Negli anni Novanta quando ero più giovane aveva fatto breccia nei film targati “America” il filone cosiddetto parodia; una sorta di visione ironica di film cult o dispute sociali negli stati americani, da Una pallottola spuntata a Hot Shots. Insieme al capolavoro Scary Moviesono film che irridono alle storie a cui si ispirano, portando solo allegria e novanta minuti di sana comicità. Fausto Brizzi cavalca un filone simile e vuole entrare a far parte di un bel progetto che ridisegna il panorama musicale degli ultimi anni portando sui grandi schermi un prodotto niente male così come ci pare da vedere dal trailer. Il regista vuole in qualche modo prendere a caricatura, sempre nel senso buono del termine, le grandi réunion sia di gruppi italiani che stranieri degli ultimi tempi. Mentre guarderai il film ti renderai conto di come con un solo titolo di un programma, L’Isola delle Meteore, riesce a farti venire in mente due show televisivi (un reality, L’Isola dei famosi, ed uno spettacolo Meteore) dove vengono invitati personaggi che nei decenni passati sono stati famosi ma ora non più.
SINOSSI
Il magnate russo Ivanov sogna una réunion a Pietroburgo del suo complesso musicale italiano preferito, i Popcorn, Tony, Jerry, Lucky e Micky interpretati rispettivamente da Christian De Sica, Paolo Rossi, Massimo Ghini ed Angela Finocchiaro; il complesso era famosissimo negli anni ’80 ma oramai dimenticato quasi da tutti. Il manager della band, Franco con la faccia di Diego Abatantuono, che vive tra Italia e Russia, viene contattato a questo proposito da tale Olga, donna di fiducia di Ivanov. La fascinosa assistente interpretata da Natasha Stefanenko organizza l’incontro tra il manager ed il suo capo che andrà alle lunghe dato che Franco odia i Popcorn in quanto oramai non hanno un ritorno mediatico clamoroso come invece le sue offerte molto più famose e ricercate nella grande madre Russia. Infatti Abatantuono ha dalla sua artisti dal calibro internazionale molto acclamati come Pupo, Sabrina Salerno e tanti altri. Però come dice il detto “Il cliente ha sempre ragione” e soprattutto di fronte ad una cifra importante offerta ed un irremovibile Ivanov a Franco non resta che inghiottire il rospo ed andare in Italia a riunire la band. Da qui nasce il vero e proprio arduo compito di riunire i quattro che oramai inseguono sogni ed obiettivi dei più disparati ed appetibili (dal loro punti di vista). Il dictat però è chiaro: per la réunion o ci sono tutti i componenti della band oppure non si fa niente; e così come in un beffardo gioco del destino e quasi inconsapevolmente i sogni di ognuno di essi svaniscono. Tony, Jerry, Lucky e Micky si guarderanno intorno e capiranno che dovranno per forza accettare, non a cuor leggero, questa bizzarra proposta. Gli artisti quindi si rimetteranno in pista creando gag esilaranti perchè arrugginiti nel loro vecchio costume o nella loro vecchia maschera, come preferisci: tra prove,sound check, vecchie beghe ancora rimaste appese, vecchi amori e rancori riusciranno a restare nuovamente in piedi per questa traversata. I quattro sventurati, ignari del loro destino, reagiranno con stupore ed anche interdetti per il reale motivo per cui sono stati ingaggiati: loro dovranno fungere da cavallo di troia per una colossale rapina ai danni dello stesso magnate progettata e messa in atto da Olga. Le loro resistenze sono inutili. All’inizio increduli danno retta alle parole del loro produttore Franco: “Voi non siete più una band musicale, voi siete una band criminale”; così con diversi dubbi da parte di ognuno creando così sentimenti contrastanti tra loro ma alla fine con un potenziale fine che li vedrebbe salvi e perchè no milionari. Lo stesso Tony ad un certo punto esclama d’impulso al suo manager: “Questi se stanno a rubà centocinquanta milioni e a te te ne danno uno solo? Pigliamoceli tutti noi” Che succederebbe quindi se provassero a rubarli loro quei soldi? Perché non tentare il colpaccio?