare i film romantici degli anni ’30, scorre su una melodia suonata magistralmente da una stupenda Tina Guo, che, con un abito cremisi, scivola in maniera elegante sul suo violoncello.
Un attimo di buio e poi un ospite tanto gradito quanto atteso compare al fianco di Hans Zimmer. Lui e Lebo M. improvvisano le prime famosissime note de Il Re Leone, al momento unica colonna sonora di Zimmer premiata con l’Oscar, e in pochi minuti parte una meravigliosa suite che ci riporta alla mente le immagini dello straordinario film d’animazione del 1994 e magari ai più giovani l’omonima trasposizione in live action, grande successo di quest’anno, diretta da Jon Favreau.
C’è giusto il tempo per uno dei suoi capolavori, Il Gladiatore, che dà la possibilità al compositore di parlare della sua amicizia con Lisa Gerrard, la cantante che sottolinea gran parte delle melodie del film diretto da Ridley Scott, che dal 2000 non ha mai smesso di collaborare con lui e durante la serata milanese si è presentata sul palco durante il pezzo tratto da Mission: Impossible II e ora esce nuovamente per cantare una delle sue opere più famose tra gli sguardi commossi del pubblico. Lo stesso Zimmer poi, al pianoforte, accompagnato dall’immancabile orchestra, ci dedica l’ultimo brano di Inception il controverso film di Christopher Nolan con protagonista Leonardo DiCaprio.
Il Maestro Gavin Greenaway saluta ed esce, ma incalzato dal pubblico rientra concedendo un bis le cui prime note fanno saltare il pubblico dalle poltrone. Non poteva certo mancare una suite dedicata a Pirati dei Caraibi, e nello specifico tratta dal terzo film, in cui Zimmer ha sviluppato dei nuovi temi principali, mantenendo comunque inalterati quelli creati da Klaus Badelt per il primo indimenticabile capitolo. Con lo sguardo attonito di Jack Sparrow sullo schermo, il concerto termina con un finale esplosivo, ed esplosivo è anche l’applauso di quasi dieci minuti che ne consegue, da parte di un pubblico che per quasi tre ore ha avuto modo di ascoltare musica formidabile e di assistere ad un concerto che sarà impossibile dimenticare.