La musica, tra le tante cose belle che offre, ha la caratteristica di essere non un prodotto commerciale, ma tempo condiviso. E quindi in questo senso il tempo come noi lo intendiamo non esiste più – Ezio Bosso
La notizia dell’improvvisa scomparsa di Ezio Bosso, ha lasciato il mondo sgomento. Anche la redazione di iCrewplay Cinema non è rimasta indifferente alla perdita di un artista che, nonostante tutto non ha mai perso la voglia di reagire e ha sempre avuto il coraggio di affrontare tutte le avversità con un grande sorriso e di lasciar trasportare tutte le sue emozioni in composizioni spettacolari e autentiche. Tra i redattori la sensazione più forte è stata simile a quella di aver perso un parente o un amico. Forse non tutti sanno che l’autore è stato molto attivo anche nel campo delle colonne sonore cinematografiche. Ti raccontiamo la sua storia nel nostro omaggio.
Ezio Bosso nasce a Torino, il 13 settembre 1971. A soli 4 anni manifesta da subito il suo interesse per la musica, grazie al fratello e alla prozia, entrambi musicisti e quest’ultima affermata pianista. La sua passione lo porterà a frequentare il conservatorio Giuseppe Verdi di Torino, sentendosi spesso dire dalla portinaia “Guarda che ti aspettano a Sanremo!”. Proprio al Festival, molti anni dopo, racconterà questa storia, confermando che la signora ci aveva visto lungo.
Durante gli studi si unisce, come bassista, al gruppo Xico che solo qualche anno più tardi cambia nome in Statuto, il cui frontman è Oscar Giammarinaro, compagno di studi di Bosso. Con gli Statuto, il compositore produce l’album di debutto “Vacanze” e dopo tre anni di lavoro assieme al resto della band, decise di dedicarsi a tutt’altro genere: la musica classica.
A soli 16 anni esordisce in Francia come solista. La sua esibizione è un trampolino di lancio che gli consentirà poco più tardi di iniziare a suonare assieme alle orchestre di tutta Europa. Il successo crescente lo porta poi in giro per il mondo. Si ritrova a suonare alla Opera House di Sydney, ma anche a Città del Messico al Palacio de Bellas Artes e anche assieme alla Houston Symphony. Naturalmente non manca di esibirsi in Italia, in particolar modo a Roma e a Torino.
A partire da fine anni ’90, inizia a comporre colonne sonore cinematografiche e a collaborare con alcuni registi italiani. In particolar modo, stringe un sodalizio con Gabriele Salvatores e quando nel 2003 compone la colonna sonora per Io non ho paura, riceve la sua prima nomination ai David di Donatello. Assieme al regista lombardo, Bosso collabora fino al 2015 scrivendo anche le musiche per Quo Vadis, Baby? e per Il Ragazzo Invisibile. Sonorizza, inoltre, alcuni film muti per il Museo del Cinema di Torino e per la Cineteca di Bologna. Tra questi ritroviamo anche The Lodger di Alfred Hitchcock e molti film di Georges Méliès tra cui il celebre Voyage dans la Lune che ha ispirato anche la storia raccontata da Martin Scorsese in Hugo Cabret.
Nel 2011 comincia per Ezio Bosso un duro periodo. Scopre infatti di essere affetto da una malattia neurodegenerativa i cui sintomi sono molto simili a quelli della Sla, la Sclerosi Laterale Amiotrofica, e solo poco tempo dopo gli viene diagnosticato un tumore al cervello. Disperato e con la prospettiva di ritrovarsi di li a poco su una sedia a rotelle e con una ridotta capacità motoria ed espressiva, Bosso arriva a meditare anche il suicidio.
Grazie agli incoraggiamenti del medico, ben presto abbandona quell’idea e dopo poco tempo decide di esporsi pubblicamente svelando il proprio stato di salute, evidenziato anche da un forte dimagrimento causato dalle terapie. Nonostante ciò, Ezio rimane saldamente aggrappato alla vita e proprio in questo periodo compone alcune delle sue opere migliori. Viene inoltre contattato dal violoncellista Mario Brunello, con il quale collabora per diverso tempo.
Nel 2015 si esibisce all’Ikon Gallery a Brindleyplace, Birminghan. La sua opera, “3 Drawing Rooms”, viene definita l’evento artistico dell’anno in Gran Bretagna dalla direttrice del “The Arts News Paper” Penelope Curtis. Nello stesso anno, oltre ad essere nominato per la seconda al David di Donatello per la colonna sonora di Il Ragazzo Invisibile, Bosso pubblica il suo primo album da solista, “The 12th Room”.
L’anno successivo viene invece invitato al Festival di Sanremo come ospite d’onore. Sul palcoscenico dell’Ariston, Bosso, nonostante l’emozione, dimostra tutta la sua umanità e la sua forza d’animo, facendo divertire il pubblico dichiarando, con una grande dose di autoironia, di aver bisogno dell’interprete perchè se normalmente fatica ad esprimersi, figuriamoci in quella situazione. Dopo una breve intervista, Bosso si lascia andare ad un’esibizione di alcuni minuti, considerata ancora oggi tra i momenti più commoventi e intensi dell’intera kermesse.
Durante tutto questo tempo, si destreggia anche fronte orchestra, dirigendo anche la London Symphony, l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e naturalmente l’Orchestra del Teatro Regio di Torino. Da Ottobre 2017 a Giugno 2018, inoltre, è direttore stabile del Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste.
Ezio Bosso è stato un personaggio di spicco, ma prima di questo è stato una persona. Lui stesso ha dichiarato più volte di non voler strumentalizzare la sua malattia, cosa che poi effettivamente non è accaduta e tutti noi lo ricordiamo come una persona vicina alla gente, amante della vita e attaccato ad essa esattamente quanto la musica che da sempre ha definito una necessità, come respirare. Noi tutti non potremmo essere più d’accordo.