Esce il 26 aprile La Melodie, film del regista Rachid Hami, distribuito da Officine UBU. La musica, insegnata ai bambini in una scuola multirazziale, che unisce nonostante la diversità
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Se è vero che l’unione fa la forza, la musica non è da meno. Se c’è un modo per unire le persone più diverse, questo è sempre stato la musica. Ne sono esempi l’Orchestra di Piazza Vittorio, che a Roma riunisce musicisti immigrati di tutte le nazioni, o il suo omologo portoghese Todos. Sono moltissimi anche gli esperimenti che vengono fatti con i bambini di strada, soprattutto in Sud America. L’esempio più eclatante è quello della Orquesta de Jovenes Latinoamericanos, progetto venezuelano al quale ha partecipato addirittura il Maestro Abbado.
Un’iniziativa interessantissima che chi vuole approfondire può trovare su: ABBADO in Sudamerica, l’orchestra dei ragazzi di strada.
Il film di Rachid Hami racconta proprio la formazione di un’orchestra di bambini nelle scuole delle periferie parigine
L’ispirazione nasce da un progetto reale realizzato dalla Filarmonica di Parigi. Nel film protagonisti sono un violinista, interpretato da Kad Merad, che finisce a insegnare musica in una classe disastrata, e i ragazzini, quasi tutti immigrati, che ne fanno parte. Indisciplinati e irrequieti non si mostreranno subito entusiasti alla nuova iniziativa scolastica: un saggio alla Filarmonica di Parigi. Ovviamente l’inizio non sarà tra i più facili, il rapporto alunno professore non sarà idilliaco. Classiche relazioni conflittuali tra studenti, qualche atto di bullismo, prese in giro, innamoramenti, un ragazzino nero, Abou (Youssouf Gueye), più isolato rispetto agli altri, con alle spalle un doloroso passato. Ben presto il tutto si trasformerà in un percorso comune, che unirà gli alunni e che rappresenterà una crescita anche per il maestro stesso.
”L’arte e, in particolare la musica, non ha barriere, costituisce un’emozione, che apre le porte a tutti, al di là delle origini, è qualcosa di universale. E ha potuto dare a questi ragazzi una speranza per il futuro e ampliare i loro orizzonti” ha spiegato il regista. ”Se riesci a convincere i bambini a farsi coinvolgere da qualcosa di artistico e ad attirare la loro attenzione – ha aggiunto Kad Merad – si possono ottenere risultati insperati. L’ho provato in prima persona avendo avuto la fortuna di crescere in una banlieue nella quale era possibile avvicinarsi alla conoscenza della musica”.
Quando un’esperienza reale diventa film, o si fa una sorta di documentario o si cerca un altro modo che possa incollare lo spettatore davanti allo schermo per un’ora e mezza
In questi casi è inevitabile confrontarsi con film simili per soggetto e ambientazione. In La Melodie non si può fare a meno di pensare a due film: L’attimo fuggente, perché Simon, il violinista che insegna musica, ricorda in qualche modo il professor Keating, e, soprattutto, School of Rock.
Un insegnante che si imbarca in un progetto ambizioso per partecipare a un contest tra band, una classe che all’inizio non collabora, una ragazzina nera, un po’ sovrappeso, che viene presa in giro dai compagni, ma che poi si rivela un vero e proprio talento. Ebbene, ditemi se questo non vi fa venire in mente la classe di rampolli alto borghesi, guidati da un fenomenale Jack Black, che diventa una band di punk rock.
Qui il percorso è identico, ma speculare
in La melodie sono ragazzi di condizioni economiche e sociali misere che si ritroveranno a suonare musica classica.
https://www.youtube.com/watch?v=oP7kExN8LFA
Un film che non può non colpire, visto il suo legame con il quotidiano, che racconta di realtà diffuse in tutto il mondo. La prova di come, a volte, basti molto poco per cambiare la propria visione della vita.