Rieccheggiano ancora gli echi di Halloween. La notte delle streghe è appena trascorsa, ma abbiamo deciso di cavalcare l’onda della festa dedicata agli spiriti per dedicare la nostra rubrica sulla Musica nel Cinema ad un horror musicale che ha suscitato non poco scalpore ormai più di dieci anni fa, diventando un grande successo di pubblico e critica. Forse non tutti sanno, tra l’altro che la storia di Sweeney Todd – Il diabolico barbiere di Fleet Street, pare sia tratta da incredibili vicende realmente accadute.
La storia di Benjamin Barker, vero nome di Sweeney Todd, ha dato origine ad dramma di George Dibdin Pitt, alla fine dell’800 e diventato poi un musical teatrale di enorme successo, ideato da Stephen Sondheim (musiche e testi) e Hugh Wheeler (libretto). “Sweeney Todd: The Demon Barber of Fleet Street” debutta a Broadway nel 1979 con protagonisti Len Cariou, Angela Lansbury, Victor Garber, Ken Jennings e Edmung Lyndeck. La storia è un autentico horror la cui tematica principale è sicuramente la vendetta di un uomo a cui è stato portato via tutto. Negli anni si sono susseguite decine di rappresentazioni in tutto il mondo e quest’anno, il 31 Ottobre e il primo Novembre, il musical è stato portato in Italia, al Colosseo, in una rappresentazione diretta da Claudio Insegno. Negli anni molti attori si sono susseguiti nei ruoli principali, in particolar modo, nelle ultime produzioni, il ruolo di Mrs. Lovett è stato rappresentato anche da Imelda Staunton e da Emma Thompson. Il musical, nella sua rappresentazione originale è stato candidato a nove Tony Award, portandone a casa ben otto, compreso quello di Miglior Musical.
Già negli anni ’80, Alan Parker (Pink Floyd The Wall, Evita) espresse il desiderio di portare la trasposizione al cinema e Tim Burton, allora ignaro che la regia sarebbe stata sua, vide diverse volte lo spettacolo, rimanendo affascinato dai toni dark e dalla trama macabra. Solo nei primi anni del nuovo millennio, però si diede il via al progetto. La realizzazione fu affidata in prima battuta a Sam Mendes. Il regista di Skyfall e Spectre avrebbe voluto lo stesso Sondheim al lavoro sulla sceneggiatura, ma inspiegabilmente, il compositore rifiutò l’impiego. La stesura dello script, quindi, venne affidata a John Logan, già tra gli sceneggiatori de Il Gladiatore, ma quest’ultimo espresse tutta la sua perplessità nel riuscire a portare al cinema alcune scene del musical, in particolare la prima scena in cui l’intero cast canta “La Ballata di Sweeney Todd” in cui si racconta proprio la storia del barbiere, riuscendo ad ottenere lo stesso effetto. Dopo poco, Mendes decise di prendere la regia di Jarhead e di lasciare spazio a Tim Burton che, assieme a Logan, decise di tagliare alcuni pezzi musicali e di togliere un po’ di spazio ad alcuni personaggi, ad esempio Timothy e Johanna, per rendere lo spettacolo più “cinematografico”.
Per i ruoli da protagonisti vengono scelti i soliti noti volti, feticci del regista di Edward Mani di Forbice, Johnny Depp e Helena Bonham Carter. Nel giro di poco tempo a loro si uniscono Alan Rickman, nel ruolo del perfido Giudice Turpin, seguito dal suo galoppino, il Messo Banford, impersonato da Timothy Spall. E’ curioso pensare che proprio questi ultimi tre attori si ritroveranno a recitare assieme, qualche anno dopo, in Harry Potter e l’Ordine della Fenice. Compaiono inoltre Sacha Baron Cohen, nei panni del barbiere italiano dall’imbroglio facile, Alfonso Pirelli, e i giovani Jamie Campbell Bower e Jayne Wisener nei rispettivi panni di Anthony e Johanna.
Il film viene portato in sala il 21 dicembre 2007, in pieno clima natalizio. Per vederlo in Italia, abbiamo dovuto attendere fino alla fine di febbraio del 2008. Il film ha letteralmente lasciato a bocca aperta pubblico e critica. Le canzoni di Sondheim scorrono lisce per quasi due ore (il musical teatrale dura un’ora in più) senza annoiare e costruendo, assieme al comparto tecnico e artistico, in particolar modo grazie alle atmosfere date dalla scenografia di Dante Ferretti, che per il film si è aggiudicato l’Oscar, uno spettacolo puro e crudo. Tim Burton di certo non ha voluto risparmiarsi nelle scene horror, in particolar modo il sangue scorre a fiumi e il suo colore, rosso vivo, crea un acceso contrasto con le tonalità dark dell’intera pellicola. Sweeney Todd – Il Diabolico Barbiere di Fleet Street, è inoltre una delle poche pellicole di Burton a non portare la firma di Danny Elfman nella colonna sonora, dato che lo stesso Stephen Sondheim ha curato le musiche per il film.
Le interpretazioni dei protagonisti non sono da meno. In particolar modo Johnny Depp, forte di una formazione musicale che lo accompagna fin da adolescente (basti pensare che ha iniziato a recitare per pagarsi le spese necessarie per l’esecuzione dei concerti della sua band) si dimostra ancora una volta all’altezza, interpretando un personaggio pieno di rabbia e ansioso di sfogare la sua ira su chi gli ha portato via moglie e figlia e, in particolar modo, sull’intera popolazione di Londra i cui abitanti, a suo dire, meritano tutti la morte. Lui e la proprietaria del negozio di pasticci peggiore di Londra, la vedova Mrs. Lovett, escogitano quindi un piano che possa favorire entrambi. Il primo potrà “esercitarsi” ed esercitare la propria vendetta su ignari passanti che necessitano di una rasatura. La seconda deciderà di sfruttare la carne dei cadaveri lasciati da Sweeney Todd per realizzare particolari pasticci di carne che i londinesi apprezzeranno particolarmente, non conoscendo l’ingrediente principale di cui si stanno cibando. Ad aiutare i due, una sedia realizzata dal barbiere, che con un colpo di pedale, fa scivolare i corpi privi di vita nei sotterranei dell’edificio, dove Mrs. Lovett può preparare le sue “delizie”.
Il film viene candidato a quattro Golden Globe, vincendo quelli per Miglior film o commedia musicale e Miglior attore in un film o commedia musicale, assegnato a Johnny Depp. Viene inoltre candidato a tre Oscar, guadagnandosi quello per la Miglior scenografia, che, come accennato in precedenza, è stato assegnato al nostro Dante Ferretti.